Neonata rapita, il gip lascia in carcere la finta mamma. Scarcerato il marito

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Ha ribadito di avere fatto tutto da sola e che il marito nulla sapeva della sua sceneggiata e dell’idea di rapire un neonato. E le sue parole non sono cadute nel vuoto. Dinanzi al giudice per le indagini preliminari Cosenza Claudia Pingitore del Tribunale di Cosenza, l’architetto 53enne Rosa Vespa – che ha rapito una neonata dall’ospedale Sacro Cuore di Cosenza – ha spiegato di avere finito per nove mesi la gravidanza. Da qui l’acquisto di indumenti per il bimbo, dei decori, le foto e i post. Ma ha precisato di non avere mai pianificato il rapimento di un neonato.

Su quanto da lei commesso non ha saputo darsi una risposta logica, mentre sulla dinamica dell’accaduto ha fornito alcuni particolari sui quali proseguono le indagini. La difesa, rappresentata dall’avvocato Teresa Garritano, ha chiesto una visita in carcere da parte di un medico specializzato in psichiatria, richiesta alla quale il pm non si è opposto. Sino a nuovo ordine, Rosa Vespa resta in carcere: il gip ha infatti convalidato il fermo e ha disposto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

È, invece, tornato in libertà il marito, il 43enne Aqua Moses, operatore culturale. «Il mio assistito – ha detto il suo difensore, Gianluca Garritano – è stato creduto totalmente perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie. Ci sono anche delle foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie». «Rosa Vespa – ha aggiunto l’avvocato Garritano – aveva un pancione credibile che la faceva sembrare incinta. Ha mostrato al marito anche una lettera di dimissioni dalla clinica».

venerdì, 24 Gennaio 2025 - 15:42
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