Elena uccisa dal marito, Sueli – chiusa in casa dal compagno – muore per sfuggire a un incendio: scia di violenza senza fine

di Laura Nazzari

L’orrore della morte di Maria Denisa Paun (Adas), il cui cadavere è stato trovato decapitato l’altro ieri dopo un mese dalla scomparsa. E ieri sera un nuovo caso di femminicidio, un’altra storia di femminicidio che segue di poche ore un’altra drammatica vicenda, quella di una donna segregata in casa dal compagno e lanciatasi nel vuoto per scampare a un incendio. Storie segnate dalla violenza, la violenza di un uomo che diceva di provare amore.

Ieri sera a Cene nella Bergamasca, Rubens Bertocchi, 55 anni, ha ucciso la moglie Elena Belloli, di 51 anni, con un colpo di pistola e poi si è sparato. A scoprire i corpi della coppia, all’interno della loro abitazione in via Fanti, sono stati i vigili del fuoco, allertati dal figlio ventenne che non riusciva a entrare in casa. La coppia aveva anche un altro figlio, di soli 11 anni. La procura di Bergamo (indagini affidate al pm Giampiero Golluccio) ha disposto il sequestro dell’abitazione e della pistola, che era regolarmente detenuta, oltre ai cellulari della coppia. Bertocchi avrebbe preannunciato le sue intenzioni in un messaggio inviato a una persona vicina alla donna. Sul caso indagano i carabinieri di Clusone e del Nucleo investigativo di Bergamo.

Questa tragedia segue di poche ore la drammatica vicenda avvenuta a Milano nella notte tra mercoledì e giovedì, dove Sueli Leal Barbosa, 48 anni, operatrice socio sanitaria brasiliana, ha perso la vita in un incendio doloso. La donna si è lanciata dal quarto piano per sfuggire alle fiamme propagatesi nel suo appartamento a causa di un incendio. È morta poco dopo il ricovero in ospedale. Al momento del rogo, Sueli era sola in casa e, secondo i primi accertamenti, la porta era chiusa dall’esterno, di qui l’impossibilità di Sueli di utilizzare la via di fuga più ovvia. Per fortuna non era in casa il figlio di 10 anni della donna, che si trovava con il padre (dal quale Sueli era separata). A chiudere la 48enne in casa è stato il suo compagno, sul quale adesso sono in corso verifiche per capire se l’uomo abbia tenuto condotte violente nei confronto di Sueli. Il compagno, un brasiliano di 45 anni, se ne era andato a un bar vicino casa, dove è stato rintracciato dalla polizia e arresto: la procura gli ha contestato le accuse di incendio doloso e omicidio volontario aggravato. il compagno della vittima, interrogato dal pm Maura Ripamonti, non ha confessato e si sarebbe limitato a sostenere che potrebbe aver provocato involontariamente l’incendio. A suo carico, però, ci sarebbero testimonianze e filmati, oltre che la porta d’ingresso chiusa dall’esterno, uno dei primi elementi che ha destato sospetti nel personale dei vigili del fuoco e della squadra Mobile. «Sueli era una donna buona, sempre pronta ad aiutare gli altri. La sua assenza lascia un vuoto incolmabile», ha ricordato la presidente dell’Associazione Bem Elisangela Batista da Silva, che conosceva Sueli.

Le storie di Elena e Sueli si inseriscono in un contesto di violenza che ha avuto un’altra agghiacciante rappresentazione nei giorni scorsi con il caso di Maria Denisa Paun (Adas), l’escort rumena il cui cadavere decapitato è stato ritrovato dopo un mese dalla scomparsa. Il killer reo confesso, Vasile Fruzumache, guardia giurata, ha ammesso non solo l’omicidio di Denisa ma anche di aver ucciso un’altra donna, Ana Maria Andrei, i cui resti sono stati ritrovati nella stessa zona di Montecatini Terme. Un quadro di violenza brutale e reiterata che continua a squarciare la quotidianità e a imporre una riflessione profonda sulla sicurezza e sul rispetto della vita.

venerdì, 6 Giugno 2025 - 11:20
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