Può un bambino girare nelle strade della città con una mini moto? E chi ne risponde se il bambino dovesse involontariamente provocare qualche danno? Da Napoli arriva una nuova storia di incoscienza e pericolo che riapre un dibattito drammaticamente attuale.
Un bambino di appena 9 anni è stato sorpreso, pochi giorni fa, a sfrecciare a tutta velocità in sella a una mini moto da 100 cc, all’interno dell’area pedonale di Largo Berlinguer, nei pressi di via Toledo e dell’ingresso della Metro. Una scena surreale e pericolosa: il piccolo in sella a una mini cross a benzina, tra manovre azzardate e zig zag in mezzo ai passanti, incurante dei rischi per sé e per gli altri.
A fermare quella che poteva trasformarsi in una tragedia sono stati due carabinieri della Compagnia Napoli Centro, liberi dal servizio, che hanno tentato di bloccare il “baby centauro”. Il bambino, tutt’altro che collaborativo, ha abbandonato il mezzo ed è fuggito, ma è stato raggiunto e accompagnato in caserma. Il piccolo, dato ancora più preoccupante, era da solo. I genitori, infatti, si sono presentati poco dopo negli uffici della compagnia dei carabinieri.
Il padre e la madre, entrambi residenti nella zona, sono stati denunciati per abbandono di minore. La mini moto, ben lontana dall’essere un giocattolo, è risultata priva di targa, non immatricolata e omologata esclusivamente per l’uso su pista. Dotata di un motore a scoppio da 100cc, è in grado di raggiungere velocità simili a quelle di un normale scooter: fino a 80 chilometri orari. Il mezzo è stato sottoposto a sequestro per la confisca.
Una responsabilità che ricade sugli adulti
L’episodio di Napoli non è un caso isolato, ma l’ennesimo segnale di un fenomeno che merita attenzione. Le mini moto non sono giocattoli: richiedono competenze, tutele e un contesto adeguato. Ma, soprattutto, quando finiscono nelle mani di un bambino, la responsabilità è sempre degli adulti. A dirlo è la legge, che prevede sanzioni anche penali per i genitori che permettono – direttamente o indirettamente – l’uso incauto di questi mezzi ai minori. La tragedia è dietro l’angolo, e in alcuni casi si è già consumata.
Il precedente di Palermo: Thomas, 4 anni, morto in sella a una mini moto
A Palermo, soltanto due settimane fa, un’altra vicenda ha scosso l’opinione pubblica: Thomas, quattro anni appena compiuti, ha perso la vita dopo essersi schiantato contro un muretto mentre era alla guida di una mini moto Dirt Bike m100 da Enduro.
Secondo quanto ricostruito, il padre – Antonino, 37 anni – era presente al momento dell’incidente. «Ero con mio figlio quanto è finito contro il muretto, stavo tenendo la minimoto dal parafango posteriore quando mi è sfuggita», ha dichiarato l’uomo durante l’interrogatorio alla polizia municipale. Il piccolo avrebbe dato improvvisamente gas, in un tragico attimo che ha trasformato un gioco in dramma. L’impatto è stato violentissimo, e nonostante il ricovero d’urgenza e un intervento chirurgico, Thomas si è spento dopo cinque giorni di agonia all’Ospedale dei Bambini. Il verbale è ora al vaglio della procura di Palermo, che valuterà eventuali responsabilità penali a carico del genitore.
mercoledì, 14 Maggio 2025 - 07:30
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