Scuola, arresto obbligatorio per chi picchia docenti e presidi: nuove misure del Governo. Valditara: «Garantire serenità»

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Via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge proposto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che introduce misure drastiche contro la violenza a scuola. Cuore del provvedimento: l’arresto obbligatorio in flagranza e semi flagranza per chi commette lesioni fisiche ai danni di docenti e dirigenti scolastici, misura che non si applicherà ai minori.

Il ddl approvato modifica l’articolo 380 del Codice di procedura penale, equiparando le aggressioni al personale scolastico a quelle già previste per il personale sanitario. Prevista inoltre una nuova aggravante di pena, con una forbice che va da due a cinque anni di reclusione anche per le lesioni lievi, contro i sei mesi–tre anni oggi in vigore.

Valditara: «Un docente non si tocca. Troppi casi di violenze, serve fermezza»

Il ministro Valditara ha spiegato le ragioni del disegno di legge con parole nette: «Il personale scolastico è quello più toccato dalle aggressioni dopo quello sanitario. C’è stato un aumento impressionante delle aggressioni soprattutto da parte dei genitori: fino al 2022-2023 erano gli studenti ad aggredire, ora nel 2024 e pure nel 2025 sono aumentati i genitori che picchiano i docenti e i dirigenti scolastici».

E ha aggiunto: «Perché questa norma? Un insegnante, un dirigente scolastico, non si tocca. Posso anche aggiungere che la funzione delicata e importante dell’educatore deve essere preservata. L’obiettivo primario è garantire condizioni di serenità per chi lavora con i nostri figli».

Il ministro ha poi citato alcuni episodi particolarmente gravi accaduti negli ultimi mesi:
«A Roma una collega è arrivata a farsi scortare a casa dai colleghi perché aveva paura dopo episodi di stalking dei genitori. Alla fine questi si sono presentati a scuola e l’hanno presa a bastonate. In Calabria, dagli insulti si passa all’aggressione fisica: un docente è stato preso a pugni dai genitori, cade a terra, batte la testa e resta in prognosi riservata in ospedale».

Il caso Torino: calci e schiaffi agli insegnanti

Le nuove misure arrivano nel giorno in cui si è registrato l’ennesimo episodio di violenza scolastica. In una scuola superiore di Torino, uno studente ha colpito con un calcio un’insegnante e preso a schiaffi un altro docente, che è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso e ha sporto denuncia alla Polizia.

Ronzulli: «Proteggere chi educa è una battaglia di civiltà»

Plaude alle nuove misure Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato e senatrice di Forza Italia: «L’arresto in flagranza per chi picchia gli insegnanti, annunciato oggi dal ministro Valditara, è cosa buona e giusta. Da troppo tempo assistiamo all’aggressione di docenti e dirigenti scolastici che hanno la sola colpa di rappresentare la seconda agenzia educativa dei ragazzi, dopo quella familiare».

E aggiunge: «È inaccettabile che un professore rischi la propria incolumità per un brutto voto o per essere troppo severo. La scuola è un luogo di apprendimento non solo culturale ma sociale, e chi vi lavora va tutelato da chi non è in grado di rispettare le regole del vivere civile».

La voce dei presidi: «Non bastano le pene, serve prevenzione»

Anche DirigentiScuola, sindacato nazionale dei presidi, accoglie positivamente la riforma:
«Non possiamo che esprimere il nostro plauso al ministro Valditara. L’obiettivo è garantire ai nostri figli condizioni di serenità in ambiente scolastico, e per fare questo è indispensabile ribadire un principio sacrosanto: l’insegnante, il dirigente scolastico e l’educatore non si toccano».

Ma il sindacato lancia anche un monito: «Non bastano le pene, ci vuole anche e soprattutto prevenzione: serve un intervento di sistema. La scuola non può essere incolpata di ogni forma di disagio, devianza o malessere che spesso non ha gli strumenti per affrontare adeguatamente».

venerdì, 2 Maggio 2025 - 08:30
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