Hanno attraversato le rovine millenarie di Pompei, respirato l’incenso del Santuario mariano, calcato la passerella nel cuore del Comune. Per un giorno, dieci donne detenute nel carcere di Secondigliano hanno lasciato le sbarre alle spalle per vivere “Una giornata particolare”, diventando protagoniste di un cortometraggio che porta proprio questo titolo, diretto dal regista Antimo Campanile e prodotto dalla D4FILM. Il progetto, finanziato dal Rotary Club di Pompei presieduto da Antonio Bottazzo, è stato sostenuto moralmente dal Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, ed è stato presentato oggi nell’aula multimediale del Consiglio regionale della Campania.
Il corto nasce nell’ambito del progetto «Dall’Io al Noi», promosso dai Rotary Club di Pompei e Treviso Terraglio, in collaborazione con il Garante regionale e nazionale delle persone private della libertà. L’obiettivo è semplice e potente: offrire uno spazio di umanità, bellezza e possibilità, dove l’esperienza del carcere incontra la cultura e il riscatto.
Le detenute, accompagnate da guide e operatori, hanno visitato il Parco Archeologico di Pompei, il Santuario, poi sono state accolte nel Comune dal sindaco Carmine Lo Sapio e da una delegazione dell’amministrazione. Nella sala cerimonie, allestita come una vera passerella, hanno sfilato con abiti cuciti nel laboratorio di sartoria interno al carcere, curato dalla società Pallingen.
«Il nostro Garante fa un’attività eccezionale, non smetterò mai di dirlo», ha detto il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero. «È importante avere quest’attenzione verso un mondo in cui, dopo un processo, dimentichiamo queste persone, a volte anche senza processo. Ma è necessario che ci sia chi le ricorda, chi riesce a tirarle fuori e le reinserisca e dice loro che la vita è un’altra cosa, non quella dello sbaglio commesso, e che si può dare un contributo alla vita sociale del Paese con un nuovo impegno».
Il senso dell’iniziativa lo ha raccontato con forza Samuele Ciambriello: «Abbiamo messo in campo un ponte tra il “dentro” e il “fuori”. D’altra parte il dettato costituzionale dice che le pene servono a rieducare. E queste iniziative sono importanti, vanno moltiplicate. E poi c’è la bellezza e ci sono gli oppressi. Per quanto possa essere difficile, io voglio essere fedele ad entrambi: dieci donne escono, vanno al Parco archeologico di Pompei, al Santuario, e i loro vestiti fanno una sfilata di moda dentro l’Aula del Comune. È un modo per avvicinare le istituzioni locali, la società civile al carcere. Purtroppo la politica ha rimosso il carcere. Noi abbiamo bisogno di intensificare queste buone prassi. Un corto che andrà in giro per l’Italia rappresenterà proprio questo: attraverso le testimonianze delle detenute dimostrerà che se viene data un’occasione di incontro, queste sono buone prassi per evitare la recidiva».
L’ideatore del progetto, Antonio Bottazzo, presidente del Rotary Club di Pompei, ha spiegato: «L’obiettivo era prendere queste persone, aiutarle ad uscire dal carcere, ovviamente verificando tutte le questioni burocratiche, e portarle in una giornata particolare a vedere le bellezze del nostro territorio di Pompei. Le abbiamo accompagnate con una guida alla storia del Parco, poi al Santuario della Madonna di Pompei, e infine il Comune ha messo a disposizione la sala delle cerimonie, addobbata a festa, per presentare in una sfilata gli abiti da loro realizzati».
Un racconto, quello di Una giornata particolare, che sfida lo stigma e ricorda che la detenzione non è la fine di tutto. È una parentesi, che può aprire a una seconda possibilità, se la società è disposta a guardare oltre il pregiudizio.
mercoledì, 11 Giugno 2025 - 17:23
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