DeMa, l’inutile marcia su Marcia dei ‘mille’ Il sindaco sfida un Governo senza poteri

di Danio Gaeta
Alza più volte il pugno, de Magistris. Infiamma la folla con i soliti slogan. E poi viaggia, viaggia con frasi-spot che hanno fatto la fortuna della ‘rivoluzione arancione’. Affascina, travolge e coinvolge: il sindaco di Napoli, da vero capopolo, è riuscito a tascinare al portone di Montecitorio oltre mille manifestanti.
Lui, che ama definirsi antifascista, marcia su Roma. Marcia accompagnato dal suo popolo per rivendicare i diritti – soprattutto economici – di Napoli; urla contro il Governo di Roma e promette di ritornare se non dovesse essere ascoltato.
Le intenzioni ci sono tutte, è la forma che è sbagliata e che rischia di scivolare nella solita propaganda politica. Sì, perché le urla di DeMa, per quanto legittime, sono contro un Governo che non c’è e che per legge naviga a vista. E che soprattutto, dopo il 4 marzo, inevitabilmente cambierà.
La giornata dell’ex pm inizia presto, ma la manifestazione annunciata per le 12 slitta. I pullman in arrivo da Napoli, con consiglieri e presidenti di Municipalità, con il vicesindaco Raffaele del Giudice e l’assessore alle Politiche giovanili Alessandra Clemente, vengono fermati e controllati dalla Digos. Ivo Poggiani, presidente della Terza Muncipalità e anima arancione, denuncia tutto su Facebook: ​«In questo momento le forze dell’ordine hanno fermato i pullman dell’amministrazione comunale di Napoli diretti verso Roma. Perquisizione e addirittura controlli degli striscioni. Ma stiamo scherzando?». Il tono polemico del post pubblicato da Poggiani. Perquisita anche la moglie di de Magistris.
Finito il viaggio, arriva il momento di parlare. La questione pregnante è quella del debito del Municipio: una massa passiva importante che ha trascinato l’Ente nel baratro del predissesto e che soprattutto lega le mani agli amministratori. «A Napoli da mesi governiamo una città in predissesto, senza poter investire, assumere, fare mutui- ha urlato DeMa dal palco allestito in piazza Montecitorio – abbiamo le casse comunali pignorate. E se le casse sono bloccate non possiamo difendere l’acqua pubblica, le partecipate, i servizi pubblici». «Perche tutto questo proprio adesso? – chiede De Magistris rivolgendosi alla folla e girando lo sguardo verso il palazzo – Abbiamo fatto qualche debito? Abbiamo partecipato con la Sma a qualche incontro? Siamo mariuoli? Apparteniamo al sistema?».
DeMa non ci sta e attacca: «Noi quel sistema lo abbiamo rotto, e guarda caso ci vogliono far pagare gli effetti collaterali della spazzatura per strada e di quella politica. Ma non ci avrete mai, se la cassa non ce la liberate, allora ce la liberiamo da soli e nemmeno vi diciamo come facciamo».  Secondo il sindaco di Napoli arrivare a Roma è stato un bene e già è arrivato un primo risultato. «A Napoli non ci piace il pareggio, il pareggio di bilancio. A Napoli ci piace vincere. Già indire questa manifestazione ha prodotto un risultato: l’altro giorno siamo stati convocati e ieri a Chigi c’è stato un tavolo tecnico. Ma ora il tavolo tecnico si deve muovere con un imput politico. Ci avevano detto che avrebbero convocato un vertice ma che avremmo dovuto rinunciare alla manifestazione, ma noi gli abbiamo detto di non preoccuparsi, perché avremmo portato idee in libertà e qualche frittata di maccheroni». DeMa ha dato una scadenza al Governo: il 4 marzo. «Senza risposte siamo pronti a tornare». Ancora non è chiaro per parlare con chi.

giovedì, 22 Febbraio 2018 - 12:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA