Stretta dell’Ue su Apple e Meta: maxi-multe e accuse di «estorsione economica» dagli Stati Uniti


Le tensioni tra Stati Uniti e Unione europea si riaccendono con forza dopo l’annuncio di Bruxelles: Apple e Meta sono state sanzionate per un totale di 700 milioni di euro per aver violato il Digital Markets Act (Dma), la nuova normativa europea che punta a limitare il potere dei colossi digitali. Washington ha reagito con parole di fuoco, definendo le multe «una nuova forma di estorsione economica», una dichiarazione che rischia di inasprire ulteriormente i già fragili rapporti transatlantici, aggravati dalle prospettive di nuovi dazi promessi da Donald Trump in caso di ritorno alla Casa Bianca.

Apple e Meta sotto accusa: cosa ha stabilito Bruxelles

Secondo la Commissione europea, Apple ha violato le regole anti-steering impedendo agli sviluppatori di app di informare i propri utenti su opzioni di acquisto esterne all’App Store. Questo comportamento, ritenuto ingiustificato e sproporzionato, ha limitato la concorrenza e danneggiato i consumatori, privandoli della possibilità di accedere a offerte alternative, spesso più economiche. La sanzione è stata pesante: 500 milioni di euro e l’obbligo per Apple di rimuovere tutte le restrizioni tecniche e commerciali in questione.

Meta, invece, è stata multata per 200 milioni di euro per non aver rispettato l’obbligo di offrire agli utenti un’alternativa reale al consenso per la pubblicità personalizzata. Il modello “consenso o pagamento”, introdotto a marzo 2024, non garantiva un’opzione equivalente ma meno invasiva dal punto di vista della privacy, violando così uno dei principi cardine del DMA.

L’ira di Washington: «Normative ostili alle aziende americane»

La risposta americana è arrivata subito e con toni durissimi. Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha denunciato una «forma di estorsione economica» mascherata da regolamentazione. «Non tollereremo normative extraterritoriali che prendono di mira specificamente le aziende americane – ha dichiarato – soffocano l’innovazione e consentono la censura. Sono barriere commerciali e minacciano una società civile libera».

Il messaggio è chiaro: Washington interpreta le mosse dell’UE come un attacco diretto ai suoi campioni tecnologici, e minaccia ritorsioni. Il caso si inserisce in un contesto già critico: le relazioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico sono tese, e l’eventuale ritorno di Trump alla presidenza rischia di riaccendere la guerra dei dazi, con nuove tariffe su prodotti europei in arrivo.

L’Europa tra tutela del mercato e rischio geopolitico

Bruxelles, dal canto suo, difende le sanzioni: entrambe le decisioni sono arrivate dopo un «ampio dialogo» con le aziende coinvolte, che hanno avuto modo di esprimere le proprie posizioni. Le violazioni contestate – sottolinea la Commissione – sono state accertate con rigore, e le multe tengono conto della gravità e della durata della non conformità.

Eppure, al di là del merito giuridico, il tempismo delle sanzioni fa inevitabilmente scattare un cortocircuito politico. Da un lato, l’Uerivendica il diritto di regolamentare il proprio mercato digitale e proteggere i consumatori; dall’altro, gli Stati Uniti vedono un accanimento normativo verso le aziende americane e temono una deriva protezionista dell’Europa mascherata da regolamentazione.

Una frattura che si allarga

Le multe inflitte ad Apple e Meta non sono solo un messaggio alle big tech: sono anche un segnale di forza politica da parte dell’Europa, che cerca di affermare la propria sovranità digitale. Ma questo messaggio rischia di essere letto a Washington come una provocazione economica. Il risultato? Un’escalation di tensioni che intreccia digitale, commercio e diplomazia, con effetti ancora imprevedibili sulle future relazioni tra Ue e USA.

giovedì, 24 Aprile 2025 - 20:34
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