Sorteggio, carriere e Alta Corte: il confronto sulla riforma infiamma il convegno di Magistratura indipendente


Sorteggio secco, temperato, alternativo: per il ministro Carlo Nordio la discussione è aperta e arriverà al dunque solo con le leggi attuative. Per Magistratura Indipendente, invece, non c’è margine: il sorteggio dei togati nel Csm rappresenta una “resa dell’autogoverno” alla politica e mina l’indipendenza della magistratura. È su questo snodo — tecnico, ma politicamente decisivo — che si è articolato il confronto tenutosi sabato 14 giugno a Milano Marittima, nel convegno organizzato da MI sulla riforma costituzionale della giustizia. Al centro della discussione, anche la separazione delle carriere, la creazione di due Csm distinti e l’Alta Corte disciplinare. I toni sono stati diversi, ma su un punto le parti concordano: non è in gioco un dettaglio tecnico, ma l’equilibrio tra poteri dello Stato.

Miccichè: «Il Csm è un baluardo, non un problema»

La presidente nazionale di Magistratura Indipendente, Loredana Miccichè, ha rivendicato la funzione dell’attuale sistema di autogoverno: «Il Csm, così come organizzato attualmente, è il baluardo a difesa dell’autonomia della magistratura rispetto alla politica, in base al principio della separazione dei poteri. Non è vero che dopo il ‘caso Palamara’ la magistratura non abbia saputo riformarsi: sfido oggi a trovare un’istituzione della Repubblica che produce delibere così dettagliatamente motivate come quelle redatte dal Consiglio Superiore della Magistratura».

Sul sorteggio ha ribadito il no secco: «Ci opponiamo al sorteggio dei rappresentanti dei giudici ordinari, per non consegnare l’autogoverno alla politica, con grave rischio del principio d’indipendenza». E sul metodo ha aggiunto: «Se la proposta di riforma costituzionale del governo è emendabile solo in fase di legge attuativa e non sul testo attualmente in Parlamento, allora è difficile pensare a un dialogo costruttivo con la controparte politica».

Galoppi: «Svilire i magistrati non risolve nulla»

Il segretario nazionale di MI, Claudio Galoppi, ha definito la riforma «inadeguata rispetto ai veri problemi della giustizia»: «Il cattivo funzionamento della giurisdizione non ha nulla a che fare con la riforma costituzionale, che non risolverà nessuno degli atavici problemi della giustizia italiana».

Pur aprendo alla necessità di dialogo istituzionale, ha osservato: «Noi di MI non perseguiamo lo scontro istituzionale, ma l’obiettivo reale di questa riforma è riscrivere il perimetro e la natura dei rapporti tra magistratura e politica. Il sistema del sorteggio nell’elezione dei rappresentanti del Csm rientra in una logica di svilimento dei magistrati ordinari, cui viene detto che non sono in grado di autogovernarsi».

Infine, ha sollevato un’alternativa mancata: «Invece di intervenire sulle modalità di selezione dei membri del Csm, la politica avrebbe potuto e dovuto fare una riflessione chiara e trasparente sulla reintroduzione dell’autorizzazione a procedere: sarebbe stato un modo diverso di riequilibrare i rapporti politica-magistratura».

Pinelli: «Evitare lo scontro, rafforzare il metodo»

Il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, ha invitato a una lettura non ideologica della riforma: «Lo scontro istituzionale è sempre un errore, fa male al Paese. Ciascuno di noi deve prodigarsi in ogni modo per evitarlo. In gioco non sono prerogative corporative, ma l’interesse dei cittadini al miglioramento della giustizia». Sulla proposta di sorteggio ha espresso perplessità: «V’è da chiedersi se lo strumento del sorteggio sia davvero il più adatto o non possa rappresentare un indebolimento dell’organo, rispetto al rilievo costituzionale delle sue funzioni».

Ha ricordato che la consiliatura in corso «si è profusa nel massimo sforzo per incrementare l’efficienza e la credibilità del giudizio disciplinare», e ha invitato tutti gli attori associativi a formulare proposte concrete per correggere le degenerazioni correntizie «che esistono e sono state più volte evidenziate anche dal Capo dello Stato».

Nordio: «Modelli di sorteggio sul tavolo»

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha sottolineato che nessuna decisione è chiusa e che le forme tecniche del sorteggio saranno oggetto di confronto: «Ci sono tanti modi di fare il sorteggio: temperato, secco, misto. La discussione è assolutamente aperta».

Ha precisato che il Csm non è un collegio giudicante ma un organo di governo e quindi «è anche espressione di rappresentatività, un valore che impatta sull’efficienza complessiva del sistema». Sulle leggi attuative ha aggiunto: «Spero si arrivi a una decisione che, anche se non condivisa al 100%, sia arricchita dai contributi di tutte le parti».

Parodi: «Il rischio è un Csm meno competente»

Il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, ha criticato sia il metodo del sorteggio sia il modello del doppio Csm: «Il sorteggio non elimina le correnti: la maggioranza dei magistrati si riconosce in un gruppo associativo e i sorteggiati finiranno comunque per aggregarsi. Il rischio è un Csm peggiore, con componenti meno motivati e meno competenti». Ha poi espresso dubbi sulla separazione totale tra giudicanti e requirenti: «Non ho paura del Csm dei pm, ma sarebbe un centro svincolato dal confronto con i giudici, con il rischio di conflitti istituzionali».

Gasparri: «La magistratura faccia autocritica»

A margine del dibattito, è intervenuto anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, con un giudizio fortemente critico: «Mi dispiace sapere che i magistrati soffrono quando vengono accusati di svolgere un ruolo ideologico o, come preferiamo dire noi, fanno un uso politico della giustizia. Ma mi dispiace molto di più per tutte le vittime dell’uso ideologico e politico della giustizia fatto da centinaia e centinaia di magistrati, dediti a fare comizi più che indagini e sentenze».

Gasparri ha definito la magistratura «uno degli scandali più gravi della storia recente»: «Un tempo stimati, i togati sono oggi nei bassifondi delle classifiche di gradimento, quasi a livello della politica, forse talvolta anche al di sotto. La magistratura dovrebbe fare una riflessione profonda e un’autocritica sul fallimento di questa Istituzione». Sul Csm ha aggiunto: «Ci si lamenta della riforma del Csm? E cosa dovremmo dire noi del mercimonio vergognoso che ha caratterizzato la storia del Csm. Molto più grave se si pensa che formalmente il presidente del Csm, in base alla Costituzione, è il Presidente della Repubblica. E all’ombra di ignari presidenti, togati e complici hanno attuato spartizioni ignobili. Il Csm ha scritto pagine tra le più vergognose della Repubblica. Ci vorranno generazioni per ridargli lustro». E ha concluso: «Voglio esprimere solidarietà a tutte le persone perbene che nei decenni hanno fatto parte del Csm. Ma l’Istituzione è stata segnata dai mercanti di questo ‘tempio laico’».

lunedì, 16 Giugno 2025 - 22:46
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