Caso Almasri, avvocato sporge denuncia: indagati Meloni, ministri e sottosegretario. La premier: «Non mi faccio intimidire»

li gotti meloni
L'avvocato Luigi Li Gotti e Giorgia Meloni
di Mary Liguori

Favoreggiamento e peculato, sono queste le ipotesi di reato nel fascicolo aperto a carico del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dei ministri della Giustizia e degli Interni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano. Il fascicolo è un atto dovuto; la procura di Roma lo ha infatti aperto in seguito all’esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti in relazione all’iter che ha portato alla scarcerazione e al rimpatrio del generale libico Almasri, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, catturato dalla polizia a Torino su ordine della Corte penale e internazionale e liberato due giorni dopo. A precisarlo è stata anche l’Associazione nazionale magistrati per stemperare le polemiche scoppiate per l’azione della magistratura inquirente capitolina. «C’è stato il totale fraintendimento da parte di numerosi esponenti politici dell’attività svolta dalla procura di Roma, la quale non ha emesso, come è stato detto da più parti impropriamente, un avviso di garanzia nei confronti della presidente Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi ma una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto perché previsto dalla legge», si legge in una nota.

Nella denuncia sottoscritta da Li Gotti, che ha messo in moto la macchina giudiziaria, si chiede di fare chiarezza in merito alla scarcerazione – rispetto alla quale è in corso un botta e risposta asprissimo, da giorni, tra Associazione nazionale magistrati e Governo – e sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per riportare Almasri in Libia. Gli atti, come previsto dalla legge, sono stati dunque inoltrati al Collegio per i Reati ministeriali del Tribunale di Roma.

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La conferma della notifica dell’atto è arrivata attraverso un video postato dalla stessa Meloni sui suoi profili social, anche se Meloni è inciampata sulla “natura” del provvedimento che ha pure mostrato in video. Il primo ministro ha, infatti, erroneamente parlato di avviso di garanzia, spiegando che esso è stato emesso a seguito dell’esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti, ex politico di sinistra. «Molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi», ha ricordato il premier. Poi Meloni ha lanciato una stoccata al magistrato titolare dell’inchiesta, ossia «il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini». Per chiosare: «Io penso – ha aggiunto Meloni – che valga oggi quello che valeva ieri, non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. È possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura».

«Ho fatto una denuncia ipotizzando dei reati e ora come atto dovuto, non è certo un fatto anomalo, la Procura di Roma ha iscritto nel registro la premier e i ministri – ha confermato Luigi Li Gotti all’Ansa -. Ora la Procura dovrà fare le sue valutazioni e decidere come proseguire, se individuare altre fattispecie o inviare tutto al tribunale dei Ministri. Io mi sono limitato a presentare una denuncia».

CHI E’ LUIGI LI GOTTI
Luigi Li Gotti è un avvocato di origini crotonesi con un passato in politica sul fronte del centrosinistra. È stato impegnato, come penalista, nei principali processi italiani a partire da quello per la strage di Piazza Fontana (dove rappresentò la parte civile) e nel dibattimento per l’omicidio di Aldo Moro, dove assistette i familiari del maresciallo Oreste Leonardi. Ha curato la tutela dei parenti del commissario Luigi Calabresi in un lungo iter processuale, il processo per le violenze alla Diaz a Genova e per le stragi di Capaci, via D’Amelio e degli Uffizi, il processo per l’omicidio di Don Pessina, il processo Aemilia e quelli legati al clan Casamonica e alla Consip. Sul fronte dei procedimenti di di mafia, Li Gotti è stato difensore di noti collaboratori di giustizia come Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo.

LE REAZIONI
La notizia dell’azione promossa dalla procura di Roma ha scatenato un nuovo vespaio di polemiche e lo scontro tra la magistratura e il Governo Meloni sta raggiungendo in queste ore toni sempre più alti. Tra i primi a commentare, il vicepremier Matteo Salvini che dai social ha tuonato: «Vergogna, vergogna, vergogna. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra. Riforma della giustizia, subito». Dall’opposizione il deputato di +Europa, Riccardo Magi, ha invece dichiarato: «Non ci pronunciamo sulle contestazioni, ma una cosa è certa: Meloni, Nordio, Mantovano e Piantedosi hanno mentito agli italiani dicendo che Almasri, definito da loro stessi un soggetto pericoloso, è stato rilasciato per responsabilità della magistratura, ma la responsabilità è politica e tutta del Governo che, in base alla legge, ha l’obbligo di dare esecuzione alle richieste di arresto della Cpi».

Secondo Carlo Calenda (leader di Azione), invece, «su Almasri il governo italiano ha combinato un disastro, raccontando un mare di balle agli italiani, tuttavia che un presidente del Consiglio venga indagato per un atto che risponde evidentemente ad una ‘ragione di Stato’ (mai ammessa) è surreale e non accadrebbe in nessun altro Paese occidentale. Si saldano cosi’ due errori e si riacutizza lo scontro tra poteri dello Stato. Non un bello spettacolo».

Per la deputata di Forza Italia Patrizia Marrocco si tratta «dell’ennesimo episodio dell’uso politico e politicizzato della giustizia nel nostro Paese. Sono iniziative surreali in netto contrasto con i valori della democrazia, della libertà e della nostra Costituzione. Forza Italia e il nostro presidente Silvio Berlusconi, da oltre 30 anni, hanno portato avanti una battaglia per la riforma della giustizia affinché simili incommentabili eventi non si ripetano mai più».

martedì, 28 Gennaio 2025 - 19:30
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