Lite per futili motivi poi gli spari, Far West a Monreale: 3 morti. Andrea aveva salvato la fidanzata, poi è stato ucciso

Turdo, Miceli e Pirozzo
Salvatore Turdo, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, uccisi a Monreale
di Laura Nazzari

Quando in via Benedetto D’Acquisto, piena di pizzerie e pub a pochi passi dal Duomo di Monreale, è scoppiato il caos, il primo pensiero di Andrea Miceli è stato quello di mettere in salvo la sua fidanzata e subito dopo di cercare di salvare il cugino. È successo tutto in pochi maledettissimi minuti, una sequenza da far west che forze dell’ordine e magistratura stanno cercando di ricostruire con esattezz.

Andrea Miceli, 26 anni, carpentiere nella ditta edile del padre, ha istintivamente preso la fidanzata e l’ha fatta salire in macchina, dicendole di chiudersi dentro. Non è ancora chiaro se ciò è avvenuto quando sono stati esplosi i primi colpi di pistola o se invece la ragazza è riuscita ad allontanarsi quando in strada è montato il caos, con sedie, tavolini, bottiglie di vetro lanciate da una parte all’altra della strada. Quel che invece è certo è che Andrea ha detto alla giovane di non preoccuparsi, ed è tornato indietro, per raggiungere il cugino Salvatore Turdo, di 23 anni. E in quell’istante esatto un proiettile lo ha colpito. Non dandogli scampo.

È una storia folle quella arrivata da Monreale, a dieci chilometri da Palermo, meta turistica di fama internazionale per via del suo incredibile Duomo, la  più bella chiesa normanna di tutta la Sicilia e uno dei più mirabili monumenti architettonici del Medioevo. Intorno all’1.30 di notte alcuni ragazzi hanno iniziato a litigare: pare a causa di qualche parola di troppo per la guida spericolata di uno scooter tra la folla. Da un lato c’erano Turdo, Pirozzo e Miceli e dall’altro un gruppetto di Palermitani provenienti dal quartiere Zen che si era beccati il rimprovero per la guida spericolata. In un attimo gli animi si sono incendiati e dallo scontro verbale si è passati alle mani. Sedie e tavolini che volano, bottiglie come armi. E poi il rumore degli spari. Tanti spari. Il bilancio è stato di tre morti e due morti. I proiettili hanno spezzato la vita di Salvatore Turdo, 23 anni, che lavorava come carpentiere nella ditta dello zio; del 26enne Massimo Pirozzi; e di Andrea Miceli, che è arrivato in condizioni disperate all’ospedale Civico di Palermo, ed è morto poche ore dopo. Tutti e tre i ragazzi erano di Monreale ed erano amici.

Chi erano le vittime: sogni, passioni e una vita spezzata

Andrea era tornato indietro per aiutare il cugino, al quale era legato da profondo affetto. Andrea e Salvatore erano cresciuti insieme. Andrea amava il calcio ed era un grande tifoso della Roma, con una particolare ammirazione per Paulo Dybala. Giocava come attaccante nella Real Pioppo, squadra del girone B della Terza Categoria palermitana. In segno di lutto la delegazione palermitana della Lega nazionale dilettanti ha rinviato la partita in programma oggi tra Trappeto e Real Pioppo, valida per il 17° turno. «Oggi il calcio passa in secondo piano. La società ha appreso con grande dolore la notizia della scomparsa di un giovane ragazzo del Real Pioppo – ha scritto la Academy Trappeto -. Tutta la nostra squadra si unisce in un grande abbraccio alla società, alla famiglia e a tutti i compagni di squadra. Queste tragedie non dovrebbero mai esistere, soprattutto in un mondo come il nostro fatto di sogni, passione e amicizia. Oggi siamo tutti dalla stessa parte. Perché il calcio unisce, e oggi il nostro pensiero è solo per te. Ciao campione».  Salvatore Turdo, invece, tifava Juventus e su Instagram pubblicava selfie spensierati e video della sua moto, la sua grande passione.
Massimo Pirozzo era un amico di Andrea e Salvatore. Era un ragazzo che cambiava spesso lavoro. I suoi amici lo descrivono come tranquillo, amante della musica elettronica: sognava il Tomorrowland, il grande festival in Belgio, dove diceva di lavorare.

I feriti: fuori pericolo il sedicenne

Nella sparatoria sono rimaste ferite anche altre persone. Un 16enne è stato trasferito al Policlinico di Palermo: nonostante la paura e le ferite, ha rassicurato gli amici rispondendo ai messaggi dal letto d’ospedale. Rimane invece sotto osservazione Nicolò Cangemi, 33 anni.

Fermati dei sospettati

In caserma sono stati portati alcuni giovani palermitani, in particolare due ragazzi di 19 e 20 anni, sospettati di aver partecipato alla spedizione partita dal quartiere Zen. Ad accendere gli animi sarebbe stato proprio un gruppo di palermitani. Uno dei ragazzi sospettati è stato bloccato subito, mentre altri ragazzi sono stati rintracciati grazie alle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze raccolte.

domenica, 27 Aprile 2025 - 20:34
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