Quando il Consiglio regionale della Toscana ha dato il via libera, lo scorso febbraio, alla legge sul suicidio assistito, Daniele Pieroni, scrittore affetto da Parkinson, si è sentito libero. Libero di decidere in serenità come concludere la sua esistenza. Un’esistenza divenuta d’un tratto difficile, quando il Parkinson s’è mangiato la sua autonomia, le sue capacità, la sua forza, il suo sorriso. E così, alle ore 16:47 del 17 maggio, Daniele Pieroni ha attivato con le proprie mani il dispositivo a doppia pompa infusiva e tre minuti dopo, alle 16:50, ha smesso di respirare. La notizia è stata resa nota solo oggi dall’Associazione Luca Coscioni alla quale Daniele si era rivolto nell’agosto del 2023. Il 63enne, che ha sfruttato per primo la legge regionale della Toscana, si è spento serenamente a casa sua, in provincia di Siena, circondato da persone amate e da professionisti rispettosi.
Un percorso lungo, ma consapevole
Daniele Pieroni era malato da oltre quindici anni. La sua voce era diventata un filo sottile. Respirava con difficoltà, comunicava a fatica, si nutriva solo grazie a una PEG in funzione per 21 ore al giorno. Quando ha deciso di chiamare il “Numero Bianco” dell’Associazione Luca Coscioni, è stato Marco Cappato a rispondere. Lo ha ascoltato, lo ha guidato, gli ha illustrato tutte le opzioni: disposizioni anticipate di trattamento, sedazione profonda, sospensione dei trattamenti vitali. Ma Daniele aveva già deciso. Voleva morire nella sua casa, con dignità.
Il 31 agosto 2023 aveva inviato la richiesta formale all’ASL Toscana Sud Est. Dopo mesi di valutazioni, il via libera è arrivato il 22 aprile. Meno di un mese dopo, ha confermato la volontà di procedere. Tutto si è svolto come previsto dalla legge regionale “Liberi Subito”, nata per dare piena attuazione alla sentenza 242 della Corte costituzionale, nota come “Cappato-Dj Fabo”. Nonostante l’impugnazione del Governo, la norma è pienamente operativa. Daniele ne ha seguito il percorso passo dopo passo.
Daniele si è spento a casa sua
La stanza era pronta. Il farmaco letale era stato predisposto. Daniele ha premuto da solo il pulsante. Accanto a lui c’erano due dottoresse e un medico legale dell’ASL, presenti su base volontaria, che hanno agito — come sottolineano tutti — con umanità e rispetto. C’erano le sue badanti, i familiari, il fiduciario Leonardo Pinzi e Felicetta Maltese, coordinatrice toscana dell’Associazione Coscioni. È stata lei a parlare, dopo: «Il personale sanitario è stato esemplare, sia dal punto di vista professionale che umano. È importante che la legge abbia funzionato e che l’Asl abbia rispettato i tempi con serietà e rispetto». Maltese è attualmente indagata insieme a Cappato e Chiara Lalli per aver assistito un altro cittadino toscano, Massimiliano, nel suo percorso di fine vita in Svizzera.
«Un atto di libertà»
Daniele Pieroni ha scelto con lucidità e consapevolezza. Ha deciso quando e come, nel rispetto della legge e con il conforto dei suoi cari. «Un atto di libertà», ha detto Felicetta Maltese. «Il suo gesto dimostra che “Liberi Subito” non è uno slogan, ma un percorso concreto, legittimo, rispettoso delle persone e della legge», ha aggiunto l’Associazione Luca Coscioni, che ha seguito tutto l’iter.
La Toscana, prima regione in Italia
È la prima volta che una persona accede alla morte assistita seguendo il percorso previsto da una legge regionale italiana. La Toscana, infatti, è la prima regione ad aver tradotto in norma concreta la sentenza della Consulta. «Oggi la Toscana si conferma, ancora una volta, terra di diritti, di dignità e di civiltà», ha dichiarato Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale. «Abbiamo approvato questa legge con senso di responsabilità, anche di fronte all’impugnazione da parte del Governo. E continueremo a chiedere che anche il Parlamento faccia la sua parte. Serve una legge nazionale. È attesa da anni».
Mazzeo ha voluto dedicare un pensiero a Daniele: «Ha affrontato con lucidità e coraggio il tratto più difficile del suo percorso di vita. La sua storia ci ricorda quanto sia fondamentale garantire strumenti normativi chiari, accessibili e capaci di tutelare fino in fondo la volontà di chi soffre. Alle famiglie, ai medici, agli operatori sanitari e a tutti coloro che affrontano con delicatezza e competenza questi percorsi complessi, va il nostro sostegno. E a Daniele il nostro silenzioso e profondo rispetto».
mercoledì, 11 Giugno 2025 - 11:46
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