Potrebbe arrivare già con la prossima manovra una detrazione fiscale del 19% sulle spese per i libri scolastici. L’operazione punta a sostenere le famiglie alle prese con i costi crescenti dell’istruzione e potrebbe entrare in vigore dal 2026. L’idea era stata anticipata a luglio dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara; ora i tecnici del Governo sono impegnati nelle simulazioni.
La misura allargherebbe il perimetro delle spese scolastiche già detraibili al 19%, che oggi include tasse di iscrizione e frequenza, mensa, scuolabus, gite e laboratori. Restano escluse, invece, le spese per zaini, astucci e cancelleria. Tra le ipotesi sul tavolo anche l’introduzione di un tetto massimo, fissato a circa 1.000 euro di spesa detraibile per figlio: il beneficio si tradurrebbe quindi in 190 euro l’anno. Resta aperto il nodo delle risorse e quello dei criteri di accesso: la misura potrebbe essere legata all’Isee, per modulare l’intervento in base alla capacità economica delle famiglie.
Caro libri e inflazione
Secondo l’Associazione Italiana Editori (Aie), nel 2025 il costo medio dei libri scolastici nelle scuole secondarie statali è di 190 euro per le medie, 279 euro per i licei, 241 per gli istituti tecnici e 167 per i professionali, con un incremento rispetto al 2024 compreso tra l’1,7% e l’1,8%, in linea con l’inflazione (+1,7% a luglio 2025, dati Istat).
«Il tema del diritto allo studio e della sostenibilità economica è centrale», ha dichiarato Giorgio Riva, presidente del gruppo Educativo di Aie. «Troppo spesso si diffondono dati gonfiati che sommano libri, zaini e altri materiali. I nostri numeri dimostrano che i prezzi dei testi sono cresciuti molto meno dell’inflazione: tra il 2021 e il 2024 +7,5% per le medie e +8,2% per le superiori, contro un’inflazione cumulata del 14,7%».
Riva ha sottolineato che «le imprese editoriali non possono farsi carico da sole di garantire il diritto allo studio». Da qui la richiesta di un doppio intervento pubblico: estendere le detrazioni fiscali, come avviene per spese mediche e sportive, e migliorare la distribuzione dei fondi per le famiglie in povertà assoluta, «perché arrivino presto ai beneficiari».
Le richieste dei consumatori
Accoglienza positiva da parte delle associazioni dei consumatori, ma con riserve. «È un’ottima notizia», ha commentato Anna Rea, presidente di Adoc nazionale. «Chiediamo da anni una detrazione per i libri di testo. È un passo importante, ma va reso efficace con criteri giusti ed equi».
Secondo Rea, limitare la misura all’Isee rischierebbe di escludere il ceto medio-basso, «che non rientra nei bonus ma fatica a far quadrare i conti». Critiche anche al possibile tetto massimo: «Il caro libri non si risolve con un limite di spesa. Per garantire davvero il diritto allo studio, la detrazione deve coprire integralmente il costo dei testi».
Adoc stima che nell’anno scolastico 2025/2026 i costi aumenteranno del 5%. Le famiglie dovranno affrontare una spesa media di 355,23 euro per il primo anno delle medie e di 552,69 euro per il primo anno delle superiori, a cui si sommano circa 132 euro per il kit scuola. Nel complesso, gli otto anni di scuola dell’obbligo costeranno oltre 2.500 euro solo di libri.
«Un peso insostenibile – ha concluso Rea – che rende indispensabile un intervento strutturale e inclusivo, non solo un palliativo».
mercoledì, 3 Settembre 2025 - 10:13
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