Omicidio Vassallo, si va verso il processo. Ecco perché il gip ha negato i domiciliari a Cagnazzo per motivi di salute

Il sindaco Angelo Vassallo morto ammazzato
di Mary Liguori

Il rischio di un aggravamento delle condizioni di salute non aumenta a causa dello stato detentivo, ma è da considerarsi pari al grado di stress che il paziente vive in virtù del procedimento penale cui è sottoposto. In sintesi: stare in cella o a casa non incide sulle condizioni di salute di un cardiopatico, in quanto il grado di stress non dipende dal luogo in cui lo stesso si trova, ma dall’inchiesta in cui è coinvolto. Nel caso specifico un’inchiesta per omicidio. E, si legge ancora agli atti, essendovi la disponibilità di una guardia medica interna al penitenziario, non v’è motivo di disporre soluzioni detentive diverse dal carcere in quanto, in caso di malori, il detenuto verrebbe soccorso in loco e eventualmente trasferito in ospedale in ambulanza, proprio come avverrebbe se fosse in casa.

Con queste considerazioni, sottoscritte dai periti della procura, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno ha respinto la richiesta di domiciliari avanzata dai legali del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, indagato per il delitto di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, assassinato a colpi di pistola il 5 settembre del 2010. Contro la decisione del gip, gli avvocati Ilaria Criscuolo e Antonio Mosca hanno presentato appello al tribunale del Riesame ritenendo che lo stato di salute di Cagnazzo, affetto da patologie cardiologiche severe che, già in passato, sono sfociate in eventi gravissimi, siano incompatibili con il regime carcerario.

I difensori hanno ampiamente motivato il ricorso ricostruendo la storia clinica di Cagnazzo. Il ricorso verte infatti sulla documentazione sanitaria che attesta, sia sotto il profilo cardiologico che psichiatrico, una condizione clinica seriamente compromessa anche in conseguenza del coinvolgimento pluriennale in una vicenda giudiziaria per la quale il colonnello ha già ottenuto tre archiviazioni e alla costante attenzione mediatica che il caso ha attirato nel corso degli anni. Come è noto, dopo i proscioglimenti, alla luce di quelli che secondo la Procura di Salerno vanno considerati elementi di novità rispetto alle precedenti inchieste, nel novembre scorso scattarono i nuovi arresti, e per il colonnello fu disposta la detenzione nel policlinico militare del Celio, proprio in virtù del suo stato di salute. Dopo 58 giorni in ospedale, Cagnazzo fu poi trasferito nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove tutt’ora è detenuto su disposizione del gip Annamaria Ferraiolo che ha rigettato la richiesta di domiciliari, respingimento contro cui il collegio difensivo ha proposto Appello al Riesame.

Intanto, proprio in questi giorni, agli indagati è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Oltre che il colonnello, la Procura indaga il carabiniere Lazzaro Cioffi – difeso dagli avvocati Franco Liguori e Giuseppe Stellato -, l’imprenditore Giuseppe Cipriano, e il dichiarante Romolo Ridosso, tutti sottoposti a misura cautelare e tutti ritenuti implicati nell’omicidio Vassallo, e Giovanni Cafiero, Domenico, Giovanni e Federico Palladino, indagati invece solo per il traffico di droga che sarebbe alla base del delitto. La Procura di Salerno si prepara dunque a chiedere il giudizio, mentre si è in attesa della fissazione dell’udienza in Cassazione cui gli indagati hanno fatto ricorso dopo le udienze di Riesame tenutesi nel mese di novembre. Le ultime istanze sono state depositate il 29 gennaio, per cui la Suprema Corte ha tempo fino a metà marzo per programmare le discussioni, visto che il range previsto dalla norma è di 45 giorni.

martedì, 18 Febbraio 2025 - 14:13
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