«Fare il sindaco diventa un modo di vivere. Porterò con me questa esperienza, con il suo approccio concreto ai problemi dei cittadini e ai bisogni di una città, in tutti i miei futuri impegni politici». Con queste parole Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale dell’Anci, saluta l’esperienza decennale alla guida della città degli Scavi (è stato eletto nel 2015, e riconfermato nel settembre 2020 con un plebiscitario 79,44% dei voti) e guarda alla nuova sfida delle elezioni regionali in Campania. L’addio ufficiale è previsto per il 30 giugno, ma in città la notizia del suo ritiro anticipato rispetto alla scadenza naturale di settembre ha già cominciato a circolare, complice un servizio andato in onda sul Tgr Campania. E con Giustizia News24 Buonajuto traccia un bilancio di ciò che è stato e si sbilancia su ciò che potrebbe essere.
Sindaco Buonajuto, dopo dieci anni alla guida di Ercolano, qual è l’eredità amministrativa che lascia alla città?
«Lascio una città consapevole della sua potenzialità, che è riuscita a creare un indotto economico e sociale attorno al turismo, alla cultura della legalità. Lascio una città che ha investito su tante opere pubbliche ma che soprattutto ha recuperato una vivibilità che spesso negli anni è mancata».
Qual è stata la sfida vinta che l’ha inorgoglita di più?
«La vera sfida vinta è aver coinvolto soprattutto i più giovani in un progetto turistico straordinario. Oggi a Ercolano ci sono circa tremila posti letto, e non grazie a una grande multinazionale che ha costruito un albergo, ma grazie ai cittadini. Sono tutti bed and breakfast: significa che la gente ci crede, le persone semplici, quelle che vivono nel centro storico ci credono. Aprono una stanza della propria casa e la trasformano in una struttura ricettiva. Proprio oggi abbiamo inaugurato il cantiere per portare finalmente le fogne nella zona alta di San Vito: un intervento che restituisce dignità a una parte fondamentale della città. Queste sono le vere grandi opere, quelle che migliorano la qualità della vita, per i cittadini e per chi viene a visitarci».
Quale è stata invece la scommessa mancata?
«La scommessa mancata è non essere riusciti a diventare Capitale italiana della Cultura, nonostante ci siamo andati molto vicini per ben due volte».
Si dimette da sindaco per candidarsi al Consiglio regionale, quali temi e priorità intende portare in Consiglio?
«Credo fortemente che il futuro della Campania passi attraverso un grande investimento sul turismo. Ma per farlo servono infrastrutture adeguate: strade, ferrovie, connessioni tecnologiche. Dobbiamo rendere ogni angolo della nostra regione facilmente raggiungibile, solo così potremo valorizzare davvero le nostre bellezze. Turismo, cultura e legalità devono diventare le fondamenta di uno sviluppo duraturo per la Campania e per tutto il Mezzogiorno. In questi anni, sono stati compiuti passi importanti su temi cruciali come i trasporti, la sanità, la videosorveglianza, la balneabilità del mare. Ora bisogna continuare su questa strada con ancora più ambizione, puntando a risultati sempre più prestigiosi».
In che modo la sua esperienza da sindaco influenzerà le sue priorità in Consiglio regionale, qualora venisse eletto?
«L’esperienza da sindaco la porto dentro, nel cuore e nella testa. Fare il sindaco è un modo di vivere: ti obbliga ogni giorno a coniugare visione e realtà, ideali e concretezza. È un lavoro straordinario perché ti mette a contatto diretto con i problemi quotidiani delle persone, ma anche con la responsabilità di immaginare il futuro. In Regione porterò questo approccio pratico e umano, la capacità di affrontare i problemi non con la logica dell’annuncio ma con quella della soluzione. Credo che questo sguardo dal basso, maturato sul campo, sia un valore aggiunto in un’istituzione regionale».
È ancora incerta la dinamica in chiave elettorale De Luca-Pd. Qual è la sua valutazione su questo “contenzioso”?
«Questa dinamica fa male sia al centrosinistra che alla Regione Campania. Dobbiamo partire dall’esperienza positiva di De Luca, dobbiamo tutti quanti uniti battere la destra, in Campania e nel Paese».
In caso di separazione tra De Luca e Pd, con conseguente corsa in solitaria del blocco deluchiano, Italia viva da che parte starà?
«La fantapolitica non si addice a un sindaco, quando ci saranno certezze faremo tutte le valutazioni necessarie».
Il nome del candidato presidente della Regione nel centrosinistra è ancora incerto. Lei ha una preferenza o un profilo ideale?
«Mi auguro che sia un elemento capace di coinvolgere tutto il centro sinistra intorno a un progetto ambizioso».
venerdì, 13 Giugno 2025 - 18:11
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