Tanti, tantissimi giovani. Studenti ancora alle superiori, universitari. E poi lavoratori e lavoratrici, politici. Semplicemente persone che vogliono far sentire la propria voce in favore di Gaza e contro il massacro in atto da quasi un anno da parte di Israele. La piazza di Napoli risponde allo sciopero generale proclamato dalla Cgil con strade stracolme e un corteo vivace e composto. Si è partiti questa mattina da piazza Garibaldi, poi il corteo ha inondato il corso Umberto I, nella carreggiata che conduce verso piazza Borsa. E il fiume di persone si è ingrossato a poco a poco, perché in tanti hanno avuto a difficoltà a raggiungere i punti di aggregazione a causa dello sciopero dei trasporti pubblici che ha bloccato, tra l’altro, la linea 1 della Metro e la linea 6. Poi tutti insieme verso piazza del Plebiscito, dove ci sarà la manifestazione di chiusura. Lungo il cammino sventolano le bandiere dei sindacati che hanno organizzato lo sciopero di protesta ma soprattutto sventolano le bandiere della Palestina. E poi ci sono i cori contro Israele, mentre sulle note di “Bella ciao” i tanti giovani cantano in favore di Gaza, della pace. Qualcuno indossa una kefhia. In testa al corteo c’è lo striscione “Palestina libera”.
È una mobilitazione incredibile. Intorno alle 11.30 la Cgil dirama un primo parziale “bollettino”: si parla di circa 50 mila persone presenti. «Quella di oggi è una manifestazione che non parla di rinnovo dei contratti e di salario, parla di solidarietà alla comunità palestinese, per spingere non sono il governo italiano, ma anche altri governi a chiedere a Israele corridoi umanitari. Va fermato questo genocidio, il mondo del lavoro non può girare la faccia su quello che sta avvenendo. La nostra è una grande battaglia di civiltà a difesa di un popolo martoriato», ha detto Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania. Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil, dice che da questa manifestazione «ci aspettiamo una grande risposta da parte di una grande regione del Mezzogiorno che vuole esprimere solidarietà a un popolo che viene vessato da tempo e proviamo a dare una risposta democratica e di solidarietà».
«Chiediamo al Governo di svolgere un ruolo attivo rispetto a quello che sta succedendo. Non può minacciare le piazze, non può intimidire i lavoratori – ha aggiunto Gesmundo -. Noi siamo in piazza convinti di essere nella piena legittimità giuridica e peraltro nella piena legittimità di natura democratica. C’è bisogno di dare una risposta forte e non possiamo consentire ulteriormente questo massacro».
venerdì, 3 Ottobre 2025 - 12:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA














