Il simbolo del Movimento 5 Stelle non ci sarà. In nessuna delle schede elettorali dei cinque Comuni al voto in provincia di Napoli. È il dato più dirompente dell’appuntamento elettorale del 25 e del 26 maggio che, in tutta Italia, vedrà al voto ben 117 Comuni, 31 dei quali con più di 15mila abitanti e 86 con abitanti pari o inferiori a 15mila.
È un’assenza che pesa, e non poco. Perché se è vero che le elezioni amministrative sono spesso laboratorio di nuove alleanze e sperimentazioni civiche, è altrettanto vero che quello dei grillino è un partito che, solo qualche anno fa, travolgeva a valanga gli avversari politici nel segreto dell’urna. Soprattutto al Sud, soprattutto in Campania. Soprattuto a Napoli e nella sua provincia. E, invece, oggi non riesce neppure a presentare una lista. Segno che, oltre all’emorragia di consensi ormai cronica, il Movimento deve fare i conti anche con problemi interni che ne azzoppano la sua capacità di rappresentare le istanze dei territori.
E così il Movimento che prometteva di essere ovunque, dal Parlamento al più sperduto dei municipi, oggi brilla per assenza proprio laddove dovrebbe dimostrare di saper ricostruire il rapporto con i cittadini. A Giugliano, la seconda città più popolosa della Campania, non c’è lista né simbolo; a Volla, scompaiono pure dalle alleanze civiche; a Casavatore la lista c’è ma il simbolo no: un travestimento che sa più di fuga che di strategia. Le stelle sono spente e la questione preoccupa i vertici nazionali: se a livello locale il Movimento 5 Stelle non riesce più ad attrarre consensi, in che modo i grillini potranno affrontare le prossime e vicine elezioni regionali in Campania, e soprattutto come faranno a rivendicare posizioni se dimostrano di non avere alcun peso specifico nelle urne? La riflessione è aperta. Nei Comuni al voto si entra, intanto, in piena campagna elettorale: ieri sono state depositate le liste coi nomi dei candidati a sindaco.
In Campania andranno al voto 15 Comuni. In provincia di Avellino si vota a Chiusano di San Domenico, Rotondi e Senerchia. In pronvica di Benevento urne aperte a Sant’Angelo a Cupolo. In provincia di Caserta, si va al voto a Lusciano e Pignataro Maggiore. Nel Salernitano, si vota a Capaccio Paestum, Castelnuovo di Conza, Ispani e Sant’Angelo a Fasanello. Sono invece cinque i Comuni della provincia di Napoli che tornano alle urne: Casavatore, Giugliano, Marigliano, Nola e Volla. Sono tutti Comuni che tornano al voto anticipatamente perché in tutti i casi le amministrazioni comunali elette non sono arrivate alla fine del loro percorso per via di forti tensioni che hanno determinato la caduta del sindaco. E, in tutti e cinque i casi, il sindaco (con la sua squadra) che ha dovuto rinunciare anzitempo al mandato è del Pd o comunque di area centrosinistra, il che rende la strada in salita per i “dem” che nelle urne devono recuperare credibilità agli occhi dei cittadini.
A Volla, che conta poco più di 23mila abitanti, ben sei candidati a sindaco accendono una competizione all’insegna di alleanze politiche saltate, rovesciamenti di fronte, partiti spariti dalle schede. Ci riprova Giuliano Di Costanzo, entrato a Palazzo nel 2021 e disarcionato a ottobre 2024 quando nove consiglieri comunali firmarono la sfiducia, mandando a casa e dando un colpo di accelerazione a nuove elezioni. Di Costanzo è sostenuto dal Pd, di cui è storico esponente, e da tre liste civiche (Liberi insieme-Giuliano Di Costanzo sindaco, Viva Volla e Moderati per Volla), che hanno dato vita alla coalizione “Patto per Volla”. In Liberi insieme sono confluiti esponenti di Azione che a questa tornata non presenta una lista con il simbolo: la criminologa Claudia Cavallo e il commercialista Claudia Cavallo sono i calendiani confluiti nella civica “Liberi insieme-Giuliano Di Costanzo”. Di Costanzo sogna la “rivincita” su chi lo ha mandato a casa anzitempo. In un documento di qualche giorno fa, la coalizione ha sottolineato come Di Costanzo abbia «saputo guidare l’amministrazione comunale con onestà e responsabilità, senza mai piegarsi a interessi opachi o pressione esterne, dimostrando di essere un uomo libero, autonomo nelle scelte e capace di anteporre sempre l’interesse pubblico a qualsiasi logica di potere». Una curiosità: dalla coalizione a sostegno di Di Costanza, sparisce il simbolo del Movimento 5 Stelle: i grillini non saranno presenti in questa tornata elettorale.
Il centrodestra sfida il Pd con Lino Donato, uno dei nove consiglieri comunali che hanno sfiduciato Di Costanzo: Donato è appoggiato da tre liste, Fratelli di Italia, Forza Italia e la civica Radici in Comune, quest’ultima nata dalla fusione di Free Volla (riconducibile al movimento di Josi Gerardo Della Ragione di Bacoli) e di Intesa per Volla. Da sottolineare che alle scorse elezioni, quelle che nel 2021 incoronarono Di Costanzo (Pd) sindaco, Free Volla si presentò a sostegno proprio di Di Costanzo, dal quale il movimento ha progressivamente preso le distanze sino a ritrovarsi dal lato opposto della barricata. Tra i candidati consiglieri più di un ex: ci sono i nomi dell’ex assessore e consigliere comunale Giuseppe Annone (FdI), coordinatore cittadino di FdI; degli ex consiglieri comunali Salvatore Barone e Giuseppe Russo, entrambi nella lista di FdI; gli ex consiglieri comunali Imma Veneruso Antonio Argentino e Ivan Russo, per la lista di Forza Italia; l’ex presidente del Consiglio comunale Ciro Petrazzuolo e l’ex consigliere comunale Ivan Aprea, inseriti nella civica “Radici in Comune”.
A creare qualche problema nel fronte del Pd potrebbe pensarci un altro candidato a sindaco, vale a dire Gianluca Pipolo che in questa tornata elettorale è sostenuto da “PER la comunità e i cittadini” e Noi per Volla. Su Pipolo potrebbero convergere anche voti di scontenti del centrosinistra: il politico, infatti, è stato capogruppo del Pd con la giunta di Giuliano Di Costanzo, poi è passato in opposizione ed è stato tra i nove consiglieri a firmare la sfiducia a Di Costanzo. Pipolo è molto noto in città per il suo impegno in politica: è stato due volte assessore, una nella giunta dell’ex sindaco Andrea Viscovo (che di fatto lo sostiene con Noi con Volla) e una con la giunta dell’ex sindaco Angelo Guadagno.
Scende in campo anche un altro ex sindaco, Pasquale Di Marzo, che ha indossato la fascia tricolore dal 2018 al 2021: avvocato, Di Marzo guida la carica dei “volontari del cambiamento” che animano quattro liste civiche, Oblò per Volla, Uniamo Volla, Il Giglio – Legalità e Giustizia, Volla 2025. «Insieme possiamo trasformare Volla e darle il futuro che merita. Avanti tutta, uniti per il cambiamento», ha scritto sui social Di Marzo a margine della presentazione dei candidati delle sue liste.
Nomi noti ma anche nomi nuovi. Si sono candidati a sindaco anche Roberto Barbato e Gennaro Burriello, che sono alla loro prima esperienza politica sul territorio. Cooperatore sociale e presidente/allenatore della Tresana Basket Volta, Barbato è sostenuto dalla lista civica “La Mia volla” con candidati tutti alla prima esperienza. Gennaro Burriello, che per quarant’anni è stato funzionario pubblico al Comune di Napoli (ora è in pensione), è invece sostenuto da Potere al Popolo, che alle passate elezioni sostenne invece Di Costanzo.
Sono invece quattro i candidati a sindaco che si contenderanno la fascia tricolore a Nola.
Per il centrodestra c’è l’architetto Maurizio Barbato, sostenuto dalla sola lista di Fratelli d’Italia di cui è presidente del circolo locale. Agostino Ruggiero è sostenuto da Socialisti per Nola; Antonio Ciniglio è sostenuto da Gelso Nola 2040; Andrea Ruggiero, 63 anni, dottore commercialista ed imprenditore del settore gioielliere, è sostenuto da P.E.R. Nola e da sette liste civiche (Nola Bene Comune, Per Nola, Più Nola Oltre, Fare democratico Nola, Solo per Nola, Nola sul serio e Nola popolare). Il Partito democratico non sarà presente a seguito del clamoroso ritiro – annunciato pochi giorni fa – del suo candidato a sindaco Giuseppe Tudisco. Un ritiro che conferma l’esistenza di problemi forti all’interno del centrosinistra, già venuti galla quando il sindaco Carlo Buonauro – espressione della coalizione Pd-M5S – si è dimesso a ottobre scorso lamentando il mancato sostegno da parte della maggioranza. Poi ci ha pensato Tudisco a rincarare la dose, parlando di «logiche personalistiche e distruttive» come la causa principale della sua decisione di uscire di scena. La città di Nola sta vivendo un momento particolarmente teso: a novembre il sindaco Carlo Buonauro si è dimesso, la macchina comunale è passato nelle mani del commissario straordinario Maria Lucia Trezza che pochi giorni fa ha azzerato le nomine del Cda della Fondazione Festa dei Gigli, nominando il viceprefetto Roberto Esposito nuovo commissario straordinario dell’ente per la durata di tre mesi o fino all’insediamento del nuovo Cda.
A Marigliano, comune di 30mila abitanti, è corsa a tre dopo la fine del governo del sindaco Giuseppe Jossa (Pd), sfiduciato lo scorso febbraio. Il centrosinistra ci riprova na stavolta scommette su Gaetano Bocchino, responsabile degli Enti locali della Federazione metropolitana del Pd di Napoli. Bocchino è sostenuto dal Partito democratico, Azione, PER Marigliano, Impegno Civico, Alleanza Verdi Sinistra e la civica Insieme.
Il centrodestra, invece, punta su un nome noto anche a livello nazionale: in campo c’è Paolo Russo, ex parlamentare e fedelissimo di Mara Carfagna. Dopo una lunga militanza in Forza Italia, Paolo Russo ha seguito Mara Carfagna prima in Azione e poi in Noi Moderati. Russo, oculista al Monaldi, prova adesso a diventare sindaco: guida la coalizione “Cuore civico” con le liste Fare Democratico, Paolo Russo Sindaco, Fratelli per Marigliano, Il Centro – Tempi nuovi per Marigliano, La Città che vogliamo e Oggi Paolo Russo sindaco. Da notare come i partiti di centrodestra non ci abbiano messo la “faccia”: mancano infatti i simboli dei partiti, anche se in alcuni casi il rimando è scontato, come nel caso di Fratelli per Marigliano che nasce su impulso di Fratelli d’Italia. Infine c’è Ciro Panariello, sostenuto dall’unica lista civica Cambiamo Marigliano.
Sono tre anche i candidati a sindaco nel comune di Giugliano, seconda città della Campania per il numero di abitanti e tra le prime in Italia per vastità del territorio (oltre al centro conta anche le località di Licola, Varcaturo e Lago Patria). Giugliano torna al voto dopo mesi di grande tensione politica, inchieste, veleni e accuse incrociate che hanno spinto il sindaco del Pd Nicola Pirozzi a fare un passo indietro, rinunciando anche alla ricandidatura nella quale confidava. A rappresentare il centrosinistra sarà il capogruppo uscente del Pd, Diego D’Alterio, che in buona sostanza va a rappresentare la continuità con Pirozzi: D’Alterio è sostenuto da Pd, Italia Viva, Azione, e le civiche Giugliano democratica, Comitato civico costiero con Diego, Lista Guarino Luigi.
Per il centrodestra c’è invece Giovanni Pianese, ex sindaco di Giugliano e più volte consigliere regionale della Campania: lo sostengono Fratelli d’Italia, Liberali-Nuovo Psi, Forza Italia, Udc, Vivere Giugliano (lista Pianese sindaco).
Con una sola lista (Insieme per Giugliano), si candida a sindaco Salvatore Pezzella, che in passato è stato anche consigliere metropolitano di Napoli per il M5S. Il movimento pentastellato però non ha presentato alcuna lista perché, ha spiegato la vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, “non ci sono le condizioni”. A Giugliano, attualmente, è al lavoro la Commissione di accesso che sta ancora lavorando per accertare la sussistenza di eventuali infiltrazioni camorristiche. I primi tre mesi di lavoro della Commissione di accesso, inviata dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, scadranno proprio a pochi giorni dal voto.
Infine sono tre anche i candidati a Casavatore, che pure esce da una situazione politica tesa: il sindaco sostenuto da Pd e 5 Stelle, Luigi Maglione, è stato sfiduciato a ottobre. Il centrodestra prova a partire da queste macerie per conquistare il Palazzo e punta sull’ex sindaco Vito Marino, che però si presenta al vot con una serie di liste civiche e senza simboli di partito, “Cammino in Comune”, “Casavatore sei tu” “Idea Democratica”, “Insieme per Casavatore” e “La voce dei cittadini”.
Il Pd, invece, ci rimette la faccia e punta sull’avvocato penalista Fabrizio Celaj, per la prima volta in politica: con lui anche le liste civiche “Casavatore civica”, “Casavatore Viva”, “Lista Spinuso in azione” e la lista del M5S, orfana di simbolo e denominata “Movimento per Casavatore”. È candidato a sindaco anche Mauro Muto, che negli ultimi mesi ha rapidamente cambiato casacca: prima tesserato del Pd, è passato in Azione e poi in FdI che oggi lo sostiene come candidato.
domenica, 27 Aprile 2025 - 11:31
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