È ergastolo, come aveva chiesto – nella requisitoria dello scorso novembre – il pubblico ministero Antonella Fratello.
Francesco Pio Valda, il 21enne di recente condannato per associazione mafiosa come capo e promotore dell’omonimo gruppo criminale attivo nel quartiere Barra, è stato condannato al carcere a vita per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, il 18enne colpito da un proiettile vagante nella notte tra il 19 e il 20 marzo del 2023 mentre si trovava nella zona degli chalet di Mergellina.
La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Teresa Annunziata). Alla lettura del dispositivo erano presenti i familiari di Maimone, che si sono costuiti parte civile nel procedimento, e che si sono lasciati andare a un urlo di gioia e di liberazione prima delle lacrime di commozione. Il processo si è concluso anche con la condanna di altri imputati, cui erano attribuite condotte di sostanziale supporto a Valda nelle fasi successive al delitto: il sostegnò consensì al giovane di scappare dal luogo del delitto e poi di rendersi irreperibile per diversi giorni. I giudici hanno inflitti due anni e sei mesi di reclusione ad Alessandra Clemente, cugina di Valda; 4 anni a Salvatore Mancini; quattro anni e sei mesi, oltre a una multa di 6mila euro, per Giuseppina Niglio, nonna di Valda; 4 anni di reclusione per Pasquale Saiz.
Oltre alle condanne ci sono state anche diverse assoluzioni “per non avere commesso il fatto” da alcuni capi d’accusa contestati per alcuni imputati e il “non doversi procedere” nei confronti della sorella di Francesco Pio Valda, la 24enne Giuseppina Valda “perché l’azione penale non doveva essere intrapresa”. Per quest’ultima e per l’ultimo imputato Giuseppe Perna, 27 anni, i giudici hanno dichiarato la cessazione della misura cautelare a cui erano stati sottoposti e la liberazione.
La sera dell’omicidio, Maimone – che viveva nel quartiere di Pianura – era seduto a un tavolino in compagnia di due amici e stava consumando noccioline, un momento di svago dopo avere trascorso la serata a lavorare in pizzeria. Poco distante, come ricostruito dalla procura, Valda era in compagnia di amici, quando si è “scontrato” verbalmente con un gruppo di altri giovani dell’area occidentale di Napoli. Uno dei giovani dell’area ovest, nel camminare tra la folla, aveva pestato un piede a Valda sporcandogli le scarpe nuove e costose. Ne nacque una discussone, gli animi si accesero e Valda estrasse la pistola ed esplose alcuni colpi. Un proiettile vangante colpì Maimone, che se ne stava tranquillamente seduto con gli amici. Per il 18enne di Pianura non ci fu scampo.
«Nessuno mi darà più mio figlio», ha detto Tina Napoletano, mamma di Francesco Pio Maimone. La donna ha poi lanciato un messaggio. «Basta armi, ai ragazzi dico di posare le armi».
All’esterno del Tribunale, in attesa della sentenza, c’era un gruppetto di amici e parenti che, già dalla mattina hanno dato via a un silenzioso presidio. Esposti striscioni con le foto del ragazzo, impresse anche sulle t-shirt indossate da amici e parenti, e messaggi come “Pio sarai sempre con noi”. Al presidio hanno partecipato anche altri familiari di giovani ragazzi uccisi da coetanei, come Mena De Mare, madre di Santo Romano, 19 anni, ammazzato a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) la notte tra l’1 e il 2 novembre 2024.
giovedì, 30 Gennaio 2025 - 15:15
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