Separazione carriere magistrati, testo in Aula del Senato a giugno. Ira di Anm e opposizioni: «Lavori non conclusi»

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I tempi sono maturi. Il ddl costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati arriverà in aula, al Senato, il prossimo 11 giugno. La calendarizzazione dei lavori è stata decisa giovedì scorso, 15 maggio, durante la riunione dei capigruppo di palazzo Madama, tra le proteste delle opposizioni e i mugugni della magistratura.

Le prime, le opposizioni, hanno lamentato una «forzatura» da parte del Governo perché si va in Aula «senza che i lavori siano conclusi in Commissione, addirittura senza mandato del relatore» (ha sintetizzato il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Tino Magni). «È la prima volta che una riforma costituzionale governativa non viene modificata nei due rami del Parlamento per i diktat di un Ministro, in questo caso Nordio, e va in aula senza mandato al relatore – è stato il commento di Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd -. È la prima volta nella storia della Repubblica e dà il senso dell’arroganza, della prevaricazione e della considerazione che questo governo ha del Parlamento».

Dal canto suo il Guardasigilli Carlo Nordio ha osservato che le opposizioni «hanno già avuto tutti i tempi disponibili, hanno fatto decine di audizioni, centinaia di interpelli, hanno ascoltato tutte le persone possibili, hanno sentito le opinioni più varie da quelle che dicevano che è una riforma tutto sommato insufficiente a quelli che invece sostenevano che era una riforma punitiva addirittura nei confronti della magistratura». Inoltre Nordio ha fatto notare che «alla Camera la riforma è già stata approvata mesi fa, c’era una razionale conseguenza dopo la discussione della Camera che vi fosse un’adeguata discussione del Senato ma che non sconfinasse nell’ostruzionismo o nella perdita di tempo». Come a dire: basta perdere tempo, la riforma s’ha da fare.

Neppure l’Associazione nazionale magistrati la prende bene: «Ci amareggia, ci preoccupa, ma purtroppo non ci stupisce», dice Cesare Parodi, presidente dell’Anm commentando la decisione di portare in Senato l’11 giugno il ddl sulla separazione delle carriere dei magistrati. «Ci chiediamo perché c’è così tanta fretta», aggiunge. In una nota, l’Anm tutta argomenta: «Ridurre il confronto parlamentare significa anche ridurre gli spazi di discussione pubblica, che invece sono necessari in un Paese democratico. Il nostro sistema giudiziario, come ribadito in questi giorni anche dall’Associazione europea dei giudici, ha dimostrato più volte la sua efficacia nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione. E modificarlo in questo modo significa mettere a repentaglio i diritti di tutti i cittadini italiani».

domenica, 18 Maggio 2025 - 18:12
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