Napoli, la targa per Fabio Postiglione sulla porta della sala stampa del Tribunale: voce libera dell’informazione

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La targa intitolata a Fabio Postiglione campeggia da oggi sulla porta di ingresso della sala stampa in Tribunale a Napoli
di maga

«A Fabio Postiglione, il cronista coraggioso che non ha mai perso il sorriso». Da oggi, lunedì 12 maggio, sulla porta di ingresso della sala stampa del Tribunale di Napoli “Alessandro Criscuolo” campeggia una targa speciale: è la targata intitolata a un giornalista di razza venuto a a mancare troppo presto. È la targa intitolata a Fabio Postiglione, napoletano doc, che dopo una lunga e faticosa gavetta e una specializzazione sul campo nella cronaca giudiziaria, aveva coronato il sogno di ogni giornalista, quello di lavorare nelle stanze del Corriere della Sera in via Solferino a Milano. La targa è stata apposta nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato la moglie di Fabio Postiglione, la giornalista Valentina Trifiletti, i vertici degli uffici giudiziari partenopei e dell’avvocatura. Promotore dell’evento è stato l’Ordine dei giornalisti della Campania presieduto da Ottavio Lucarelli. Presenti tantissimi avvocati, che hanno conosciuto Fabio per motivi professionali e ne hanno poi apprezzato le doti umane e professionali.

Valentina ha ricordato quanto Fabio Postiglione tenesse al «principio della libertà di un giornalista», riportando le parole da lui pronunciate in occasione del ritiro del premio Caponnetto: «Un giornalista è un cittadino libero». E di libertà di stampa ha parlato il procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri, che ha lanciato un monito alla categoria dei giornalisti: «Mi auguro che questa non sia un’iniziativa fine a se stessa, ma che la targa rappresenti soprattutto un’occasione di riflessione per voi giornalisti: su cosa significhi oggi il vostro lavoro, su come sia cambiato dalla riforma Orlando in poi, su quali siano oggi i vostri margini di manovra nel raccontare ciò che vedete e leggete». «Il vostro mestiere – ha aggiunto Gratteri -, oggi, non è affatto semplice — così come non lo è quello della procura. Entrambi operiamo in un contesto segnato da grande confusione e, purtroppo, da una certa mediocrità sul piano normativo, che rende difficile sia l’attività giudiziaria sia il vostro compito di narrare e raccontare. Fare cronaca giudiziaria, raccontare la nera, riportare ciò che accade nei tribunali sta diventando sempre più complicato. Mi auguro che non ci sia assuefazione a questo trend di normative sempre più stringenti, che hanno fatto scivolare l’Italia a metà classifica nella libertà di stampa, al di sotto perfino di Paesi considerati sottosviluppati».

Anche la presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, ha voluto sottolineare il valore umano e professionale di Fabio Postiglione, legando il suo esempio a un’eredità morale da trasmettere alle nuove generazioni. «Fare giornalismo con rigore, con rispetto per i fatti, con la pazienza dell’approfondimento e il coraggio della verità, significa svolgere un servizio pubblico essenziale. Significa contribuire alla formazione di una coscienza collettiva informata, consapevole, capace di giudicare. A questa categoria di giornalisti apparteneva sicuramente, Fabio Postiglione, giornalista appassionato, uomo integro, professionista serio e rigoroso – ha detto la presidente della Corte d’Appello di Napoli Maria Rosaria Covelli -. Con tenacia e dedizione, ha raccontato la realtà senza piegarsi alla superficialità, senza cedere alle scorciatoie del sensazionalismo. Era un cronista vero, uno di quelli che conosce il valore delle parole e la responsabilità di chi le pronuncia. Il suo esempio resta un punto fermo per chi crede in un’informazione libera, pulita, al servizio dei cittadini».

«Fabio Postiglione ci ha lasciato troppo presto, ma la sua voce continuerà a parlare attraverso i valori che ha incarnato, le storie che ha raccontato, e il rispetto che ha saputo guadagnarsi da tutti, affermandosi con la sola forza delle proprie capacità. A nome di tutti noi, il nostro grazie. E il nostro impegno a non dimenticare», ha concluso Covelli. Il procuratore generale Aldo Policastro ha quindi sottolineato come «in questo tribunale per la prima volta un giornalista di giudiziaria riceve una targa», segno che il giornalista in questione è stato «considerato una ricchezza, un elemento importante per far funzionare meglio tutta la giustizia». «Avere una stampa, favorevole o contraria, ma onesta consente ai magistrati e agli avvocati di svolgere meglio il proprio lavoro. Senza una stampa libera, anche noi saremmo più poveri», è stata la riflessione più ampia. Gli avvocati Alfredo Sorge (per l’Ordine degli avvocati di Napoli) e Marco Muscariello (presidente della Camera penale di Napoli) hanno poi ricordato come Fabio Postiglione, con la sua cronaca giudiziaria, abbia «saputo esprimere attenzione verso tutti gli attori del processo».

lunedì, 12 Maggio 2025 - 23:31
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