Una lettera, dal tono fermo ma con margini di trattativa, è arrivata nelle case (e nelle caselle PEC) di circa duemila utenti italiani. Mittente: Dazn, la piattaforma che detiene i diritti per la Serie A. Oggetto: “Illecita acquisizione di servizi IPTV relativi a pacchetti aventi ad oggetto la visione delle dirette delle partite del campionato di calcio di Serie A”. Tradotto: avete guardato le partite illegalmente. Ora pagate — oppure rischiate di finire davanti a un giudice.
La mossa della piattaforma arriva dopo una vasta inchiesta della Guardia di Finanza, che nei mesi scorsi ha smantellato una delle principali reti di IPTV pirata in Italia. L’operazione, condotta dal Nucleo speciale beni e servizi di Roma e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce, ha permesso di identificare migliaia di utenti che accedevano ai contenuti sportivi violando la legge sul diritto d’autore. Attraverso una complessa analisi di dati anagrafici, bancari e geografici, le Fiamme Gialle sono riuscite a risalire non solo ai gestori della rete illegale ma anche agli utenti finali. Su autorizzazione della Procura, i loro dati sono stati trasmessi ai titolari dei diritti, e da qui la decisione di Dazn di chiedere un risarcimento diretto per i danni economici e d’immagine subiti.
Nel documento, che sa di vera e propria stretta anti-pirateria, Dazn scrive: 1Prima di intraprendere iniziative giudiziarie di natura risarcitoria e protettive, con conseguente aggravio di costi, intendiamo verificare la possibilità di una composizione dell’accaduto, con il versamento di un indennizzo forfettario di 500 euro e con il formale impegno a non porre in essere ulteriori comportamenti lesivi dei diritti della scrivente». In pratica, l’azienda offre una via d’uscita: pagare 500 euro come indennizzo e chiudere la partita. Chi invece ignorerà la raccomandata, rischia di vedersi recapitare un atto di citazione. 1Decorsi sette giorni dal ricevimento della presente e, senza ulteriore avviso, Dazn si riterrà libera di avviare le iniziative giudiziarie appropriate», si legge ancora nella lettera.
giovedì, 9 Ottobre 2025 - 13:35
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