Un tavolo permanente di confronto, per garantire una efficace, coordinata e tendenzialmente uniforme implementazione del processo penale telematico nel Distretto napoletano. È l’iniziativa assunta dalla Corte d’Appello di Napoli d’intesa con la procura generale presso la Corte d’Appello.
L’iniziativa, che si pone sulla scia di quanto previsto dal documento programmatico sulla digitalizzazione del processo penale, intende coinvolgere, a livello distrettuale, i presidenti dei Tribunali, i procuratori della Repubblica, i referenti informatici, i magistrati di riferimento per l’informatica, la Coordinatrice dell’ufficio innovazione della Corte d’Appello, i presidenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati, i presidenti delle camere penali.
Gli obiettivi del tavolo permanente, presieduto da Maria Rosaria Covelli, massima carica del Distretto di Corte d’Appello di Napoli e da Aldo Policastro, procuratore generale presso la Corte d’Appello, sono quelli di monitorare lo stato di attuazione del processo penale telematico nel Distretto, individuare e risolvere le criticità operative, condividere buone prassi, formulare proposte migliorative, coordinare le attività formative.
L’avvio del processo penale telematico è stato scandito, in tutta Italia, da non pochi problemi e da un vespaio di polemiche. Polemiche tutt’ora vive. «Il ministero della Giustizia continua a cavillare e derubricare per non assumersi la responsabilità del disastroso avvio del processo penale telematico con l’applicativo App – ha detto pochi giorni fa la deputata Valentina D’Orso, capogruppo M5S nella commissione Giustizia alla Camera, illustrando un’interrogazione parlamentare -. Si doveva agire prima, durante la fase sperimentale, nella quale era già emersa chiaramente tutta l’inadeguatezza di questo sistema. Infatti, lo avevano denunciato sia i magistrati che gli avvocati con accorati appelli affinché si rimandasse la fase di avvio. Invece il governo è andato dritto contro un muro e adesso, a febbraio 2025, ci parla della campagna informativa che avrebbe dovuto fare un anno fa».
«Oggi la situazione è molto chiara: tutti gli ostacoli emersi con il processo telematico stanno portando gravi ritardi nel procedimenti penali e il governo se ne deve assumere la responsabilità – ha proseguito la deputata grillina -. Il Governo è garantista a convenienza, se ne dimentica quando è responsabile dei tempi più lunghi della giustizia che danneggiano le persone imputate. La digitalizzazione del processo penale è un passaggio importante, possiamo dire epocale, che avrebbe meritato due anni di attenzione dal parte del Governo, che invece si è dedicato a inventare finte emergenze, come i rave party, e a garantire l’impunità di alcuni potenti con l’abolizione o l’indebolimento di strumenti investigativi fondamentali. I cittadini chiedono una giustizia accessibile e veloce, su questi due punti il governo non solo ha fallito ma addirittura ha fatto fare gravi passi indietro al comparto».
lunedì, 17 Febbraio 2025 - 11:26
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