“Liberi e Uguali”… di scegliersi le poltrone Possibile Napoli scarica Pietro Grasso: candidature scomparse, decidono dall’alto

di Dario Striano

Tutto è possibile nella Sinistra “libera e uguale”. Anche che, a pochi giorni dalla presentazione delle liste dei candidati alle imminenti elezioni politiche, pezzi importanti si defilino dal progetto progressista LeU, a causa dell’imposizione dall’alto di alcune candidature. In sfregio agli ideali di libertà e uguaglianza sbandierati dal leader Pietro Grasso.

Ha destato clamore la decisione di Possibile Napoli di prendere le distanze dal progetto “Liberi e Uguali”, annunciata in giornata dalla portavoce Anna Starita. «Liberi e Uguali sembrava – ha detto Starita – l’occasione che tutti aspettavamo per restituire al Paese un’offerta politica valida nei temi e nei modi. Oggi invece siamo costretti a riconoscere il nostro fallimento».  La presa di distanze della sezione partenopea di Possibile, progetto politico fondato nel 2015 da Filippo Civati, potrebbe rappresentare l’ultima mini-scossa di un più grande tsunami politico che rischia di investire l’intera Sinistra nazionale. «La scelta delle candidature – ha continuato la portavoce – sta avvenendo con metodi che mostrano tutto meno che volontà di rinnovamento. Già si è discusso troppo di nomi e poco del progetto, ma è inaccettabile che ci siano state proposte di candidatura misteriosamente scomparse appena prima di essere discusse al tavolo nazionale, mentre invece i selezionati da Roma venivano paracadutati in tutta Italia. Queste pratiche ci costringono a prendere le distanze da Liberi e Uguali».

Problemi anche in Sicilia e Sardegna
Una scelta di coerenza quella annunciata dalla portavoce di Possibile che, sui social, ha anche sottolineato i malumori interni alle forze progressiste di tutta Italia. Se in Sardegna, infatti, l’ex deputato Michele Piras ha chiesto pubblicamente al leader Grasso di non mortificare la partecipazione nella composizione delle liste «cercando di porre immediato rimedio a quanto sta accadendo in tante realtà regionali», in Sicilia molti dirigenti starebbero pensando addirittura di defilarsi pubblicamente dal progetto per alcune scelte calate dall’alto. Il tutto a distanza di pochi giorni dal rifiuto della candidatura da parte del responsabile medico di Lampedusa Pietro Bartolo che Pietro Grasso avrebbe voluto fortemente nelle sue liste in vista delle Politiche. Il primo cittadino ha declinato l’offerta per lo amore che lo lega alla sua terra. «Resto a Lampedusa e la mia rinuncia a candidarmi in Parlamento non e’ un passo indietro, ma uno avanti in direzione di quest’isola che amo e dei migranti a cui mi sento vicino».

Le ironie dei rivali e i tentativi di riconciliazione degli alleati
Sul crack in casa Grasso ha ironizzato il deputato Michele Ragosta, responsabile nazionale di Area Progressista, alleata al Pd. «Liberi di scegliersi la poltrona, uguali un po’ più degli altri. Questa è la sinistra alternativa ad un progetto di centrosinistra unito e di Governo. Le rivolte interne a LeU che in queste ore si stanno registrando in quasi tutte le regioni italiane, certificano il fallimento di un progetto che doveva essere “nuovo” ma che ha dovuto lasciare giocoforza il passo alle vecchie logiche di poltrona». Tentativi di riconciliazione sono, invece, stati mossi da Napoli e in particolare da Francesco Dinacci, coordinatore a Napoli di Mdp, che, pochi minuti dopo il comunicato trasmesso dalla sezione napoletana di Possibile, ha chiesto pubblicamente ai dirigenti di Leu  di coinvolgere e tenere dentro tutte le realtà «che hanno promosso il progetto in campo del 4 marzo». «Tutti sanno – ha spiegato Dinacci – che il lavoro sulle liste e’ faticoso e che sta continuando e continuera’ nelle prossime ore. A tutti chiediamo di dare una mano per fare le migliori scelte e mi auguro che la frattura sia ricomponibile».

giovedì, 25 Gennaio 2018 - 17:36
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