Serie B, partite dell’Avellino truccate: condannati i calciatori Pini e Millesi Diciotto anni al boss della Vanella Grassi

Procura di Napoli (foto Kontrolab)

Quelle partite di calcio erano state truccate. Truccate da alcuni giocatori in combutta con esponenti del clan della Vanella Grassi (di Secondigliano) che aveva messo in piedi un giro di scommesse clandestine. Oggi pomeriggio l’inchiesta della procura che aveva acceso i riflettori su alcune competizioni di serie B ha portato alla condanna di due calciatori e di un malavitoso. Francesco Millesi (all’epoca dei fatti contestati uno dei ‘senatori’ dell’Avellino e oggi in forza al Biancavilla Calcio) e Luca Pini di Scampia (ex calciatore), nonché l’ex boss della Vanella Grassi Antonio Accurso che è passato a collaborare con la giustizia, sono stati ritenuti colpevoli della ‘combine’ dal giudice per le indagini preliminari Marcello De Chiara del Tribunale di Napoli all’esito del processo che si è definito con la modalità del rito abbreviato. La pena più alta è stata inflitta ad Antonio Accurso: 18 anni e 2 mesi di reclusione ma in continuazione con una sentenza di condanna emessa il 27 gennaio del 2016 dal gip del Tribunale di Napoli e divenuta definitiva il 9 gennaio dello scorso anno. Tre anni e mezzo sono stati disposti per Luca Pini, anche per concorso esterno in associazione di stampo mafioso: Pini è stato anche condannato al risarcimento dell’Avellino (disposta una provvisionale di 10mila euro; l’intera somma sarà stabilita in un procedimento civile). Un anno e 600 euro di multa è, invece, la pena comminata a Francesco Millesi, che è stato condannato per frode sportiva, ma ha visto cadere l’aggravante della matrice camorristica. Ai due calciatori era contestato l’aver truccato due due partite di serie B del campionato 2014/2015 (Modena-Avellino del 17 maggio 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio 2014) sulle quali la Vanella Grassi aveva organizzato un giro di scommesse. Pini e Millesi, infine, sono stati condannati anche a risarcire la Fgic che si era costituita parte civile nel procedimento. Nell’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Maurizio De Marco in forza alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, era rimasto coinvolto anche il calciatore Armando Izzo (imparentato con uno degli esponenti di spicco della organizzazione camorristica attiva nel quartiere di Secondigliano), che ha optato per il rito ordinario: il dibattimento prenderà il via domani 14 marzo davanti ai giudici del Tribunale di Napoli.

Manuela Galletta

lunedì, 12 Marzo 2018 - 18:58
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