Napoli e il caso Taverna a Santa Chiara: polemica su Manfredi e Armato, politici in trincea e slogan per Gaza

di Marco Cesario

È un caso che ha spaccato Napoli, incendiato la “piazza” (dei social) e trascinato la politica in un turbine di dichiarazioni contrapposte, accuse incrociate e prese di posizione sempre più polarizzate. Lo scontro tra la ristoratrice Nives Monda della Taverna a Santa Chiara e due turisti israeliani sul massacro in corso a Gaza, ha acceso la miccia di una vera e propria bufera, con tanto di ricadute nell’ambito giudiziario per via delle denunce incrociate sporte prima dai turisti e poi dalla ristoratrice.

E nella tempesta ci sono finiti pure il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore al Turismo Teresa Armato. L’assessore, a nome del sindaco e dell’amministrazione comunale, s’era affrettata a dare la propria solidarietà ai due turisti, offrendo loro un caffé. Poi però, quando il caso s’è ingrossato e la voce della ristoratrice è riuscita ad emergere dal mare delle accuse e dell’odio social, a Palazzo San Giacomo hanno cercato di correggere il tiro, provando a bilanciare solidarietà e vicinanza. «Ho incontrato i due turisti israeliani perché hanno denunciato di essere stati insultati e mandati via da un locale in quanto ebrei. Quando li ho incontrati erano appena stati dai carabinieri. Come assessora al Turismo non potevo far passare l’immagine di Napoli come città discriminante e antisemita – ha commentato Armato -. Questa scelta non ha niente a che fare con la mia posizione politica di totale presa di distanza dall’orrore di Gaza ed a favore del principio di due popoli e due Stati. Sono pronta a parlare di questo anche con la ristoratrice, bisogna far vincere il dialogo e combattere il clima di odio». Pure il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, compulsato sul punto a margine di un evento, ha tentato una sintesi: «Credo sia necessario riprendere il filo del dialogo perché quando non c’è dialogo ci sono incomprensione e conflitto. Vanno definiti bene i fatti, perché è chiaro che la tolleranza deve essere bilaterale». Dichiarazioni che però non hanno salvato sindaco e assessore dagli attacchi di pezzi di politica locale per via di quella iniziale presa di posizione in favore dei turisti.

Tant’è, il caso della Taverna a Santa Chiara ha infiammato anche oggi il dibattito politico. «Criticare le politiche di Israele non è antisemitismo. Piena solidarietà a Nives e al suo staff, bersaglio di una campagna d’odio violenta», ha detto il senatore Peppe De Cristofaro (Avs).

Stessa linea per la deputata del Movimento 5 Stelle Gilda Sportiello: «Come già fatto nelle scorse ore, rinnovo a nome mio e di tutto il Movimento 5 stelle della città di Napoli la nostra solidarietà a Nives Monda e alla Taverna Santa Chiara vittima di attacchi e accuse violente e inaccettabili».

Il gruppo consiliare del M5S aggiunge: «Come Movimento 5 stelle da sempre lavoriamo in tutte le sedi istituzionali mettendo sempre al centro le persone e denunciando in ogni luogo violenze e discriminazioni, dentro e fuori le istituzioni, e proprio per questo non abbiamo mai smesso di denunciare le ingiustificabili politiche del governo di Netanyahu e continueremo a farlo».

Dal fronte opposto, la posizione di Forza Italia, con Iris Savastano, segretaria cittadina e consigliera comunale: «L’antisemitismo non ha cittadinanza nella nostra storia né nel nostro presente. Condannare non basta. Per questo presenterò in Consiglio comunale una mozione che impegni l’intera amministrazione a riaffermare con forza il ripudio di ogni forma di antisemitismo, razzismo e odio identitario. Napoli è una città che accoglie ogni giorno persone da tutto il mondo. Nessuno deve sentirsi escluso, mai, a causa della propria nazionalità o della propria fede. Su questo, la politica ha il dovere di dare l’esempio».

Il gruppo del Partito Democratico nel Consiglio Comunale di Napoli, tirato in ballo per il presunto silenzio, interviene con una nota: «Il Partito Democratico è stato accusato ingiustamente di silenzio, rispetto ai fatti della Taverna a Santa Chiara. Ora però siamo costretti a intervenire, perché c’è il rischio di attribuirci una posizione diversa da quella che ogni nostro esponente, con fatti e atti inequivocabili, ha sempre dimostrato su una questione delicata come quella israelo-palestinese: ristabilire subito il cessate il fuoco a Gaza, liberare incondizionatamente gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, ma soprattutto la fine delle violenze e delle occupazioni illegali nella striscia e in Cisgiordania, quindi l’invio di aiuti con tutte le garanzie di sicurezza per gli operatori umanitari e sanitari». E ancora: «Rivendichiamo la nostra piena coerenza con i principi e le richieste contenute nella mozione unitaria firmata a livello nazionale insieme agli esponenti del Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra. Contestare le azioni del governo di Israele non è sminuire la ricchezza e l’importanza della nostra comunità ebraica, e lavoreremo sempre perché da Napoli parta un messaggio sull’unica prospettiva praticabile: quella dei due popoli per due Stati».

Decisamente più articolata la posizione di Sergio D’Angelo, capogruppo di Napoli Solidale: «Anche a Napoli avviene un grave episodio di censura della libertà di opinione, dopo l’emblematico caso del panificio di Ascoli Piceno identificato dalla polizia per aver esposto uno striscione per celebrare il 25 aprile. Davanti a questi episodi è necessario essere chiari ed assumere posizioni politiche chiare a difesa della libertà di esprimere le proprie opinioni, se questo avviene in maniera pacifica e rispettosa del confronto democratico». «La censura alla libertà di opinione, il rafforzamento del pensiero unico o la sua passiva accettazione sono stati i prodomi del fascismo e del nazismo, con il genocidio del popolo ebraico – ha aggiunto D’Angelo -. In quegli anni, come di nuovo oggi con il popolo palestinese, le politiche autoritarie sono accettate nel quotidiano quale normalità a cui assuefarsi, quella che Hanna Arendt ebbe a definire la “banalità del Male”».

E prosegue: «Non possiamo accettare di tacciare una cittadina come Nives Monda di assumere posizioni violente, filo terroristiche e anti ebraiche quando la posizione espressa è quella di condanna alle politiche del Governo israeliano. Condanna alle politiche di genocidio e pulizia etnica che sono realtà storica contemporanea – ha detto D’Angelo -. Esprimere che è in atto un genocidio non vuol dire essere contro il popolo israeliano ma vuol dire essere a favore di tutti quegli israeliani che credono nei valori del dialogo e della pacifica convivenza. Prendo atto della dichiarazione dell’Assessora Teresa Armato, ma ritengo che sia arrivato il momento di fare chiarezza e, per questo, mi farò promotore nella conferenza dei capi gruppo di maggioranza dell’organizzazione di una seduta monotematica con il Sindaco sull’attuale contesto geopolitico».

Nel frattempo, la Taverna a Santa Chiara resta al centro del ciclone, tra accuse e solidarietà. Oggi fuori dal locale, movimenti pro-Palestina hanno inscenato un sit-in con cartelli e adesivi con scritto “Zionists not welcome” in segno di sostegno alla ristoratrice. Anche Luigi de Magistris, l’ex sindaco di Napoli, ha fatto visita alla ristoratrice, invitandola alla conferenza di venerdì 9 maggio convocata per illustrare i dettagli del flash mob “Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio”  che si terrà a Napoli, sul lungomare, il prossimo 21 giugno per dire ‘no’ al genocidio del popolo palestinese. «Io sto con la Taverna a Santa Chiara, con l’umanità, per la pace e – ha scritto sui social l’ex sindaco di Napoli – contro il genocidio dello Stato d’Israele nei confronti della Palestina e del popolo palestinese. La giunta comunale di Napoli vergognosamente si schiera a prescindere sionisti e con i negazionisti del genocidio. Io mi schiero come sempre: dalla parte della giustizia, della Palestina e degli oppressi».

L’eco di questo scontro ormai va ben oltre una lite tra cliente e titolare: è diventato il campo di battaglia simbolico su cui si proietta la frattura, sempre più profonda, tra visioni del mondo opposte. E Napoli, città da sempre luogo di accoglienza e contraddizione, oggi si ritrova divisa, rumorosa e in trincea.

martedì, 6 Maggio 2025 - 00:20
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