Dopo avere alzato le barricate sul terzo mandato, facendo schiantare il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca contro il muro della Corte costituzionale e attirandosi le ire della Lega per avere mandato ai box l’uscente Luca Zaia, Fratelli d’Italia rimette in campo il terzo mandato creando un caos senza precedenti. «Abbiamo ribadito che non c’è una preclusione ideologica ad affrontare il tema del terzo mandato se viene posto dalle Regioni. Noi abbiamo detto che è sbagliato che ciascuna regione scelga il numero dei mandati, deve esserci una riflessione nazionale. È un tema che deve essere affrontato come equilibrio tra poteri»: le parole sono del responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli, pronunciate al termine dell’esecutivo del partito. Se Fratelli d’Italia si dice dunque disposto a una riflessione che abbracci tutte le Regioni, il punto è: quando avverrà questa nuova rilettura della legge sul vincolo del doppio mandato? La domanda non è peregrina considerato che in autunno si vota in Campania, proprio in quella Campania dove Vincenzo De Luca ha tentato di resistere all’impossibilità di ripresentarsi prima ottenendo dal Consiglio regionale una norma ad hoc e poi contestando il ricorso che il Governo aveva presentato contro quella legge dinanzi alla Consulta.
«Le regioni non ce l’hanno posta formalmente, quando lo sarà vedremo anche quali sono i tempi – ha detto Donzelli -. Deve essere una vicenda ampia e seria e non per i casi singoli, non c’è una preclusione ad affrontarla né prima né dopo le prossime regionali. Se viene posta dalle regioni» con un documento della Conferenza «vediamo». A conti fatti per Vincenzo De Luca la beffa potrebbe essere doppia: se la discussione dovesse arrivare dopo l’autunno e dovesse pure trovare accoglimento, lui avrebbe di fatto perso la chance di ricandidarsi che invece di qui a pochi mesi potrebbe essere concessa ad altri da quel partito che a gran voce aveva proclamato guerra al terzo mandato. Le parole di Donzelli, ovviamente, hanno fatto tornare il sorriso in volto a Matteo Salvini, che all’interno del centrodestra era il solo a dirsi favorevole al terzo mandato perché in tal modo avrebbe difeso la posizione di Luca Zaia (in scadenza di mandato in autunno, proprio come De Luca).
«Discutere di terzo mandato, come chiesto dalle Regioni, è una scelta saggia all’insegna dell’autonomia, della leale collaborazione istituzionale e soprattutto rispettosa della volontà popolare – ha detto Stefano Locatelli, responsabile federale enti locali della Lega. -. Bene che anche altri amici della maggioranza prendano in considerazione una proposta di cui la Lega è da sempre convinta sostenitrice». Sorride pure Luca Zaia, che subito ha commentato: quella di Donzelli sui mandati è un’apertura ma «è anche innegabile che se si punta all’unanimità tra le Regioni sappiamo tutti che è maggioritaria la posizione dello sblocco dei mandati». «Penso – ha aggiunto – che le Regioni siano state chiare con il documento che è stato fatto durante il Festival delle Regioni, quello che è stato definito il documento di Venezia e adesso cercheremo di capire il prosieguo. Se le cose non cambiano io sono già con un programma chiaro che si andrà a votare entro il 23 novembre di quest’anno».
Le parole di Donzelli hanno invece spiazzato gli alleati di Forza Italia, che per ora non si sbilanciano con i commenti in vista di un confronto diretto con FdI: sul terzo mandato «il nostro orientamento è noto, se c’è una richiesta delle Regioni la valuteremo, ma al momento non la vedo. Vedremo, non vedo proposte delle Regioni. Non è un tema che si chiude in una serata, ci parleremo, a cominciare dai leader ovviamente», ha detto ad Askanews il capogruppo di Forza Italia in Senato, Maurizio Gasparri.
Il colpo di scena ha infiammato il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che sul social X ha tirato un gancio a Giorgia Meloni: «Dopo aver lottato contro il terzo mandato e addirittura impugnato la legge della Campania davanti alla Corte Costituzionale, oggi Meloni cambia idea. E apre al terzo mandato. Perché? Semplice. Spera di aprire un caos nel centrosinistra in Campania e spera di risolvere i problemi con la Lega confermando Zaia. Ancora una volta la Meloni cambia idea e ancora una volta lo fa sulla base della propria convenienza personale. Dall’Euro alla Nato, da Putin a Biden, dalle trivelle alle privatizzazioni fino al terzo mandato è sempre così: Giorgia Meloni non ha valori e non crede in niente. Ma sposa tutte le idee che possono farla galleggiare».
giovedì, 5 Giugno 2025 - 19:38
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