Il Pd ringrazia, perché – almeno formalmente – lo “scontro” sul piano legale lo apre Fratelli d’Italia, e forse eviterà ai “dem” lo scontro fratricida che già si preannunciava in Campania. Ma chi, oggi, soffre più di tutti è la Lega di Matteo Salvini, che in fondo nella legge del terzo mandato varata dal Consiglio regionale della Campania guardava con fiducia per ipotecare la ricandidatura di Luca Zaia e invece adesso teme di perdere il Veneto a vantaggio proprio degli alleati di FdI. In tarda mattinata la premier Giorgia Meloni ha annunciato alla stampa che «nel Consiglio dei ministri di oggi noi impugniamo la legge regionale della Campania» che autorizzerebbe il terzo mandato del governatore. Il ricorso sarà presentato alla Corte costituzionale.
«Partendo dal caso della Campania c’è un tema di metodo – ha sottolineato Meloni -. Gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto degli approfondimenti per capire se la questione compete al piano nazionale o sia nella facoltà delle regioni. La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio generale e quindi è di competenza dello Stato». Fratelli d’Italia, dunque, impone la linea agli alleati, con il favore di Forza Italia che si è sempre detta contraria al terzo mandato. Storce il naso solo la Lega e la stessa Meloni non nasconde le divergenze sul punto avute con il Carroccio, anche se in conferenza non fa nomi e cognomi. «In maggioranza – ha detto Meloni – non c’è un’unica posizione all’interno della maggioranza, non c’è accordo. Io penso sarebbe incoerente rispetto a quello che riguarda i sindaci e al fatto che nella riforma del premierato abbiamo messo il limite ai mandati». «Può servire un’iniziativa per armonizzare tutti gli ambiti, ne siamo disposti a parlare ma a oggi non mi pare si possa intervenire uno sì, uno no. Non sarebbe coerente per le istituzioni nel loro complesso».
Lo scontro è servito. Anzitutto con Vincenzo De Luca, che per domani – venerdì 10 – ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia. L’oggetto non è indicato nella mail inviata dall’ufficio stampa della Regione ma voci di corridoio sussurrano che il tema sia proprio quello del terzo mandato votato dal Consiglio lo scorso 5 novembre con 34 voti favorevoli, 16 voti contrari (centrodestra, il Movimento 5 Stelle e la consigliera Maria Muscarà del gruppo misto), e un astenuto (Bruna Fiola del Pd). La norma regionale aveva aggirato il divieto stabilendo un criterio di calcolo che prevede «il computo dei mandati decorrere da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge». In pratica De Luca può candidarsi in autunno e anche le elezioni successive, eventualmente, perché le due sue precedenti non vengono considerate in quanto antecedenti il recepimento della norma nazionale.
Se il Governo dovesse avere ragione sulla legge varata dal Consiglio regionale della Campania, per De Luca si porrebbe anche un problema procedurale per la ricandidatura, problema che andrebbe a superare quello politico aperto già all’interno del Pd. Il Nazareno ha più volte ribadito che De Luca non sarà il candidato del Pd in Campania, ma i consiglieri regionali campani al momento spingono affinché i vertici romani facciano un passo indietro. La frattura interna ai “dem” c’è, De Luca ha sempre affermato che si sarebbe ricandidato con o senza il Pd, disegnando uno scenario di dispersione di voti e di “guerra” di consensi all’interno del Pd. Ora la mossa di Giorgia Meloni potrebbe dare una mano al Pd a superare indenne la questione De Luca. E con De Luca eventualmente fuori dai giochi, per il centrodestra potrebbero aumentare le chance di giocarsi la partita: in tal caso la priorità della coalizione è risolvere i contrasti sul candidato e indicare il nome sul quale costruire la campagna elettorale.
Più silente, invece, lo scontro che si consumerà in Veneto. Lo stop a De Luca e anche uno stop a Luca Zaia in Veneto e dunque alla Lega. Lo sanno tutti e il Pd non ha mancato di infierire sottolineandolo in maniera palese: «La decisione del Governo, anticipata dalla Premier nel corso della conferenza stampa, di impugnare la legge campana che consentirebbe a De Luca di correre per un Terzo mandato è un passo che mette definitivamente fine anche a qualsiasi ipotesi di ulteriori mandati per Zaia in Veneto», ha detto il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Partito Democratico in Veneto. «Lo sosteniamo da tempo – ha proseguito Martella – in Veneto è finito un ciclo politico. E non troppo presto, visto che il centrodestra governa ininterrottamente da 30 anni e Zaia è al vertice della Regione da ben 15. È stucchevole e anche un po’ infantile il tentativo disperato della Lega venetra di aggrapparsi all’idea di avere lo stesso leader per sempre. Ed è un po’ malinconico questo ultimo atto del presidente della Regione, che anziché arrendersi all’inesorabilità della legge e delle regole democratiche, preferisce fantasticare un’improbabile asse tra Venezia e Napoli, appeso alla speranza che la Consulta possa invalidare la legge sui limiti dei mandati». Con Zaia fuori dai giochi, Fratelli d’Italia potrebbe rivendicare la scelta del candidato. Il ministro Luca Ciriani, in una intervista a La Stampa, aveva sottolineato che «FdI nel Nord-Est è stato di gran lunga il primo partito. Mi pare impossibile pensare che non tocchi a noi indicare il nome».
giovedì, 9 Gennaio 2025 - 19:11
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