Incastrato da un parente stretto e da alcuni dei suoi amici. ‘Scaricato’ senza indugio. Troppo grave e drammatico ciò che aveva fatto per lanciargli una scialuppa di salvataggio e coprire con il velo dell’omertà la sua condotta. Francesco Pio Valda, 19 anni del quartiere Barra, affonda sotto i colpi delle dichiarazioni di tre persone a lui vicine e del coraggioso racconto del migliore amico di Francesco Pio Maimone, il 18enne di Pianura ucciso per errore da un proiettile partito dalla pistola impugnata da Valda nella folle notte del 20 marzo scorso a Mergellina (Napoli).
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Nelle oltre 30 pagine di ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del giudice per le indagini preliminari Maria Luisa Miranda della terza sezione penale del Tribunale di Napoli, la prova regina sulla responsabilità di Valda occupa il cuore del provvedimento. «Valda ha estratto la pistola che aveva nascosto nei pantaloni ed una volta impugnata ha esploso prima 2 o 3 colpi ma non so in che direzione perché ho avuto paura e ha provato a scappare», racconta un amico dell’indagato. Un altro ragazzo, presente alla rissa sfociata nei colpi di pistola, aggiunge: «Quando siamo ritornati a Barra, Valda mi ha detto di aver sparato con un revolver special prima due colpi in aria, perché gli avversari gridavano che la pistola era a salve. Lui per dimostrare che la pistola era vera ha sparso prima due colpi in aria, poi uno nel vetro di un auto parcheggiata lì…».
Chiudono il cerchio le parole di un parente stretto del ragazzo: «Valda è stato inseguito da diversi soggetti e all’altezza dello chalet sarà ha estratto una pistola e ha esploso colpi di pistola. Valda è stato inseguito da diversi ragazzi. E’ arrivato all’altezza dello chalet di Sasà ha estratto un’arma che aveva nascosto nei pantaloni ed una volta impugnata ha esploso prima 2 o 3 ma sono so in che direzione perché ho avuto paura e ho provato a scappare».
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venerdì, 24 Marzo 2023 - 11:34
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