Sono arrivati al rione Ice Sei di Acerra, in provincia di Napoli, intorno alle dieci. Hanno parcheggiato e poi si sono infilati nel palazzo dove vivono i Loffredo. Nessuna sosta, nessuna parola scambiata con i pochi giornalisti erano davanti allo stabile. Questa mattina gli uomini della Polizia scientifica sono tornati – su ordine della procura della Repubblica di Nola – dove la piccola Giulia Loffredo, 9 mesi appena, ha incrociato un destino infausto e atroce. Nuovi rilievi, risposte ancora da trovare ai quesiti della magistratura inquirente. Altri elementi da “mappare”. È stato un sopralluogo lungo, segno che il quadro investigativo è più complesso di quanto si potesse immaginare. In quella casa al primo piano del rione di edilizia popolare, la Scientifica ci è rimasta 8 ore mezza. Presente anche l’avvocato Luigi Montano, difensore dell’unico indagato di questa storia ancora tutta da chiarire, il padre della piccola Giulia.
Vincenzo Loffredo è indagato (a piede libero) per omicidio colposo e omessa custodia. Lui dice che, la sera dell’8 febbraio scorso, s’è addormentato nel letto matrimoniale accanto a Giulia e che quando s’è svegliato, dopo un’ora circa, ha trovato la figlia in terra, in una pozza di sangue: di qui la sua conclusione che a ferire la piccola fosse stato il pitbull Tyson. Una conclusione che, in parte, è pure quella dei medici. È indubitabile che Giulia presentasse importanti ferite da morso di cane sul volto e sulla testa. Ma ciò che ha dato da pensare agli inquirenti sta in ciò che potrebbe essere accaduto subito prima di quell’aggressione. Gli inquirenti vogliono capire come sia possibile che Vincenzo Loffredo non si sia accorto di nulla, se è davvero accaduto che il 24enne – reduce da un turno di notte al lavoro come barista in un distributore di benzina – sia precipitato in un sonno profondo al punto tale da non percepire alcun rumore sospetto, o se invece la dinamica dei fatti ha un’altra lettura.
Vincenzo Loffredo, quella sera, è risultato positivo all’hashish, anche se ad oggi non è stato chiarito in che misura. Si aspettano poi notizie dalla visione delle telecamere nei pressi del rione Ice Snei: gli inquirenti hanno acquisto i nastri per capire se Loffredo sia uscito di casa oppure no, per capire se al momento dell’aggressione la piccola Giulia fosse sola in casa. Ancora: un altro scenario possibile è che Loffredo avesse in braccio la bimba o che abbia fatto qualcosa di “sbagliato” in grado di aizzare il cane, che poi avrebbe malauguratamente azzannato Giulia. Tante piste ancora aperte. Per questa ragione gli uomini della Scientifica hanno effettuato rilievi in tutto l’appartamento. Alla fine hanno portato via anche qualche oggetto presente in casa, tra cui si è intravisto ciò che sembra essere il guinzaglio di uno dei due cani, affidati ora ad un canile di Frattaminore convenzionato con l’Asl.
Nei giorni scorsi sui due cani, Tyson e Laika, una meticcia, sono stati condotti gli esami delle feci per verificare la presenza di residui organici della piccola: i risultati non sono ancora arrivati. Si attendono anche gli esiti dell’esame autoptico effettuato sulla bambina, che servirà, tra l’altro, a capire se Giulia sia effettivamente morta per le gravi ferite riportate dall’aggressione del cane. Intanto l’avvocato Luigi Montano ha presentato nei giorni scorsi un’istanza alla Procura di Nola per far interrogare il proprio assistito. Interrogatorio che potrebbe avvenire nei prossimi giorni.
lunedì, 24 Febbraio 2025 - 21:35
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