Nuova inchiesta su Tirrenia, 40 indagati: ci sono anche magistrati e funzionari di prefetture

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Una quarantina di persone, tra cui magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine e funzionari di varie prefetture, sono indagati nell’ambito di un nuovo filone dell’inchiesta della procura di Genova sulla Tirrenia-Compagnia italiana di navigazione, che ha portato al sequestro di 3 traghetti. Ne dà notizia l’Ansa.

Partendo da un filone su frodi in pubbliche forniture, gli investigatori della guardia di finanza, coordinati dal pm Walter Cotugno, hanno ricavato una lista di nomi che hanno viaggiato senza pagare, grazie a carte ‘gold’ fornite dalla società, in varie tratte per la Sardegna e la Sicilia: è così sono saltati fuori nomi di funzionari pubblici e magistrati nei confronti dei quali è scattata subito la contestazione di corruzione anche se al momento non ci sarebbero stati accertamenti sugli eventuali favori che la compagnia Cin avrebbe ricevuto da loro. Da Genova sono stati trasmessi gli atti, per competenza, a Torino per almeno due magistrati liguri.

Nell’altro filone, quello che riguarda l’indagine sulle frodi in pubbliche forniture e che ha portato al sequestro di 64 milioni di euro alla compagnia, inizieranno mercoledì i primi interrogatori, step necessario per consentire al gip di esprimersi sulla richiesta del pubblico ministero Walter Cotugno di sottoporre due indagati ai domiciliari e applicare, nei confronti di altri 11 indagati, misure interdittive. Dinanzi al gip compariranno 13 indagati i tra ufficiali della capitaneria di porto e dipendenti della società marittima Cin-Tirrenia. In questo caso le contestazioni riguardano il falso, ma anche la corruzione.

L’indagine era partita nel 2023 da un’ipotesi di frode nelle pubbliche forniture in relazione a parte dei fondi che Cin ha ottenuto dal ministero dei Trasporti per garantire la continuità territoriale con i propri traghetti sulla linea Genova-Porto Torres. Secondo la procura, le navi sarebbero state però  prive dei requisiti fissati dalla normativa internazionale in materia ambientale: alcuni componenti dei motori principali e dei diesel generatori di corrente sarebbero stati manomessi o sostituiti con pezzi di ricambio non originali e, quindi, non conformi alle norme, che sarebbero state aggirate con attestazioni fasulle.

Quando poi le irregolarità sono emerse, la compagnia ha collaborato con gli inquirenti e sanato la situazione.

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lunedì, 14 Aprile 2025 - 17:17
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