La magistratura irrompe nuovamente nella vita politica di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, e disegna uno scenario di scambio elettorale politico-mafioso. Questa mattina i carabinieri del Comando provinciale dei carabinieri di Napoli hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare a carico di 25 persone: nello specifico 20 persone sono state alla custodia in carcere e cinque agli arresti domiciliari. Nel provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari Federica Colucci della ottava sezione del Tribunale di Napoli, sono contestati – a vario titolo – i reati di associazione di tipo mafioso, di scambio elettorale politico-mafioso, nonché di estorsione, tentata estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, corruzione ed altro. Tutti i reati sono aggravati in quanto sarebbero stati commessi avvalendosi del metodo mafioso e con la finalità di agevolare le attività del clan camorristico denominato Mallardo operante sul territorio di Giugliano in Campania e zone limitrofe. Il gip, inoltre, ha emesso un decreto di sequestro preventivo di svariati beni (tra cui rapporti finanziari, terreni, fabbricati, aziende e/o società) per alcuni milioni di euro.
Tra i destinatari dell’ordinanza ci sono anche nomi della politica locale. In carcere è finito l’ex sindaco Antonio Poziello, che alle elezioni del 2020 si era ricandidato a sindaco in contrapposizione a Nicola Pirozzi: Poziello, che era sostenuto da Italia viva e Verdi si era fermato al ballottaggio a 15.806 voti (46,90% di preferenze), mentre Pirozzi aveva ottenuto a 17.894 voti (53,10%). Entrato in Consiglio comunale come consigliere di opposizione, Poziello si è dimesso a ottobre – allontanandosi dal Palazzo comunale – a seguito di una inchiesta sull’appalto per la raccolta dei rifiuti del 2020 Giugliano che lo vedeva indagato. E proprio questa vicenda è oggetto delle contestazioni mosse a Poziello. Il gip Colucci ha dato il via libera all’arresto di Poziello per tre contestazioni, rispetto a numerose altre ipotesi di reato formulate dalla procura l’ex sindaco è indagato a piede libero. Poziello deve rispondere di scambio elettorale politico-mafioso perché secondo gli inquirenti alle ultime elezioni del 2020 avrebbe ottenuto l’appoggio del clan Mallardo. Secondo la prospettazione accusatoria, Poziello avrebbe accetto il sostegno della cosca in campagna elettorale ed avrebbe corrisposto al clan 10mila euro in contanti. Non solo: Poziello avrebbe anche promesso ai vertici del sodalizio che, in caso di elezione, avrebbe favorito gli interessi del gruppo criminale adottando atti amministrativi “mirati”. Il reato è contestato in concorso con Domenico Pirozzi, indicato come ai vertici dell’organizzazione criminale all’epoca dei fatti contestati; con Francesco Mallardo detto “marmularo”, che avrebbe materialmente consegnato al clan i 10mila euro che secondo i pm sarebbero stati pagati da Poziello in cambio dei voti; con l’imprenditore Andrea Abbate, che avrebbe fatto da intermediario tra Poziello e il clan.
Abbate è al centro anche della seconda contestazione mossa all’ex sindaco Poziello: il politico deve rispondere di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio aggravata dalla matrice camorristica perché – a dire della magistratura – si sarebbe mobilitato affinché Abbate riuscisse a ottenere un permesso a costruire, che in precedenza era stato negato (non in via definitiva; il diniego andava ratificato, passaggio che fu bloccato e ribaltato), per realizzare un’attività di ristorazione a insegna Mc Donald’s. I fatti contestati vanno dal febbraio 2018 al novembre 2020, e coprono un arco temporale in cui Poziello era sindaco. L’ultimo episodio, invece, riguarda proprio l’appalto per la gestione della raccolta rifiuti del 2020: Poziello, che all’epoca era sindaco, deve rispondere di corruzione per l’esercizio della funzione.
Oltre a Poziello, le misure cautelare sono scattate anche per altri nomi noti della politica locale. Il carcere è stato disposto per gli ex consiglieri comunali Pasquale Casoria, Paolo Liccardo, Andrea Guarino. I domiciliari, invece, sono stati decisi per l’ex consigliere Giulio Di Napoli e per l’ex dirigente comunale del settore Assetto e territorio del comune di Giugliano Filippo Frippa (poi trasferito a Sant’Antimo). Diverse le contestazioni: Casoria deve rispondere di corruzione nel concorso della vicenda dell’appalto per la gestione dei rifiuti. Pasquale Casoria era stato eletto consigliere comunale nel 2015; faceva parte della maggioranza a sostegno di Poziello. Nel 2019 però, Casoria passò all’opposizione in aperta contrapposizione all’allora sindaco.
Liccardo e Guarino devono invece rispondere di turbativa d’asta e di corruzione, con l’aggravante della matrice camorristica, in relazione alla gara per la concessione del servizio di gestione delle aree di sosta a pagamento a Giugliano nel 2019. Secondo l’accusa, i due – all’epoca dei fatti consiglieri di maggioranza nel governo Poziello – si sarebbero avvalsi di un tecnico comunale non identificato per aprire le buste, sigillate, con le offerte delle imprese partecipanti, e quindi inserire nella busta l’offerta, modificata ad arte, della Piparking che risultò essere la più vantaggiosa. Liccardo era stato eletto consigliere comunale alle ultime amministrative nella civica di centrodestra Maisto Sindaco e poi era di recente passato in maggioranza, ma è uscito di scena dopo la bufera giudiziaria che lo ha travolto nei mesi scorsi: a ottobre è finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità nella concessione dell’impianto sportivo di proprietà comunale di Campopannone, l’Anthares; a seguito di quell’evento, Liccardo si è dimesso da consigliere comunale. Anche Andrea Guarino fu eletto consigliere nel 2015; nell’agosto 2022 ha rassegnato le dimissioni da commissario cittadino dell’Unione di Centro al Segretario Nazionale, al Commissario Regionale e a quello provinciale.
L’ex consigliere comunale Giulio Di Napoli e l’ex funzionario Frippa rispondono, invece, di corruzione in relazione alla vicenda del permesso a costruire rilasciato ad Andrea Abbate per la realizzazione di un’attività di ristorazione a marchio Mc Donald’s. Nei confronti di Frippa, il gip ha escluso l’aggravante della matrice camorristica. Frippa, secondo la ricostruzione accusatoria, aveva inizialmente emesso parere negativo, che però andava ratificato entro 40 giorni. A seguito di pressioni ricevute anche da pezzi dell’amministrazione, come l’ex sindaco Poziello, Frippa non ratificò e predispose gli atti in modo da consentire il via libera al permesso che arrivò dopo la caduta dell’amministrazione Poziello. Frippa avrebbe ricevuto in regalo un’Audi. Successivamente fu trasferito al Comune di Sant’Antimo.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere:
Abbate Andrea
Abbate Francesco
Casoria Pasquale
Dell’Aquila Giuseppe
Di Girolamo Paola
Di Mattia Giuseppe
Diana Gaetano
Felaco Aniello
Felaco Nicola
Fusco Francesco
Fuso Domenico
Giugliano Patrizia
Guarino Andrea
Legorano Vincenzo
Liccardo Paolo
Pirozzi Domenico
Poziello Antonio
Strino Vincenzo
Ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari:
Pirozzi Giuseppe
Cacciapuoti Ferdinando
Di Napoli Giulio
Frippa Filippo
Marino Giuseppe
lunedì, 3 Febbraio 2025 - 12:56
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