Depistaggi sul caso Cucchi, tre carabinieri condannati in Appello. Sentenziate 3 prescrizioni: c’è il generale Casarsa

Stefano Cucchi

La verità sulla morte di Stefano Cucchi, provocata dalle ferite di un vile e vigliacco pestaggio firmato da alcuni carabinieri in una stanza della caserma dei carabinieri di Roma Casilina, è stata inquinata da una catena di «ostinati depistaggi» lunga sette anni. Ieri pomeriggio, 19 giugno, i giudici della Corte d’Appello di Roma hanno in buona sostanza confermato la sentenza di primo grado (aprile 2022) a carico di alcuni ufficiali dei carabinieri, lasciando viva e aperta la ferita per la condotta tenuta da uomini che hanno giurato di servire lo Stato e che invece si sono ritrovati a coprire, a insabbiare quelle violenze perpetrate in un presidio di legalità. E, però, rispetto alla sentenza di primo grado sono intervenute due assoluzioni: quella del luogotenente Massimiliano Colombo Labriola e del capitano Tiziano Testarmata. Ciascuno dei due, in primo grado, era stato condannato a un anno e 9 mesi di reclusione. Il capitano Testamarta è stato assolto per non aver commesso il fatto dal primo capo d’imputazione e assolto perché il fatto non sussiste per la seconda accusa nell’ambito del processo d’Appello sui depistaggi per la morte di Stefano Cucchi.

Sul fronte delle condanne, invece, la Corte d’Appello ha confermato la pena a un anno e 3 mesi per il colonnello Lorenzo Sabatino e quella a 2 anni e 6 mesi per Luca De Cianni. A Sabatino si contesta l’avere osteggiato l’inchiesta bis sul depistaggio avvenuto all’interno della caserma dove Cucchi fu pestato dopo l’arresto. I giudici, così come sollecitato dalla Procura generale, che aveva però chiesto l’assoluzione per Sabatino, hanno riconosciuto l’intervenuta prescrizione per il generale dei carabinieri Alessandro Casarsa, oggi in forza alla caserma Salvo D’Acquisto, e per i militari dell’Arma Francesco Cavallo e Luciano Soligo. Casarsa era imputato per falso, perché – secondo l’accusa – dispose l’«aggiustamento» dell’annotazione relativa alla notte dell’arresto di Cucchi. Cavallo e Soligo, invece, erano accusati di avere contribuito ad “aggiustare” i fatti in fasi diverse. Ridotta la pena a 10 mesi per Francesco Di Sano. Sabatino aveva rinunciato alla prescrizione. Nel corso dell’appello, due parti civili, agenti della Penitenziaria, hanno revocato le costituzioni. «È una sentenza estremamente importante, soprattutto considerato il momento storico che stiamo attraversando – ha commentato Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, presente in aula al momento della lettura del dispositivo -. Oggi in quest’aula è stata confermata la sentenza di primo grado riguardo ai reati commessi dalla cosiddetta scala gerarchica successivamente all’uccisione di mio fratello».

Soddisfazione è stata espressa anche, seppur per motivi diversi, dall’avvocato Carlo Bonzano, difensore dell’assolto Testarmata: l’assoluzione è un «risultato che demolisce le sicurezze troppo frettolosamente sbandierate da tanti, troppi soggetti a vario titolo interessati a questa vicenda. Ora dovrebbero chiedere scusa per avere offeso la dignità dell’uomo e dell’ufficiale dei Carabinieri che hanno gratuitamente vilipeso e che invece la Corte oggi dà atto avere come sempre adempiuto il suo dovere e servito le Istituzioni». o Giorgio Carta difensore del carabiniere Massimiliano Colombo Labriola, pure lui assolto, e dell’appuntato Di Sano che ha ottenuto una riduzione della pena, ha invece dichiarato: «Ho difeso due galantuomini innocenti che infatti avevano rinunciato alla prescrizione. Sono ovviamente contento a meta’: giusta l’ assoluzione per il luogotenente Colombo Labriola, da esaminare la condanna, sebbene ridotta, dell’appuntato Di Sano. Per questa, mi riservo di esaminare la motivazione della sentenza per valutare l’ eventuale ricorso in Cassazione. In ogni caso, la sentenza riafferma la verità incontestabile che l’Arma dei carabinieri e’ una realta’ sana, un’ organizzazione di uomini davanti alla quale dobbiamo tutti inchinarci per riconoscenza. Viva l’ Arma dei carabinieri».

venerdì, 20 Giugno 2025 - 11:47
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