Fanno esplodere il casale durante lo sfratto, 3 carabinieri restano uccisi. Feriti altri 15 esponenti delle forze dell’ordine

di Laura Nazzari

Avrebbero dovuto essere sfrattati ma per evitare lo sgombero hanno suturato di gas i locali del casolare da liberare e così facendo hanno commesso una vera e propria strage. Tre carabinieri, intervenuti per sgomberare l’edificio. sono rimasti uccisi questa mattina a Castel D’Azzano, piccolo comune a sud di Verona. Sono rimasti feriti altri 11 carabinieri, tre poliziotti e un vigile del fuoco, tutti ricoverati nei vari ospedali della provincia scaligera, per ustioni e ferite ma non in pericolo di vita.

Le vittime sono il luogotenente Marco Piffari, il carabiniere scelto Davide Bernardello e il brigadiere capo Valerio Daprà. «Ho appreso con sconcerto e profondo dolore la notizia della morte dei tre militari dell’Arma dei carabinieri – ha commentato il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio inviato al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Salvatore Luongo,-. In questa drammatica circostanza, esprimo la mia solidale vicinanza all’Arma dei Carabinieri e sentimenti di partecipe cordoglio ai familiari, insieme all’augurio di pronta guarigione agli operatori feriti». Sotto choc l’Italia intera.

I tre carabinieri rimasti uccisi appartenevano al Nucleo Radiomobile di Padova e alla Squadra operativa supporto del Battaglione mobile di Mestre (Venezia). Il brigadiere Capo Qualifica Scelta Valerio Daprà era nato a Brescia 56 anni fa, aveva una compagna e un figlio di 26 anni. Si era arruolato nel 1988 ed apparteneva al Radiomobile di Padova. Allo stesso reparto apparteneva il carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni. Nato a Camposampiero, in provincia di Padova, Bernardello si era arruolato nel 2014. Era celibe. Il luogotenente Marco Piffari, 56enne, viveva in provincia di Padova: era il comandante della Squadra Operativa Supporto del Battaglione Mobile di Mestre, arruolato nel 1987. Piffari era separato.

La procura della Repubblica di Verona ha aperto un’inchiesta. Sotto i riflettori ci sono i tre fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori da tempo alle prese con problemi finanziari e ipotecari. Il casolare era stato pignorato anni fa e questa mattina sarebbe dovuto essere sgomberato. Sul posto sono stati mandati i carabinieri perché già in precedenza c’erano stati tentati di sfratti ma sempre andati a vuoto per via delle minacce dei tre fratelli di far saltare tutto in aria. Così si è deciso di fare intervenire anche i carabinieri dei Reparti speciali e agenti dell’Uopi, specializzati in azione antiterrorismo. La casa era però già satura di gas e l’esplosione è stata innescata all’apertura della porta d’ingresso, che ha investito le forze dell’ordine e i vigili del fuoco che stavano facendo irruzione. L’intero casolare, di due piani, è crollato travolgendo i militari e gli agenti. Sul posto erano presenti anche i vigili del fuoco che sono intervenuti immediatamente, ma per i tre carabinieri non c’è stato nulla da fare.

Dei tre fratelli Franco è scappato ed è stato poi trovato e fermato poco lontano, Maria Luisa e Dino sono ricoverati ma non in pericolo di vita, e sono piantonati in stato di fermo all’ospedale. «È una tragedia incredibile – ha commentato il procuratore capo Raffaele Tito -, dei comportamenti assurdi. Da parte mia c’è un dolore incredibile. Dovevamo eseguire un decreto di perquisizione, si cercavano anche delle bottiglie molotov. Carabinieri e Polizia hanno cercato di agire in massima sicurezza e con tutte le attrezzature necessarie. Ma l’esito è stato inaspettato e molto doloroso».

martedì, 14 Ottobre 2025 - 15:14
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