Volla, dopo lo sfratto i carabinieri trovano una nuova sede: quel contenzioso iniziato nel 2016 tra ministero e proprietario

di Daria Romano

Una convenzione lunga venti anni che ha consentito alla stazione dei carabinieri di Volla di avere casa in via Caduti di Nassirya n. 46. Poi il braccio di ferro con il proprietario dell’immobile, la guerra a colpi di carta bollata e infine l’inevitabile exit strategy per evitare che il Comune di Volla perdesse un indispensabile presidio di legalità. La stazione dei carabinieri di Volla sarà a breve trasferita nell’ex centro sociale Cennamo in via E. De Filippo n.26/28. A deliberarlo è stato il 25 aprile scorso il commissario straordinario, il viceprefetto Stefania Rodà, che regge ad interim il Comune dopo lo scioglimento del Consiglio comunale a causa della sfiducia all’ultimo sindaco Giuliano Di Costanzo (Pd). Il nuovo immobile sarà sottoposto ad una veloce opera di ristrutturazione per essere poi locato al ministero dell’Interno, quale nuova sede della stazione carabinieri.

Dietro il “trasloco” c’è un contenzioso esploso quasi dieci anni fa. Nel 2016 scade il contratto di locazione stipulato tra il ministero dell’Interno e il proprietario dell’immobile. Da quel momento hanno inizio lunghe e infruttuose trattative per il rinnovo: in un primo momento, il proprietario dell’immobile chiede un aumento del canone annuo da 70.000 a 150.000 euro, causa valore di mercato aggiornato, ma la proposta viene respinta dal Ministero, che, a sua volta, avanza un’offerta – rifiutata – di acquisto dell’immobile. In assenza di un nuovo accordo contrattuale, l’occupazione dell’edificio da parte dell’Arma prosegue in regime di prorogatio, facendo leva sull’interesse pubblico legato alla presenza del presidio sul territorio. Solo nel 2020 il Tribunale di Nola accoglie le istanze del proprietario relative ad un mancato valido titolo locativo ed emette un’ordinanza di sfratto.

Una storia che si intreccia con un altro aspetto della vita dell’edificio che per vent’anni ha ospitato l’Arma dei carabinieri. «Dopo circa vent’anni dalla convenzione, il proprietario dell’immobile fece allora richiesta per trasformare la destinazione d’uso della caserma in alloggi o uffici con locali commerciali, sfruttando il Piano Case – racconta a Giustizia News24 Giuseppe Simonelli, ora responsabile di Posizione organizzativa del settore V (Lavori pubblici e Patrimonio) – ma la destinazione dell’immobile non era modificabile, poiché il piano regolatore in vigore era rimasto in quegli anni invariato». La risposta dell’allora responsabile urbanistico fu automaticamente di diniego: si decise – aggiunge Simonelli – «di rigettare l’istanza di cambio di destinazione d’uso, considerando che il procedimento di sfratto era già in essere». Ne è scaturito una denuncia penale, parallelamente è andata avanti la questione sfratta: il 5 maggio scorso l’ultimo intervento dell’ufficiale giudiziario che in seguito alla reclamata liberazione dell’immobile, ha sancito lo sfratto. Sfratto che ha reso inevitabile la ricerca, rivelatasi tutt’altro che semplice, di nuovi locali.

L’attuale responsabile dell’urbanistica, architetto Dario Bigliardo, ricorda che originariamente era stata presa in considerazione l’idea di delocalizzare l’Arma in città limitrofe, come Casalnuovo o Cercola, ma «onde evitare di far sì che la città di Volla, che già ha una forte vocazione produttiva – numerosi locali, attività commerciali e luoghi di aggregazione frequentati da circa 30.000 abitanti – fosse sprovvista di un presidio di legalità, l’amministrazione comprese di dover insistere su beni o acquisiti al patrimonio comunale o già di proprietà del comune». E si è arrivati all’individuazione dell’ex centro sociale Cennamo, «una struttura – prosegue l’architetto Bigliardo – che si innesta perfettamente con il centro del paese, circondata da abitazioni private, strutture pubbliche e spazi aperti, nonché luogo di ritrovo di ragazzi e mamme con i bambini». Il fatto che l’edificio sia facilmente fruibile sia a piedi sia in auto, in caso di un eventuale pronto intervento, è indubbio.

Una soluzione, tanti vantaggi: controllo diretto di una periferia costellata di quartieri popolari ad alto tasso di criminalità abbinata ad una significativa riduzione dei costi d’affitto. Il progetto relativo a una ristrutturazione dell’immobile prevede principalmente solo un riadeguamento di tutti gli impianti tecnologici (elettrico, idraulico), di conseguenza si prospetta una durata totale dei lavori di non più di 90 giorni al termine dei quali, come promette l’architetto. Bigliardo, «la nuova struttura diventerà a tutti gli effetti adatta all’Arma, garantendo il 100% d’efficienza della stessa».

La notizia della individuazione della nuova sede dei carabinieri è stata accolta positivamente da Giuliano Di Costanzo (Pd), sindaco uscente e ricandidato alla guida del Comune alle imminenti elezioni amministrative. «Garantire una sede stabile ai Carabinieri è fondamentale per rafforzare la sicurezza – commenta Di Costanzo -. Quando, da sindaco, ho subito minacce la vicinanza concreta dei carabinieri è stata fondamentale per garantire la mia incolumità personale e per rassicurare l’intera comunità». Per l’avvocato Pasquale Di Marzo, primo cittadino dal 2018 al 2021 e candidato alle prossime elezioni comunali con la coalizione I Volontari del Cambiamento, «la scelta operata dal commissario è una buona soluzione pur di non trasferire i carabinieri dal nostro territorio». «Anche perché – aggiunge Di Marzo – se vanno via, difficilmente torneranno». Soddisfatto anche Gennaro Burriello, candidato sostenuto dalla formazione Potere al Popolo, che però non nasconde qualche perplessità: «La tempistica, a mio avviso, sarà lunga e abbastanza complessa ma rimane comunque l’esigenza di trovare un’alternativa valida al centro sociale».

domenica, 18 Maggio 2025 - 19:26
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