Termoscanner all’ingresso, pochi visitatori esterni e navette per andare a lavoro: le nuove regole per le aziende nella fase 2

coronavirus

Controllo della temperatura corporea all’ingresso del posto di lavoro, percorsi differenziati per i fornitori, accessi ridotti per i visitatori esterni, navette per i lavoratori. Queste alcune delle misure che da oggi i dipendenti delle aziende pubbliche e private e gli imprenditori che ricominciano la loro attività dovranno rispettare o potranno introdurre con l’obiettivo di ridurre al minimo il rischio contagio. Come, ad esempio, l’utilizzo del termoscanner quando entrano in azienda, con la sicurezza che la misurazione – trattandosi di un dato sensibile – non verrà ‘registrata’ a meno che la temperatura non superi i 37,5 gradi; in questo caso chi misura la febbre deve identificare il dipendente che fa, ovviamente, ritorno a casa.

Costante lavaggio delle mani, distanza di un metro tra colleghi e, quando non sia possibile, utilizzo della mascherina (ed eventualmente guanti, occhiali, visiere) anche mentre si lavora sono altre delle prescrizioni previste dal nuovo Dpcm. Mascherine obbligatorie negli spazi comuni. Rispetto a questi ultimi (parliamo della mensa aziendale, degli spogliatoi, delle aree fumatori, delle aree riservate ai distributori di snack e bevande) l’ingresso deve essere contingentato e la permanenza limitata nel tempo e sempre nel rispetto del metro di distanza.

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Essendo necessario il rispetto del distanziamento sociale, il decreto richiede, laddove non sia possibile lo smart working che è sempre consigliato dal legislatore,  una rimodulazione degli spazi di lavoro compatibile con le mansioni di ciascun dipendente. Chi, ad esempio, può lavorare da solo, può essere messo in condizione di farlo in spazi ricavati da uffici inutilizzati o in sale riunioni. Per gli ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente potranno essere trovate soluzioni innovative come, ad esempio, il riposizionamento delle postazioni di lavoro adeguatamente distanziate tra loro.

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L’articolazione del lavoro – stabilisce inoltre il decreto – potrà essere ridefinita con orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità di orari: «È essenziale evitare aggregazioni sociali anche in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro e rientrare a casa (commuting), – si legge – con particolare riferimento all’utilizzo del trasporto pubblico. Per tale motivo andrebbero incentivate forme di trasporto verso il luogo di lavoro con adeguato distanziamento fra i viaggiatori e favorendo l’uso del mezzo privato o di navette». Impossibili, infine, eventi prima diffusi all’interno delle aziende come riunioni, convegni, giornate di formazione per i quali si dovrà eventualmente procedere da remoto.

I titolari delle aziende, dal canto loro, sono obbligati alla costante pulizia e sanificazione degli ambienti di lavoro, delle aree comuni e di svago, compresa la pulizia di pc, schermi, tastiere e mouse.

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lunedì, 18 Maggio 2020 - 20:00
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