Delitto Vassallo, Le Iene vanno in carcere e intervistano il carabiniere indagato. Presentato ricorso per Cassazione

cioffi iene
Lazzaro Cioffi intervistato una prima volta da Le Iene nel 2022
di Mary Liguori

Negli stessi giorni in cui si dibatte delle ingerenze che la riforma Nordio avrà sulla cronaca giudiziaria, il giudice per le indagini preliminari di Salerno autorizza l’ingresso delle telecamere in un carcere. Le Iene sono entrati nel penitenziario militare di Santa Maria Capua Vetere dove sono detenuti il carabiniere Lazzaro Cioffi e il colonnello Fabio Cagnazzo, accusati di avere pianificato l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato ad Acciaroli il 5 settembre del 2010.

Giulio Golia, che in passato ha già firmato numerosi servizi sul caso del delitto del sindaco-pescatore, ha intervistato, di nuovo, Lazzaro Cioffi. Il colloquio, che come detto è stato autorizzato dal gip Annamaria Ferraiolo del Tribunale di Salerno (che ha disposto le misure cautelari) è durato diverse ore. Il militare, presumibilmente, ha raccontato al giornalista Mediaset la sua versione dei fatti, puntando – come è facile immaginare alla luce anche del suo interrogatorio di garanzia – sulle incongruenze del narrato accusatorio, narrato che si basa, come è noto, sui racconti di tre ex camorristi che hanno più volte tentato di intraprendere la via del pentimento, sempre senza successo perché ritenuti non credibili dalla Dda.

La notizia dell’ingresso della troupe nel penitenziario casertano arriva negli stessi giorni in cui gli avvocati della difesa (ad esclusione di quelli di Romolo Ridosso) hanno presentato ricorso in Cassazione avverso alla misura cautelare che, ormai da oltre due mesi, tiene agli arresti i due carabinieri e l’imprenditore Giuseppe Cipriano. L’istanza presentata dall’avvocato Ilaria Criscuolo, per conto del colonnello Cagnazzo, punta sulle “illogicità” presenti nella ricostruzione dei fatti operata dalla procura sulla base dei racconti di Romolo Ridosso, Eugenio D’Atri e Francesco Casillo, i dichiaranti che, come in un telefono senza fili, si sono trasferiti informazioni a vicenda e poi le hanno riferite agli inquirenti.

Ridosso, in particolare, ascoltato più volte dai Ros e dai pm, ha anche cambiato versione in più occasioni e riferito che D’Atri stava raccontando storie apprese da lui per ottenere i benefici di legge concessi ai collaboratori. Lo stesso Ridosso, principale accusatore di Cagnazzo, nell’interrogatorio di garanzia ha escluso che il colonnello dei carabinieri avesse avuto parte al delitto.
Su questo aspetto, quello delle contraddizioni già esposte dal collegio difensivo in sede di Riesame, e sul cambio di imputazione in corso d’opera (da esecutore a mandante del delitto) verte il ricorso presentato alla Suprema Corte dagli avvocati di Lazzaro Cioffi, i penalisti Franco Liguori e Giuseppe Stellato, che hanno a loro volta chiesto l’annullamento della misura cautelare. La Cassazione dovrebbe fissare le udienze per il prossimo mese. Intanto, con il via libera alle telecamere, quello per la morte di Vassallo, si preannuncia un processo ad alta esposizione mediatica. D’altronde, così è stato sin dal principio, con le piste investigative, svariate, che si sono delineate prima nei servizi giornalistici e poi nei fascicoli giudiziari.

venerdì, 24 Gennaio 2025 - 19:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA