Luglio 2013: «Se una persona è gay, cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?», disse Papà Francesco nel maggio 2022 parafrasando “il Catechismo della Chiesa cattolica”, «dove si spiega che queste persone vanno trattate con delicatezza e non si devono emarginare».
Maggio 2022: «Una Chiesa ‘selettiva’, di ‘sangue puro’, non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta»
Ottobre 2023: «La possibilità che i divorziati e risposati accedano alla comunione pur senza astenersi dai rapporti sessuali è magistero autentico»
Aprile 2023: (dal documentario di 83 minuti “Amen”): «Ogni persona è figlia di Dio, ogni persona. Dio non rifiuta nessuno, Dio è padre. E io non ho diritto a cacciare nessuno dalla Chiesa. Non solo, il mio dovere è di accogliere sempre. La Chiesa non può chiudere la porta a nessuno. A nessuno», parole pronunciate rispondendo a una ragazza che aveva chiesto se nella Chiesa c’è spazio per la diversità sessuale e di genere.
Aprile 2023: (dal documentario di 83 minuti “Amen”): «Queste persone sono infiltrati che approfittano della Chiesa per le loro passioni personali, per la loro ristrettezza personale. È una delle corruzioni della Chiesa», parole pronunciate nei confronti di chi esclude il movimento Lgbt+ dalla Chiesa.
In undici di anni pontificato Jorge Mario Bergoglio ha cercato di abbattere muri che la Chiesa aveva eretto e protetto verso pezzi di comunità, dando invece voce – e con forza – a un credo che riecheggia forte soprattutto tra i più giovani e che ha segnato la vita della Chiesa: «Non dimentichiamoci che siamo tutti creature amate da Dio, destinatarie del suo infinito amore». Eccole, queste parole resteranno scolpite nella memoria dei credenti (non solo) di tutto il mondo. E accompagneranno la storia di Papa Francesco. Una storia che adesso diventa eterna.
Jorge Mario Bergoglio è morto all’età di 88 anni. Era stato ricoverato al Gemelli di Roma il 14 febbraio per una polmonite bilaterale e, dopo settimane di apprensione e preoccupazione per le sue condizioni, Papa Francesco era stato dimesso il 23 marzo dopo 37 giorni di ricovero. Aveva voluto salutare i fedeli, mostrandosi a TV e fotografi. Poi si era ritirato in Vaticano. Ieri si era affacciato dalla Loggia di San Pietro per la bendizione Urbi et Orbi. E stamattina, intorno alle dieci, è arrivata la notizia della sua morte.
A rendere noto il decesso di Papà Francesco è stata Sua Eminenza, il Cardinal Farrell: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.
Primo Papa gesuita della storia, ma anche primo Papa a scegliere di chiamarsi Francesco, Bergoglio – proveniente da una famiglia di origine piemontese – era nato a Buenos Aires. Ha sempre rifiutato agi e privilegi. Nella sua terra girava in metropolitana, banditi autista ed auto blu. Anche a Roma spesso si muoveva coi mezzi pubblici quando non si concedeva passeggiate.
A Bergoglio si deve anzitutto il merito di avere buttato giù (alcune) barriere nella Chiesa, di aver cercato di rimuovere quella fastidiosa “croce” che certe gerarchie della Chiesa hanno fatto portare alla persone gay, alle loro famiglie ma anche a persone fuoriuscite da famiglie tradizionali. «Una Chiesa ‘selettiva’, di ‘sangue puro’, non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta», ha detto. Tra i momenti più belli della incisività che predicava l’incontro, davanti alla parrocchia romana di San Paolo della Croce a Corviale con uno dei bimbi del catechismo, Emanuele, che faceva fatica persino a parlare tanto era in preda a un pianto disperato. Il Papa lo fece avvicinare a sé, lo abbracciò e lo invitò a sussurrargli il suo pensiero in un orecchio, lontano dal microfono, poi gli chiese il permesso di poter ripetere ai presenti le sue parole. «Magari tutti potessimo piangere come Emanuele quando abbiamo un dolore come lui nel cuore. Lui piange per il papà. Io ho chiesto il permesso a Emanuele di dire in pubblico la sua domanda. Poco fa è venuto a mancare il papà, era ateo ma ha fatto battezzare tutti e quattro i figli, era un uomo buono: è in cielo papà? mi ha chiesto», spiegò il Papa. Quindi rispose a Emanuele: «Che bello che un figlio dica del suo papà che era bravo, è una bella testimonianza di quell’uomo ed è una bella testimonianza che abbia avuto il coraggio di piangere davanti a tutti noi. Non aveva il dono della fede ma ha fatto battezzare i figli, aveva il cuore buono, com’è il cuore di Dio davanti a un papà così? Dio ha un cuore di papà e davanti a un papà non credente che è stato capace di battezzare i figli pensate che Dio sarebbe capace di lasciarlo lontano da lui? No. Ecco Emanuele, questa è la risposta. Parla con tuo papà, prega con tuo papà, grazie Emanuele».
Bergoglio è stato anche il Papa della “pace”. «Non lasciamo di pregare per la pace. E non dimentichiamo che la guerra sempre è una sconfitta», è stata una delle sue esternazioni più recenti. E sulla guerra in Medio-Oriente ha detto: «Tutti dobbiamo lavorare e impegnarci affinché si raggiunga una pace duratura, dove lo Stato di Palestina e lo Stato d’Israele possano vivere l’uno accanto all’altro, abbattendo i muri dell’inimicizia e dell’odio; tutti dobbiamo avere a cuore Gerusalemme, affinché diventi la città dell’incontro fraterno tra cristiani, ebrei e musulmani, tutelata da uno statuto speciale garantito a livello internazionale». «Penso a quei palestinesi e israeliani di buona volontà che, tra le lacrime e le sofferenze, non smettono di attendere nella speranza l’arrivo di un giorno nuovo e si adoperano ad anticipare l’alba di un mondo pacifico in cui tutti i popoli spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra», ha detto. E ancora: «Da mesi ormai assistiamo a una crescente scia di ostilità e vediamo morire sotto i nostri occhi tanti innocenti. Tutta questa sofferenza, la brutalità della guerra, le violenze che essa scatena e l’odio che semina anche nelle generazioni future dovrebbero convincerci che “ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male».
lunedì, 21 Aprile 2025 - 10:11
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