Sardegna, il Tribunale boccia Todde e respinge ricorso: lei non molla, è scontro totale dopo sentenza

Alessandra Todde
Alessandra Todde

Dopo settimane di attesa, ieri è arrivato il verdetto del tribunale civile di Cagliari. La prima sezione, presieduta da Gaetano Savona, ha respinto il ricorso presentato dalla presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde contro l’ordinanza di decadenza emessa dal Collegio regionale di garanzia elettorale. I giudici hanno ritenuto che le irregolarità commesse durante la campagna elettorale per le regionali 2024 non fossero “formali”, ma «violazioni gravi e sostanziali», tali da compromettere la trasparenza.

Le contestazioni, ricorda il tribunale, vanno dalla mancata apertura del conto dedicato alla campagna alla nomina del mandatario elettorale, dall’assenza del rendiconto alla carenza di documentazione bancaria. Ma il passo decisivo sulla decadenza, spiegano i giudici, spetta ora al Consiglio regionale.

Todde non si dimette e annuncia battaglia legale: «Le contestazioni non sussistono. La Corte dei Conti e la Procura non hanno rilevato alcuna responsabilità. Siamo nel pieno delle nostre funzioni e continueremo a lavorare nell’interesse dei sardi». Per lei, alcuni passaggi della sentenza sono «paradossali», e accusa il centrodestra: «Vuole tornare a mettere le mani sulla Regione».

Il conflitto di attribuzione e i prossimi passaggi

La crisi istituzionale non è chiusa. Il prossimo passaggio chiave sarà il 9 luglio, quando la Corte Costituzionale esaminerà il conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione Sardegna, che contesta l’applicazione delle norme nazionali sui motivi di decadenza alle Regioni a statuto speciale. Nel frattempo, la sentenza sarà trasmessa al Consiglio regionale, che dovrà decidere se e come applicarla.

Il centrodestra all’attacco: «Legislatura finita»

Il centrodestra, però, è già pronto alla resa dei conti. «La presidente Todde prenda atto della sentenza e rassegni immediatamente le dimissioni», dichiara Pietro Pittalis (FI). Per Paolo Truzzu (FdI), «l’accanimento terapeutico deve finire: si torni subito alle urne».

La Lega rincara: «I grillini predicavano dimissioni immediate per molto meno. Ora dimostrino coerenza». Michele Ennas, segretario regionale, è netto: «Todde non ha più legittimità politica né istituzionale. I sardi meritano un governo serio».

Stefano Tunis (20Venti) parla di «chiodi sulla bara della legislatura», mentre per Umberto Ticca (Riformatori) «le infrazioni sono confermate, e la decadenza è certificata». Ivan Piras (FI) attacca: «Questa è una legislatura mai iniziata».

Todde incassa il sostegno di M5s e Pd

Tutt’altro il fronte del centrosinistra. Il presidente del M5s Giuseppe Conte ha ribadito il sostegno alla governatrice: «Todde continuerà a esercitare i suoi poteri e a chiarire in piena trasparenza il suo operato».

Il senatore Marco Meloni (Pd) denuncia una «destra irresponsabile e iper-giustizialista». E aggiunge: «La sentenza di primo grado non può sovvertire il voto dei sardi. La presidente ha diritto a impugnare, e dovere di continuare a lavorare».

Il Pd, pur segnato da tensioni recenti sulle nomine in sanità, conferma la fiducia: «Sosteniamo la volontà della governatrice di fare piena luce su un tema complicato», afferma il capogruppo Roberto Deriu.

Le polemiche e la linea M5s

Il Movimento 5 Stelle respinge le richieste di dimissioni e rilancia. Stefano Patuanelli attacca: «Oggi ho capito cos’è il mondo al contrario di Vannacci: la Lega predica legalità, ma è il partito che ha rubato 49 milioni».

Riccardo Ricciardi (capogruppo M5S alla Camera) rincara: «Ricevere lezioni dalla Lega è come ascoltare le unghie sulla lavagna. Chi gridava alla giustizia ad orologeria per Solinas, oggi vuole mandare a casa Todde. Ma noi andremo avanti: questa è la prova che abbiamo rotto i vecchi schemi».

La proposta dei Riformatori: un governo tecnico

In mezzo alla tempesta politica, c’è chi prova a proporre una via di mezzo. Aldo Salaris (Riformatori) lancia l’idea di «un governo tecnico» per gestire i mesi rimanenti: «Serve una nuova squadra capace di affrontare le emergenze. La Sardegna non può restare in piena paralisi».

Ma, ad oggi, Todde resiste. Politicamente isolata, sì, ma determinata a impugnare la sentenza e restare alla guida della Regione. In un clima di scontro aperto, la crisi sarda resta sospesa tra aula, tribunali e piazze.

giovedì, 29 Maggio 2025 - 12:09
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