Uccisa a 14 anni dall’ex, verifiche su capelli e sasso. La mamma all’indagato: «Altro che perdono, vado io dal Papa»

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Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola

Nuovi accertamenti scientifici sul femminicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa lo scorso 27 maggio ad Afragola, in provincia di Napoli, dall’ex fidanzato Alessio Tucci, 19 anni, reo confesso. La procura di Napoli Nord ha disposto l’analisi di alcuni capelli trovati tra l’indice e il pollice della mano della vittima, che potrebbero fornire elementi utili per ricostruire le fasi finali dell’aggressione. Gli accertamenti saranno eseguiti dai carabinieri del Ris di Roma, gli stessi incaricati di esaminare il grosso frammento di cemento sporco di sangue, considerato l’arma del delitto, usata da Tucci per colpire Martina alla testa almeno quattro volte. Gli specialisti si occuperanno anche delle sneakers sequestrate al ragazzo. Gli esami sono fissati per il prossimo 26 giugno. Martina è stata uccisa in un edificio abbandonato all’interno dell’area dell’ex stadio Moccia. Secondo le ricostruzioni, dopo averle negato un abbraccio, la 14enne è stata colpita ripetutamente con la pietra che il giovane aveva trovato poco distante. Il corpo è stato poi nascosto dietro un armadio e un cumulo di rifiuti. Tucci, per due giorni, ha partecipato alle ricerche fingendo di non sapere nulla, fino a crollare e confessare l’omicidio. Adesso il giovane è in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato, anche dalla crudeltà, e l’occultamento di cadavere.

Nel frattempo prosegue il lavoro degli investigatori sui dispositivi elettronici sequestrati: sette in tutto, tra cui i cellulari della vittima, dell’indagato e dei familiari di quest’ultimo, oltre al tablet di Martina. Gli esperti della sezione Cyber Investigation dei carabinieri di Napoli hanno iniziato la copia forense dei dispositivi, atto irripetibile che precede le analisi sui contenuti. Il consulente scelto dai genitori della ragazza è l’ingegnere e docente Lorenzo Laurato.

Accanto alle indagini, si infiamma lo scontro a distanza tra la madre di Martina, Enza, e Alessio Tucci. Nei giorni scorsi, il 19enne ha fatto pervenire al cappellano del carcere una lettera indirizzata a Papa Leone XIV, chiedendo perdono per l’omicidio. Una richiesta che ha scatenato l’indignazione della famiglia della vittima. «Altro che lettere di perdono», ha dichiarato Enza. «Se davvero il Papa volesse occuparsi di questo delitto, allora che chiami me. Che ascolti una madre che ha visto la propria figlia tornare a casa in una bara».

La donna ha parlato anche degli occhiali della figlia, ancora sotto sequestro: «Quegli occhiali che non mi hanno restituito sono stati l’ultima cosa che ha avuto davanti agli occhi, il mezzo con cui ha visto l’orrore. Devono diventare una testimonianza e dovranno essere visti anche dal Papa». Per Enza, quella di Tucci è solo «una provocazione vergognosa», un atto di facciata per ottenere indulgenza: «Chi ha violato il quinto comandamento non può cavarsela con una lettera. Ha ucciso consapevolmente e adesso ha anche il coraggio di chiedere perdono al Papa? È una bestemmia».

La madre di Martina ha ricordato con dolore: «Gesù disse “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, ma questo mostro no… Lui quella pietra l’ha presa e l’ha usata per uccidere, senza pietà, sapendo esattamente cosa stava facendo». Rivolgendosi al Pontefice, Enza ha lanciato un appello: «Santo Padre, se riceverete quella lettera, ascoltate anche me. Chiamatemi ed io verrò». Netta anche la presa di posizione affidata ai social: «Spero che il Papa non gli risponda neanche. È un mostro che ha ucciso la mia unica figlia. Il modo in cui l’ha uccisa non lo avrebbe fatto nemmeno un serial killer. Voglio giustizia e fine pena mai per lui».

mercoledì, 25 Giugno 2025 - 08:33
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