Processo Open Arms, Salvini assolto: l’applauso nell’Aula della Camera. Bongiorno: «Sentenza senza ma e se»

Matteo Salvini (foto Kontrolab)
di Laura Nazzari

«Dopo tre anni ha vinto il buonsenso, la Lega e l’Italia e il concetto che difendere la patria, i confini e contrastare scafisti, trafficanti e Ong straniere e proteggere i nostri figli non è un reato ma un diritto. Ci abbiamo messo un po’ però siamo arrivati». Il leader della Lega nonché ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini saluta con queste parole la tanto attesa sentenza sulla vicenda della ong spagnola Open Arms che gli è valsa una imputazione per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato di venti giorni nell’agosto del 2019 lo sbarco dei 147 migranti a bordo della nave della ong spagnola Open Arms. I fatti sono risalenti al periodo in cui Salvini era ministro dell’Interno. La procura, nell’udienza dello scorso 14 settembre, aveva chiesto sei anni di reclusione, mentre le parti civili avevano chiesto un milione di euro a titolo di risarcimento del danno.

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Ebbene, questa sera i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Palermo (Roberto Murgia, giudici a latere Andrea Innocenti ed Elisabetta Villa) hanno assolto Salvini con la formula «perché il fatto non sussiste». Le motivazioni alla base della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. «Sono felice e vado avanti ancora più determinato di prima – ha aggiunto Salvini -. Questa sentenza non assolve solo Salvini ma l’idea che ci sono delle regole e dei controlli».

La lettura del dispositivo è stata accolta dall’applauso dei politici e dei simpatizzanti venuti a esprimere solidarietà a Salvini. Il ministro ha a lungo abbracciato la fidanzata Fracesca Verdini, presente in aula. E un applauso è scattato anche in aula alla Camera, alla ripresa dei lavori sulla legge di Bilancio: molti parlamentari hanno così “salutato” la notizia dell’assoluzione.

Piena soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Giulia Bongiorno, che ha difeso Salvini: «Tra le formule assolutorie è stata scelta quella piena, non sussiste alcun reato. Non è una sentenza contro i migranti, è una sentenza contro chi li sfrutta». «È stata una sentenza per cui il fatto non sussiste, una sentenza di assoluzione piena – ha aggiunto Bongiorno -. Il ministro si è difeso all’interno delle istituzioni, è stato sempre presente. Voglio chiarire in maniera confutabile che non si tratta di un’assoluzione con qualche ma, qualche se o con qualche però. C’era chi parlava di una sentenza megagalattica, di uno sfregio, di una sentenza con qualche derubricazione. No, una sentenza con una grandissima assoluzione».

venerdì, 20 Dicembre 2024 - 20:25
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