Le urne sono chiuse, gli scrutini sono cominciati. Il quorum, è evidente, non è stato raggiunto. Maurizio Landini, che con il suo sindacato ha promosso il referendum abrogativo su 5 quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza, e il centrosinistra che hanno sostenuto la battaglia, attendono il dato consolidato della percentuale dei votanti per capire come affrontare l’esito del voto. Un esito che restituisce un dato che – se confermato – il centrosinistra non potrà ignorare. Alle ore 15.40 – data di pubblicazione di questo primo articolo (al quale seguiranno aggiornamenti) – il quesito sulla cittadinanza agli stranieri ha restituito un risultato dissonante rispetto ai quesiti sul lavoro.
Se infatti i “sì” sulle materie di lavoro sono in media sopra l’80% e i “no” sopra il 13%, il quesito che voleva ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana ha raccolto quasi il 40% dei “no”, cioè ha raccolto il 40 per cento di contrari alla proposta di dimezzamento dei tempi per la concessione della cittadinanza. Certo, il dato è assolutamente parziale. Bisognerà ancora attendere qualche ora per il consolidamento dei risultati ma la disparità di risultato con gli altri quesiti, invece omogenei nel dato dello scrutinio, apre già una prima riflessione. La Toscana, allo stato, è tra le regioni con la maggiore percentuale di “no” sul quesito della cittadinanza: 40,79%, a fronte del 59,21% dei “sì”. In Lombardia i “no” sono 44,26 %; poco sopra il 41% in Emilia Romagna, Veneto, Puglia e Sicilia. Più basse le percentuali dei “no” sul quesito della cittadinanza in Campania (poco sopra il 25%), in Puglia (33%), in Calabria (33%).
—->>>> SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI
lunedì, 9 Giugno 2025 - 15:53
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