Sciopero nazionale alla Lidl, adesione oltre l’80%. Sindacati: «Salari indecorosi, l’azienda torni al tavolo»

Lidl, lo sciopero in uno dei punti vendita di Ferrara. (Foto di Filcams Cgil Ferrara)
di Laura Nazzari

Dalle 9 alle 12 di stamattina fare la spesa alla Lidl in quasi tutta Italia è stato difficile se non impossibile. I lavoratori hanno incrociato le braccia, aderendo a uno sciopero nazionale indetto dai sindacati a seguito dell’insoddisfacente incontro del 14 maggio 2025 quando a Bologna con la direzione di Lidl Italia è stato trattato il rinnovo del Contratto Integrativo. Le proposte, dicono i sindacati, sono state insufficienti: basti pensare che dopo due mesi di trattativa includevano soltanto buoni spesa e una tantum. Filcams, Fisascat e UilTuCS avevano messo sul tavolo diverse soluzioni per aumentare il salario dei dipendenti, tra cui un salario variabile legato a obiettivi condivisi, una parte di lavoro fisso aggiuntivo mensile e il riconoscimento di buoni pasto, ma nessuna di queste opzioni è stata accettata da Lidl.

Si è andati così al muro contro muro, e i sindacati hanno dato un assaggio della protesta che potrebbe ripetersi se non esplodere: sciopero nazionale di tre ore, con presidi dinanzi ai supermercati. «Lidl Italia deve rivedere le proprie posizioni e valorizzare il lavoro dei propri dipendenti che percepiscono salari inadeguati ed indecorosi a fronte dei dividendi milionari al cui ammontare contribuiscono», dicono. Dai territori la risposta è stata alta. La mobilitazione, organizzata con presidi e manifestazioni davanti i punti vendita e i centri logistici su tutto il territorio nazionale, ha registrato un’adesione superiore all’80%, con punte del 100% in decine di punti vendita, chiusi, mentre la maggior parte ha aperto solo per la presenza del solo direttore o pochi responsabili. «In molti casi – proseguono i sindacati – hanno aderito alla mobilitazione anche i contratti a chiamata e i tempi determinati, i più ricattabili, segnale questo che conferma l’esasperazione e il malcontento nei luoghi di lavoro.

Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs «è inaccettabile che l’impresa dei discount, che conquista sempre maggiori quote di mercato e negli ultimi cinque anni ha fatto registrare in Italia oltre 1,3 miliardi di risultato positivo ante imposte, non abbia voluto investire maggiori risorse sui propri collaboratori che hanno reso grande l’insegna Lidl».

Secondo le tre organizzazioni sindacali «la dirigenza aziendale, di fronte ad una adesione allo sciopero così forte da parte dei lavoratori, non ha alternativa: torni al tavolo di trattativa, concludono, e raccolga le proposte sindacali per trovare un accordo aziendale dignitoso».

È arrivato anche il sostegno dei sindacati internazionali Uni Global Union, Uni Commerce e Uni Europa e di molti sindacati di altri stati Europei; Lidl infatti è nota anche fuori dall’Italia per il modello organizzativo, caratterizzato prevalentemente da contratti part time e da carichi di lavoro eccessivi. La multinazionale tedesca dei discount è presente in Italia con oltre 700 punti vendita e più di 23mila dipendenti.

sabato, 24 Maggio 2025 - 22:09
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