Città Metropolitana, il voto sul bilancio spacca tutti: i grillini contro il loro rappresentante e Costa (Pd) glissa sui suoi

Luigi de Magistris
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris (foto Kontrolab)
di Dario Striano

Mentre la politica nazionale fatica a trovare un accordo per la formazione del nuovo Governo, in città metropolitana di Napoli accade l’impossibile. Un’intesa che va al di là di qualsiasi ragionamento politico. Un «patto istituzionale» sull’approvazione del bilancio di previsione tra il sindaco Luigi de Magistris, le civiche vicine al primo cittadino partenopeo, Partito democratico, Forza Italia e addirittura l’outsider Movimento 5 Stelle che rischia di spaccare ancora di più i direttivi delle forze politiche della provincia partenopea. Ma soprattutto che continua ad alimentare la fama di DeMa quale “sindaco che divide”.

Il bilancio di previsione
Veniamo al dunque. Lunedì tutti i consiglieri metropolitani hanno dato via libera al bilancio previsionale 2018-2020, «una manovra da mezzo miliardo di investimenti distribuiti su tutti e 92 comuni dell’area metropolitana». Tutti, eccezion fatta del consigliere David Lebro, tra l’altro ex componente della maggioranza di Luigi De Magistris.

La spaccatura nel Pd
Circostanza che ha finito con l’alimentare le già infinite polemiche interne al lacerato Pd. «Si sono sprecati i ringraziamenti tra il sindaco ed i consiglieri delle diverse forze, dunque anche del PD. Tutti fieri e felici che il “Patto istituzionale” è solido e serve a “dare risposte ai territori” – così il consigliere regionale dem Antonio Marciano in un post social polemico anche nei riguardi dei vertici provinciali del partito – A sentire il “dibattito” nulla che abbia a che fare con una visione di ridisegno di un’area così complessa come l’area metropolitana di Napoli». A nulla sono valse dunque le dichiarazioni del consigliere dem Giovanni Varchetta con cui ha precisato che il suo voto favorevole all’esercizio di gestione contabile «è in realtà un atto meramente tecnico, finalizzato ad evitare lo scioglimento del Consiglio». Un atto che paradossalmente avrebbe «evitato che venisse sciolto l’unico organo democratico rappresentativo e venissero consegnati tutti i poteri nelle mani del sindaco de Magistris». Sulla questione si è scatenata una nuova bagarre interna al partito. Da cui è difficile che il Pd riesca a uscirne fuori, viste anche le parole del segretario provinciale Massimo Costa che ha «preferito non entrare nel merito della questione bilancio» e – ai nostri taccuini – si è limitato a censurare la legge Delrio (dal nome del ministro Pd) che detta disposizioni in ordine alle Città metropolitane. La riforma delle (vecchie) Province è stata definita da Costa «un provvedimento sbagliato su cui ci auguriamo che il legislatore intervenga presto». «Bisognerebbe fare chiarezza sulle zone d’ombra di questa legge – ha aggiunto Massimo Costa – e non parlare della geografia politica della Città Metropolitana che al momento non esiste. Perché De Magistris non è un sindaco metropolitano eletto e si trova a gestire un governo illegittimo».

Il rientro degli azzurri
Altro dato politico del patto istituzionale sancito nuovamente con l’approvazione del bilancio è il rientro degli azzurri e il voto favorevole dei consiglieri di Forza Italia. Gli stessi che all’indomani dell’ultimo rimpasto di deleghe avevano tuonato contro il sindaco partenopeo per l’esclusione dall’esecutivo metropolitano.

La crisi grillina
Ma più di tutto fa notizia la spaccatura all’interno del Movimento 5 stelle. I consiglieri grillini di ben 10 comuni del Napoletano hanno infatti «stigmatizzato» pubblicamente l’operato del consigliere Francesco Capasso (di Marigliano). Reo non solo «di aver approvato i debiti fuori bilancio della seduta di metà aprile» ma anche di «essersi assentato all’assemblea del 7 maggio». Un’assenza che secondo i consiglieri di Portici, San Giorgio a Cremano, Ercolano, Pozzuoli, Piano di Sorrento, Acerra, Napoli, Mugnano e Giugliano – «conferma le voci di stampa, peraltro mai smentite ufficialmente» e «alimenta le indiscrezioni rispetto ad un suo coinvolgimento nella maggioranza». «Pertanto – hanno concluso i grillini – chiediamo le sue dimissioni».

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martedì, 8 Maggio 2018 - 20:32
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