Il giallo di Villa Pamphili a Roma è una rincorsa affannata ai segreti. I segreti di Francis Kaufmann, l’uomo che ai primi di giugno avrebbe ucciso prima la compagna e poi la figlia di neanche un anno abbandonandone i corpi. Quell’uomo che, fingendosi regista, è riuscito ad ottenere dal Ministero della Cultura fondi pubblici per tax credit di oltre 863mila euro grazie al millantato progetto del film che voleva girare. I segreti, ancora, di una storia che gli inquirenti stanno facendo fatica a ricostruire, perché mentre si ricompone un piccolo tassello del puzzle, ecco che quello stesso puzzle si dilata nelle sue zone d’ombra.
Anastasia e Andromeda: identità e sogni infranti
La donna e la bimba trovate cadaveri hanno finalmente un’identità. E una storia. Una storia che parte nel settembre 2023, quando Anastasia Trofimova, 28 anni, lascia la sua casa a Omsk, in Siberia, e vola a Malta: sognava di imparare l’inglese per costruirsi un futuro. La sua vita, invece, si è fermata tra le boscaglie di Villa Pamphili. La madre l’ha riconosciuta dopo una segnalazione a “Chi l’ha visto?” e ha poi riferito di una mail del 2 giugno in cui la figlia le aveva scritto: «Abbiamo problemi, ma li stiamo risolvendo».
Quel finanziamento dato dal Mic per oltre 863mila euro
I problemi erano sorti con Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, che adesso è in carcere in Grecia con l’accusa di omicidio volontario aggravato: è sospettato di aver ucciso la compagna e la figlia Andromeda, nata a giugno 2024. Quarantasei anni, californiani, Kaufman viveva di bugie, di raggiri. Diceva di essere un regista e, non si sa come, nel 2020 ottenne 863.595,90 euro tramite il tax credit del ministero della Cultura per la produzione del film “Stelle della notte”. Il progetto fu presentato con passaporto americano e carte formalmente in regola dalla società maltese Tintagel Films, fondata da Kaufmann sotto falsa identità. «Un fattaccio brutto» che «però va anche inquadrato nel modo giusto», dice Nicola Borrelli, direttore generale Cinema e Audiovisivo. «I presupposti dal punto di vista delle carte c’erano e ci sono ancora tutti. Ovviamente ci siamo attivati immediatamente per controlli più efficaci, più diretti e puntuali – aggiunge -. Se emergeranno irregolarità procederemo alla revoca del beneficio e alla segnalazione alla Procura e alla Guardia di Finanza».
Alias e spostamenti sotto indagine
Gli inquirenti stanno cercando di capire come abbia vissuto fino ad oggi, e stanno ricostruendo i suoi spostamenti tra Malta, Sicilia e Roma. Sotto la lente anche i suoi alias: oltre a Rexal Ford, usava il nome italiano Matteo Capozzi, con cui aveva acquistato una SIM. Per ricostruire la sua rete di relazioni, è al lavoro pure l’Fbi. Un caso internazionale. Che si è concluso nel modo più drammatico a Roma.
I mancati controlli della polizia
Quella stessa Roma dove l’uomo pure era stato fermato mentre era in compagnia della figlia. Il primo controllo risale al 20 maggio in via Giulia: un uomo ubriaco strattonava una donna con una bambina in braccio. Lui si presentò come Rexal Ford, lei come Stella Ford. Nessun documento, ma furono lasciati andare.
L’ultima menzogna
Poche ore dopo, stessa scena: l’uomo ferito alla fronte, la donna lo medicava e rassicurava gli agenti. Il 5 giugno, Kaufmann viene notato in piazza Cairoli, barcollante con una bottiglia in mano e la bambina che piange. Alla domanda su dove fosse la moglie, risponde: «È andata via, mi ha lasciato». Anastasia, quel giorno, era già morta.
venerdì, 20 Giugno 2025 - 08:28
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