Ville vesuviane, accordo tra Procure e MiC: «Difendiamo bellezza e legalità». Gratteri: «I camorristi hanno occupato chiese»

di Lisa Simeone

Un patrimonio monumentale di rilevanza nazionale, troppo spesso esposto a incuria, abusivismi o appropriazioni indebite. Ma anche un’occasione per costruire sinergie concrete tra magistratura, istituzioni culturali e territori. È in questa cornice che è stato firmato oggi a Napoli, a Palazzo Reale, un protocollo d’intesa per la tutela e la valorizzazione delle Ville Vesuviane del Settecento. A sottoscriverlo la Fondazione Ente Ville Vesuviane, il Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale del Ministero della Cultura e le Procure della Repubblica presso i Tribunali di Napoli e Torre Annunziata.

Un modello condiviso di vigilanza

Il protocollo d’intesa «costituisce un’azione di rilancio delle Ville Vesuviane e una buona prassi, un modello vincente, un esempio virtuoso di obiettivo trasversale comune e condiviso con prestigiose istituzioni», ha dichiarato Gennaro Miranda, presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane, che ha ricordato l’inestimabile valore delle Ville Vesuviane. Il protocollo, ha aggiunto Miranda, «mette a sistema ruoli e competenze diverse per il raggiungimento di un fine comune riuscendo a coniugare da un lato l’azione di tutela e conservazione con l’azione di promozione e valorizzazione culturale». Miranda ha infine ricordato che «le Ville Vesuviane, capolavori del Settecento, non sono soltanto degli splendidi monumenti fisici, pietre ed affreschi per quanto meravigliosi: sono molto di più, sono l’anima, lo spirito e l’identità del territorio del Miglio d’Oro che anche grazie a questa azione riesce a rilanciarsi e diventa un faro di cultura e di bellezza».

Il protocollo impegna le Procure a supportare la Soprintendenza nell’individuare e reprimere occupazioni abusive, scavi illeciti, vandalismi o interventi edilizi non autorizzati. Previsto anche un monitoraggio giudiziario permanente per attivare misure di salvaguardia e coinvolgere, se necessario, forze dell’ordine ed enti pubblici. Il Dipartimento ministeriale si occuperà invece della realizzazione di una carta aggiornata delle Ville, con dati su stato di conservazione, proprietà, ubicazione, livello di tutela. Inoltre, saranno elaborate linee guida per gli interventi e un piano di valorizzazione culturale. La Fondazione Ente Ville Vesuviane contribuirà con risorse e progettualità culturali, impegnandosi in restauri, attività formative e iniziative educative all’interno delle dimore storiche.

L’impegno delle Procure

«Quest’intesa segue altre intese che sono state firmate tra le Procure e le Sovrintendenze, non soltanto per i beni paesaggistici ma anche quelli archeologici e della Chiesa. Le Procure si attrezzano sempre di più per il contrasto in danno ai beni culturali. Penso che bellezza e legalità siano un connubio che va alimentato», ha detto il procuratore generale della Corte di Appello di Napoli, Aldo Policastro.

«Il protocollo odierno si pone nel solco di una attività intrapresa ormai da anni dalla Procura di Torre Annunziata finalizzata alla tutela e alla conservazione dell’immenso patrimonio storico, culturale, artistico e archeologico del circondario di Torre Annunziata», ha affermato il procuratore capo Nunzio Fragliasso.

Gratteri: «La bellezza si difende»

Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha rilanciato il tema della sicurezza dei beni culturali anche sul fronte penale. «A Napoli, una delle prime cose che mi hanno fatto vedere è stata la biblioteca (dei Girolamini, ndr) dove sono stati rubati e poi recuperati dei libri antichi importanti. C’è stato anche un processo che finalmente si è concluso anche in Appello con condanne. Le mafie sono presenti dove c’è da gestire il denaro, potere e ricchezza».

«Napoli – ha aggiunto Gratteri – è un tesoro, ci sono 300 chiese chiuse solo nel centro storico. Quindi, immaginate la possibilità per i trafficanti di arte di entrare in queste chiese a rubare. E allora, noi dobbiamo avere una sensibilità che sia continua e costante ad essere sempre pronti alla tutela di questi beni».

«Spesso – ha detto ancora Gratteri – abbiamo visto camorristi occupare pezzi di chiese o sacrestie o fare costruzioni abusive sopra le chiese, a fianco e dentro di esse. Anche in quel caso abbiamo fatto un protocollo importante con il cardinale Domenico Battaglia, siamo intervenuti e siamo riusciti anche a cacciare questi soggetti che occupavano, in modo mafioso, beni appartenenti alla Chiesa».

Cultura, prevenzione e territorio

Presenti alla firma anche il prefetto di Napoli Michele di Bari, il soprintendente Mariano Nuzzo, il capo dipartimento del Ministero della Cultura Luigi La Rocca, il direttore generale della Fondazione Roberto Chianese, i procuratori aggiunti Pier Paolo Filippelli e Vincenzo Piscitelli in forza alla procura di Napoli, Rosalia D’Apice (delegata della Soprintendenza Abap), i consiglieri della Fondazione Ente Ville Vesuviane Elena Scarlato e Alfonso Gifuni, il magistrato di sorveglianza Maria Raffaella Caramiello e il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno.

martedì, 17 Giugno 2025 - 21:47
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