«Gestione clientelare del Comune»: in carcere sindaca di San Vitaliano e marito. Misure per capo vigili urbani e funzionari

masi rosalia anna sindaco san vitaliano
Rosalia Anna Masi, sindaca di San Vitaliano eletta nel 2023
di Manuela Galletta

Non solo il caso Sorrento, dove il sindaco in carica – l’avvocato 48enne Massimo Coppola – è stato arrestato in flagranza di reato dopo avere intascato una tangente legata ad un appalto pilotato. Anche sul Comune di San Vitaliano si è abbattuta la scure della magistratura. Rosalia Anna Masi, sindaca dal maggio del 2023 fino a poche settimane fa (il Consiglio è stato sciolto dopo le dimissioni di 7 componenti su 12), è stata arrestata nell’ambito di una inchiesta della procura di Nola su una presunta «gestione irregolare» del Comune, «connotata dal sistematico asservimento dei pubblici poteri ad interessi di natura clientelare».

Otto in tutto le persone destinatarie della ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Raffaele Muzzica del Tribunale di Nola ed emessa a corollario delle indagini condotte da personale della Squadra Mobile di Napoli e del Comando Stazione dei Carabinieri di San Vitaliano. Il carcere è stato disposto per la (ex) sindaca Masi (trasferita a Secondigliano) e per il marito Vitaliano Vellussi, ex responsabile del settore delle Politiche sociali del Comune. Agli arresti domiciliari sono stati sottoposti Giuseppe Amalfitano (residente a Volvera, in provincia di Torino), direttore tecnico di Econova srl, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti sul territori; Gabriele Fiore, comandante dei vigili urbani. Divieto di dimora per il 35enne Sasso Vitaliano (non potrà restare a vivere a San Vitaliano), per l’ex responsabile tecnico del Comune Francesco Giaccio (non potrà restare a vivere a Casalnuovo). Antonio Ferrara, responsabile dei Servizi sociali ed Ecologia del Comune, è stato invece raggiunto da una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per la durata di un anno. Infine Natale D’Amico, direttore commerciale di Econova srl, è stato colpito dalla misura interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per la durata di un anno. Gli indagati sono accusati a vario titolo di tentata concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e depistaggio.

A dare la stura alle indagini è stata la denuncia sporta nel gennaio del 2024 da un funzionario del Comune: l’uomo lamentava di essere destinatario di minacce e pressioni da parte della sindaca e del marito (che non ricopriva alcuna carica nell’ente) che pretendevano particolari attenzioni in determinate procedute di aggiudicazione di lavori, servizi e forniture. Per sostenere il proprio atto d’accusa, il funzionario ha depositato anche registrazioni audio. Da lì in poi gli inquirenti hanno acceso i loro “microfoni” per spiare i diretti interessati. Ne è venuto fuori, dalle indagini, una aperta ostilità della sindaca e del marito nei confronti del funzionario. Vitaliano Vellusi, innervosito, manifestava anche la volontà di costringere il funzionario a dimettersi, perché era chiaro che il dipendente «remava contro di loro». «Non so devo fargli una palata», diceva. In un’altra occasione, ipotizzava di far fare «un volo dal primo piano» al funzionario, espressione usata per stizza.

Ne è venuto fuori, per quanto riguardo il rapporto con la Econova, che vi sarebbe stata una forzatura nella aggiudicazione dell’appalto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani (per la durata di quattro anni) dal momento che – secondo gli inquirenti – alla ditta facevano difetto alcuni requisiti disciplinati all’articolo 28 del Capitolato speciale di appalto: anzitutto l’azienda non disponeva di un’area di cantiere sul territorio del Comune e di un’area da adibire a ricovero degli automezzi. Ma perché favorire la Econova? Secondo gli inquirenti, gli interlocutori dell’azienda si resero disponibili ad assumere tre persone segnalate dalla sindaca.

Ne è venuto fuori, incalza il gip, «un’allarmante perseveranza» da parte della sindaca nel manipolare la struttura dell’Ente allo scopo di ricompensare i propri elettori e i sostenitori politici nei confronti dei quali si sentiva debitrice. Persona connotata da una «assoluta carenza di scrupoli nel perseguire i propri obiettivi», scrive il gip. E proprio questa sua “aggressività” ha spinto il gip a decidere per la sindaca la misura restrittiva più estrema: la convinzione del gip è che, con una misura diversa, la sindaca avrebbe potuto in qualche modo mettere in atto azioni di vendetta nei confronti del funzionario che ha innescato l’inchiesta o di qualunque altro dipendente pubblico non allineato e dunque costituente una minaccia.

 

mercoledì, 21 Maggio 2025 - 16:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA