Il maresciallo dei carabinieri Gregorio Assanti, in servizio alla prima sezione nucleo radiomobile dei carabinieri della Capitale, ha pochi secondi per decidere. Le fiamme stanno già divorando il distributore di Gpl in via dei Gordiani, un’ambulanza prende fuoco, l’aria è densa di gas e metallo arroventato. Lui non esita. Prende il 67enne ustionato, lo carica nell’auto di servizio e si lancia verso l’ospedale, tra le urla, il caos, il fumo. Il suo gesto – che lo farà finire in ospedale – salva una vita, mentre tutt’intorno si rischia una strage.
Roma, quartiere Prenestino, ore 7.50 del mattino di ieri (venerdì 4 luglio). In pochi minuti la normalità si trasforma in incubo. Due esplosioni scuotono via dei Gordiani: prima un boato più contenuto, poi una deflagrazione violentissima, che investe tutto. Una colonna di fumo si alza visibile da chilometri, le sirene coprono le grida, i vetri si frantumano, le finestre volano via. Il bilancio è drammatico: oltre cinquanta feriti, due gravi, tra cui 11 poliziotti, sei vigili del fuoco, tre operatori sanitari e un carabiniere. Il militare dell’Arma in questione è Assanti, che nell’azione di salvataggio ha riportato delle escoriazioni ai gomiti e alla schiena. «Meglio queste che le ustioni viste sul corpo della gente e dei miei colleghi», dice. Tra i feriti più gravi ci sono due uomini, ricoverati entrambi al Sant’Eugenio di Roma, e “in pericolo di vita”: si tratta di Mauro Bagaglini, 45 anni, autista della cisterna e Mauro Ercoli, 67 anni, dipendente della stazione di servizio ustionato sulla sua auto. Sono supportati dalla ventilazione meccanica: uno ha ustioni sul 55% del corpo e l’altro sul 25% e hanno “lesioni da inalazioni e barotrauma”. Sono, invece, tornati a casa i sei vigili del fuoco finiti in ospedale: uno ha riportato delle lievi ustioni nell’esplosione, gli altri erano stati portati in ospedale per controlli del caso.
Secondo le prime ricostruzioni, la causa è una fuga di gas durante il rifornimento di un deposito annesso a una stazione di servizio. Era già stata segnalata una perdita, poi l’incendio, infine l’esplosione che ha coinvolto anche un deposito del 118, con bombole d’ossigeno saltate in aria come proiettili.
A pochi metri, nel centro estivo di Villa De Sanctis, 15 bambini stanno giocando a bordo piscina. Gli agenti del V Gruppo Prenestino della Polizia Locale, notando il fumo, non esitano: evacuano tutto. «L’intervento tempestivo ha evitato una tragedia», racconta il comandante della Polizia Locale Mario De Sclavis. Anche una donna bloccata in auto a ridosso delle fiamme viene portata in salvo. Pochi minuti dopo, il maresciallo Assanti e i suoi uomini si trovano nel cuore dell’inferno. «Ha incarnato il più alto spirito di servizio», dice la premier Giorgia Meloni. Il sindacato Sim Carabinieri parla di «eroismo silenzioso» e il comandante generale Salvatore Luongo si rivolge ai suoi uomini: «Non vi parlo da comandante, ma da fratello d’armi. Siete l’orgoglio del Paese».
Il quartiere sembra un campo di battaglia. Vetri distrutti, motorini ribaltati, cornicioni caduti. Sette scuole colpite: all’Istituto Romolo Balzani i danni sono gravi, dichiarato inagibile. Anche gli esami di maturità al liceo Cavanis vengono sospesi. In alcune scuole crollano cornicioni, si aprono crepe sui muri. Fabio Balzani, presidente della polisportiva Villa De Sanctis, non nasconde la paura: «Se fosse successo un’ora dopo, sarebbe stata una strage. C’erano 60 bambini attesi al centro estivo e 120 prenotati in piscina».
Il sindaco Roberto Gualtieri arriva sul posto. «L’impatto poteva essere devastante. Grazie alla prontezza dei soccorritori, si è evitato il peggio». Il presidente Sergio Mattarella esprime vicinanza ai feriti e gratitudine alle forze dell’ordine. La premier Meloni segue l’evoluzione dei fatti «con grande attenzione». Nel frattempo, i residenti parlano di un impianto «pericoloso da tempo», con tubi a vista e odori sospetti. I due gestori, cittadini nordafricani, descritti come «poco collaborativi», saranno sentiti dagli inquirenti. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per disastro colposo, al momento senza indagati. La Polizia Scientifica e i Vigili del Fuoco continuano i rilievi.
Intanto, l’Arpa monitora la qualità dell’aria. Le autorità raccomandano finestre chiuse, condizionatori spenti, evitare i prodotti ortofrutticoli della zona. «Il Gpl inalato può provocare gravi effetti sulla salute», avverte la Società Italiana di Medicina Ambientale. La Protezione Civile consiglia di non sostare nei pressi dell’area fino a tre chilometri dall’epicentro. Il Cepib ha attivato un centro di ascolto psicologico gratuito per aiutare chi ha subito traumi. La Caritas ha accolto le famiglie evacuate. Il V Municipio e la Camera di Commercio hanno annunciato contributi straordinari per le imprese colpite.
E mentre si lavora alla messa in sicurezza, resta l’immagine di un quartiere ferito ma salvo grazie al coraggio di chi, come Gregorio Assanti e gli agenti intervenuti, ha sfidato le fiamme per salvare vite. «Con le loro uniformi, diverse nel colore, ma unite da uno stesso cuore, hanno agito per proteggere la città», commenta Usmia Carabinieri. Un gesto che oggi racconta il volto migliore dello Stato.
sabato, 5 Luglio 2025 - 00:37
© RIPRODUZIONE RISERVATA