Tragedia sul Faito, primi indagati per la morte di 4 persone nel crollo della cabina della funivia: sono dipendenti Eav


Ci sono i primi indagati nell’ambito della inchiesta sul tragedia del Faito dovuta al crollo di una cabina della funivia al cui interno vi erano cinque persone: la procura della Repubblica di Torre Annunziata, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso, ha iscritto nel registro degli indagati Marco Imparato (responsabile esercizio e manutenzione della funivia) Pasquale Sposito (direttore operativo), Giancarlo Gattuso (dirigente infrastrutture) e Pasquale di Pace (capo impianto). Si tratta di funzionari e dipendenti dell’Eav, l’ente – che fa capo alla Regione Campania – gestore dell’impianto di risalita che da Castellammare di Stabia collega il centro cittadino con il villaggio del Faito a quota 1131 metri.

I reati contestati dai sostituti procuratori di Torre Annunziata Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio, coordinati dall’aggiunto Cilenti e dal procuratore Fragliasso, sono, al momento, di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. L’iscrizione nel registro degli indagati è un passaggio obbligato in vista dell’autopsia sul corpo delle quattro vittime del crollo: l’incidente ha provocato la morte di di Janan Suliman, ragazza israelo-palestinese di 25 anni; Elaine Margaret Winn, 58enne britannica, con suo marito Derek Winn, 65 anni; e e3l macchinista dell’Eav di 59 anni Carmine Parlato, originario di Vico Equense e residente a Castellammare di Stabia. È ancora ricoverato in prognosi riservata Thabet Suliman, 23 anni, fratello di Janan.

Il conferimento dell’incarico ai periti scelti dai magistrati per l’esame irripetibile sulle quattro salme è stato fissato per le 11,30 di giovedì prossimo, a una settimana, in pratica dal disastro.

Eav ha espresso «piena fiducia da parte di Eav, a tutti i livelli, nella magistratura e massima collaborazione con gli inquirenti, come sempre, com’è giusto e com’è ovvio che sia, per accertare la verità e le eventuali responsabilità».

Al momento la procura non ha individuato le cause del crollo: le risposte arriveranno incrociando tutti gli accertamenti disposti sul funzionamento della funivia, sui cavi (uno dei quali, quello di trazione ha ceduto) che reggono le cabine e le fanno scorrere, sulla manutenzione, sui freni. Accertatamenti tecnici che richiedono tempo.

Domani, intanto, ci sarà un nuovo sopralluogo dei consulenti della Procura, dei magistrati, della Polizia e degli uomini del soccorso alpino: gli investigatori e i tecnici effettueranno ispezioni sul luogo dove è stata trovata la cabina e poi si sposteranno anche altrove, lungo il percorso.

 

martedì, 22 Aprile 2025 - 20:33
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