Soffiate sui blitz, così il carabiniere avrebbe aiutato l’attività dei narcos: retroscena degli arresti nel Napoletano

Procura Napoli
di Manuela Galletta

L’accusa è quella di traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla matrice camorristica, il ruolo è quello di aver messo in guardia alcuni dei soggetti coinvolti nel business della droga che dalla Colombia arrivava nel Napoletano passando informazioni circa le operazioni che i carabinieri avevano in cantiere di porre in essere. Eccolo qui il ruolo contestato al brigadiere, in servizio sino a ieri presso il nucleo investigativo di Castello di Cisterna, che questa mattina è stato arrestato dai carabinieri nell’ambito della maxi-inchiesta che ha colpito una vasta rete di gruppi criminali che nel tempo si sono approvvigionati di stupefacenti dal broker, latitante, Bruno Carbone. Carbone, da sempre in affari col clan Nuvoletta di Marano, s’è occupato nel tempo di rifornire anche i Ciccarelli del Parco Verde, nonché gruppi del rione Traiano e di Castello di Cisterna. Un grosso business nel quale avrebbe avuto un ruolo decisivo – secondo l’impostazione accusatoria tratteggiata dal pubblico ministero antimafia Maria Di Mauro – il militare dell’Arma. All’esponente delle forze dell’ordine sono state contestate «condotte gravissime» e «sistemiche», condotte che hanno spinto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli a disporre nei confronti del militari un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Più tenue, invece, la misura restrittiva adottata per la moglie: arresti domiciliari.

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giovedì, 19 Aprile 2018 - 16:29
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