È di nuovo botta e risposta tra l’Unione delle Camere Penali Italiane (Ucpi) e il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Cesare Parodi. Ad accendere la miccia è stato un duro comunicato diffuso dall’Ucpi il 3 maggio, nel quale si denuncia l’inefficacia del sistema di valutazione della professionalità dei magistrati. A stretto giro è arrivata la replica di Parodi, che ha difeso la categoria e contrattaccato con toni altrettanto fermi.
L’attacco dell’Ucpi: «Tutti promossi a pieni voti»
Nel comunicato dell’Ucpi si legge: «Il sistema delle valutazioni di professionalità dei magistrati è totalmente ineffettivo. Richiede grandi sforzi burocratici ma non produce alcun risultato pratico perché sono tutti promossi sempre a pieni voti. Questo è l’effetto di una costante opera di interdizione della magistratura, sempre pronta a bloccare ogni modifica che possa condurre a valutazioni di professionalità adeguate». La critica centrale è rivolta a un meccanismo autoreferenziale, nel quale – secondo i penalisti – i magistrati eletti finiscono per valutare i propri elettori, generando un evidente conflitto d’interessi. Non solo: l’Ucpi denuncia come la riforma Cartabia, che avrebbe dovuto introdurre un ruolo attivo dell’avvocatura nei procedimenti di valutazione, sia stata in realtà svuotata dalla resistenza della magistratura. Gli avvocati, secondo il comunicato, sono stati ridotti a meri «segnalatori», senza strumenti per esprimere un giudizio completo.
La replica del presidente dell’Anm Cesare Parodi
La risposta del presidente dell’ANM non si è fatta attendere. In una lunga nota stampa, Cesare Parodi ha respinto al mittente le accuse, sottolineando l’erroneità delle affermazioni e chiedendo conto della genericità delle denunce: «Apprendo di essere stato personalmente citato in un comunicato dell’Unione delle camere penali e mi sento in dovere di rispondere immediatamente, anche se so trattarsi di un’associazione che rappresenta meno del 5% degli avvocati italiani, alla quale porto un doveroso rispetto. Rispondo anche per non essere tra i primi “cattivi” inseriti nel costituendo database delle doglianze, sotto la voce “distratto/poco educato”». Ironia a parte, Parodi entra nel merito, rivendicando che ogni magistrato è sottoposto a sette differenti valutazioni nel corso della carriera: «Mi domando quale altra categoria di lavoratori ne ha altrettante. Ricordiamolo: forse non tutti i cittadini lo sanno; gli avvocati, sì».
Il presidente dell’Anm contesta inoltre l’etichetta di “casta” attribuita alla magistratura e rigetta l’accusa di una presunta “superiorità etica” come artificiosa e mai rivendicata:
«Sorprende, o forse no, l’ennesimo richiamo alla magistratura dipinta come casta, impegnata a difendere i propri privilegi […]. Etica che gli avvocati dell’Ucpi intendono generosamente conferire».
La sfida: «Facciamo i nomi»
Parodi non si limita a difendere l’operato dei magistrati, ma rilancia chiedendo chiarezza:
«Chiediamo vengano fatti questi nomi: sono necessari. […] I cittadini hanno il diritto di sapere in quali casi magistrati hanno superato – in forza solo delle predette logiche – le valutazioni di professionalità, pur non essendo idonei». L’invito è netto: se l’Ucpi ha conoscenze documentate su nomine viziate da logiche correntizie o su valutazioni compiacenti, le renda pubbliche. Altrimenti, sostiene Parodi, si cade nel “qualunquismo”.
Ucpi rincara: «La musica non cambia, nonostante gli scandali»
Nel passaggio conclusivo del comunicato dei penalisti, il tono si fa ancora più acceso e sarcastico. Si evoca l’atteggiamento della magistratura come anacronistico, con un riferimento musicale pungente: «Il refrain ricorda quello di Caselli (il magistrato), ma ancor più quello di Caterina (la cantante), nel noto brano “nessuno mi può giudicare”, solo che continuare a suonare la stessa musica anche dopo gli scandali che hanno fatto emergere la portata dell’affarismo correntizio […] ha un che di anacronistico e, per taluni versi, anche di umoristico». Un’ironia amara, perché – conclude l’Ucpi – «c’è poco, o nulla, da ridere».
lunedì, 5 Maggio 2025 - 18:13
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