Un italiano su 4, tra 50 e 74 anni, è senza lavoro e pensione. Donne e Sud i più penalizzati | Rapporto Istat

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Un italiano su quattro, tra i 50 e i 74 anni, non lavora e non riceve alcuna pensione. Una quota tra le più elevate d’Europa, dietro solo a Spagna e Grecia, che fotografa con durezza le fragilità del sistema socio-economico italiano. A preoccupare è anche la marcata differenza di genere: solo il 28% delle donne italiane in questa fascia d’età percepisce una pensione, contro una media UE del 40,7%. Peggio ancora nel Mezzogiorno, dove l’esclusione dal lavoro e dalla previdenza assume connotati strutturali. È quanto emerge da un report dell’Istat pubblicato pochi giorni fa.

Un confronto impietoso con l’Europa

Nel 2023, la quota di percettori di pensione tra i 50 e i 74 anni in Italia si è fermata al 32,1%: uno dei valori più bassi in Europa, lontano dalla media UE27 (40,5%) e superiore solo a Spagna (24,3%), Danimarca (25,5%) e Grecia (31,7%). L’Italia mostra inoltre una delle incidenze più alte di individui che non sono né occupati né pensionati: il 24,4% contro una media europea del 16,3%.

Occupati senza pensione: una quota stabile ma non protetta

Il 43,4% della popolazione tra i 50 e i 74 anni è ancora attiva sul mercato del lavoro senza percepire una pensione. Si tratta di circa 9 milioni di persone, con un’età media di 56,3 anni, in linea con la media europea (43,2%). Tuttavia, il rischio di vulnerabilità aumenta con l’età, soprattutto per chi ha carriere discontinue o non tutelate.

Un esercito invisibile: chi è fuori dal lavoro e dalla previdenza

Sono circa 5 milioni le persone tra i 50 e i 74 anni che non lavorano e non ricevono alcuna pensione. Il profilo prevalente è quello di una donna (75,7%), residente nel Mezzogiorno, con basso livello di istruzione (67,4% ha al massimo la licenza media), spesso in coppia e con cittadinanza italiana. Un terzo non ha mai lavorato, quota che sale al 47% nel Sud e supera il 55% tra chi ha solo la licenza elementare.

Il divario di genere è ancora profondo

La pensione resta un traguardo distante soprattutto per le donne. Solo il 28% delle italiane tra 50 e 74 anni riceve una pensione, contro il 36,5% degli uomini. Il gap si accentua nella fascia 65-74 anni: il 56,2% delle donne percepisce una pensione da lavoro, contro l’85% degli uomini. Le donne entrano più tardi nel mercato del lavoro, con carriere più frammentate e interruzioni legate a responsabilità familiari.

Nord e Sud: due Paesi diversi

Nel Mezzogiorno la marginalità è doppia: non solo si lavora meno (solo il 50% dei 50-64enni è occupato, contro il 70% nel Nord), ma si percepiscono anche meno pensioni. Nella fascia 65-74 anni, solo il 57,6% riceve una pensione da lavoro nel Sud, contro oltre il 77% nel Nord. Inoltre, quasi un quarto dei 65-74enni nel Mezzogiorno non lavora né è pensionato (23,8%), una quota quasi doppia rispetto al Nord-est (12,2%).

Pensione e lavoro: l’eccezione, non la regola

Appena il 2% della popolazione tra 50 e 74 anni percepisce una pensione di vecchiaia e continua a lavorare, contro una media europea del 4,1%. In totale, il 10,8% dei pensionati ha lavorato dopo aver ricevuto la pensione, soprattutto uomini (12,9%) e laureati (16,7%). La motivazione principale è la soddisfazione personale (51,7%), più che la necessità economica (29,7%).

Età media alla pensione e impatto delle riforme

L’età media alla ricezione della prima pensione di vecchiaia è 61,4 anni, in linea con la media europea. Tuttavia, è più elevata per le donne (61,9 anni) e per chi risiede nel Mezzogiorno (62,3). Il posticipo dell’età pensionabile è evidente: nel 2009 il 90% andava in pensione prima dei 60 anni, nel 2023 solo il 10%.

I dati evidenziano un’Italia frammentata, dove il diritto alla pensione è fortemente legato a genere, istruzione e territorio. A pagarne il prezzo sono soprattutto le donne e i residenti nel Sud, spesso esclusi sia dal mercato del lavoro sia dai meccanismi previdenziali. Un dato che interroga profondamente la sostenibilità e l’equità del nostro sistema socio-economico, chiamato a ripensare l’accesso al lavoro e alla previdenza in un’ottica di inclusione.

martedì, 20 Maggio 2025 - 11:45
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